"Il centro storico è patrimonio di tutti:
chiunque ha diritto a pulizia, ordine e sicurezza". Questa la premessa
dell'incontro organizzato ieri sera dal Comitato Centro Storico presso la sala
conferenze del Broletto.
La discussione è stata anticipata da alcuni dati statistici: 1800 pavesi dai 38 ai 46 anni sono
stati intervistati sull'importanza del made in Italy: il 47% di loro ha
dichiarato che sarebbe disposto a spendere più di quanto non facciano
attualmente per una maggior qualità dei prodotti acquistati. Ulteriori tematiche emerse durante queste interviste sono la sensazione di poca sicurezza in città e la poca chiarezza sulle norme che regolano gli esercizi commerciali. "Il Comitato Centro Storico è nato nel 2011 per tutelare i diritti dei commercianti - ha ricordato Edoardo Janco segretario del comitato -. Tutti abbiamo il diritto e il dovere di contribuire al mantenimento del centro storico, che si sta spogliando di molte attività commerciali. Il danno non è solo in termini economici: lo spopolamento del cento ha comportato un abbassamento del livello di sicurezza. Possiamo prendercela con la grande distribuzione, con i mercatini, con gli abusivi, ma finché non si creano nuovi posti di lavoro, questa situazione non avrà fine. Siamo qui stasera per avere risposte dalla politica".
Forse le risposte non sono arrivate, ma di
sicuro le istituzioni hanno intavolato una riflessione costruttiva.
"L'incontro di stasera è importante per avvicinare i cittadini alla
politica e la politica ai cittadini - ha spiegato il consigliere regionale
Angelo Ciocca - è fondamentale fare, ma non fare male. Il cittadino deve
scegliere fra ragionamenti eleganti di fantasia o rozzi ma realistici. Le
chiusure domenicali sono fondamentali: la domenica deve tornare a essere un
tempo dedicato alla famiglia. Il nostro territorio di sicuro non deve ospitare
un altro centro commerciale, a meno che non si auspichi la sua morte". E
mentre a Pavia si fanno sempre più insistenti le voci sulla costruzione di un
nuovo polo commerciale presso l'area dell'ex Necchi, Ciocca ribadisce la
necessità di aiutare i piccoli negozi a risollevarsi dalla grave crisi che li ha
colpiti. "Un territorio, per essere attrattivo, deve poter contare sulla
partecipazione del tessuto di vicinato - ha aggiunto -. Regione Lombardia
sosterrà il Comune di Pavia. Dobbiamo investire investire su ciò che già
abbiamo e non su ciò che per noi non ha valore".
"Se vive il
commercio vive la città - ha aggiunto il consigliere comunale Andrea
Mitsiopolous -. Dopo il Carrefour, inaugurato alcuni anni fa dall'allora
sindaco con tanto di fascia tricolore, dopo le voci su Albuzzano e Borgarello,ora
queste dicerie insistenti sulla Necchi ci preoccupano molto. Il centro storico
di Pavia deve diventare il volano economico per il rilancio della città, non
solo in occasioni sporadiche di manifestazione più o meno riuscite. Urge
salvaguardare le eccellenze locali, valorizzare l'appeal del centro storico
elaborando un progetto che vada oltre il Duc e possa rivelarsi più utile ai
commercianti. Si potrebbero costruire parcheggi interrati, o cercare partner
privati che diano vita una rete di promozione del territorio. La giunta non può
perdere tempo".
L'impressione è che gli amministratori locali la pensino
esattamente nello stesso modo.
"Per ridare vita al centro storico di Pavia
bisogna puntare sul made in Italy - ammette il vicesindaco e assessore al commercio
Angela Gregorini - operare diversamente non rende la nostra città attrattiva.
Quando un amministratore è nuovo all'esperienza, come nel mio caso, si scontra
con la burocrazia, che non immagina così difficile. Ci troviamo quest'anno con
un disavanzo di 3 milioni di euro: promettere un taglio dei costi di settore è
una bugia, ma possiamo lavorare insieme su diverse strategie. La discussione su
un eventuale centro commerciale alla Necchi, esattamente come accaduto con la
presunta moschea, è in controtendenza con l'opinione della giunta Depaoli, da
sempre fermamente contraria al centro commerciale di Borgarello".
Le
iniziative sporadiche da sole non possono di certo bastare. "Concepire la
città solo dal punto di vista dei mercati non non ha molto senso - ha chiosato
la Gregorini - Io concepisco solo il mercato tradizionalista in piazza
Petrarca".
a cura di Serena Baronchelli





