PAVIA. "Fare meglio con meno risorse" è il
progetto e l'obbligo di ogni ente pubblico in tempi di crisi. E per la cultura
non ci sono sconti. Così ci si deve ingegnare per fare sì che le risorse
culturali ed artistiche diventino redditizie, senza svendere il patrimonio o
commercializzarlo fino a distruggerlo.
In tutta Europa, ma in Italia in particolare, si sono
sperimentati modelli differenti per affrontare queste nuove sfide, ed è proprio
di questo che si parlerà nel primo convegno del progetto "Pavia in
Rete".
L'appuntamento è per sabato 22 novembre nella Sala
conferenze del Castello Visconteo di Pavia. Un'intera giornata, a partire dalle
ore 9.30 per un workshop dal titolo "Nuovi modelli per sistemi culturali
urbani" organizzato dalla Fondazione Romagnosi e dal Comune di Pavia.
La mattina si svolgerà una sessione più accademica,
dedicata al confronto di modelli economici efficaci per la gestione integrata
dei beni culturali, mentre al pomeriggio sarà la volta di un confronto fra
esperienze di diverse città come Siena, Ferrara, Bergamo e naturalmente Pavia.
Questo incontro, come detto, fa parte delle attività del
progetto "Pavia in rete" nato grazie alla vittoria di un Bando
Cariplo con il quale il Comune di Pavia e gli altri partner hanno ottenuto
circa 700mila euro di finanziamento. L'obiettivo era creare in tre anni, un
sistema integrato per la gestione delle attività culturali, dei calendari
cittadini, dei beni storico artistici.
La giornata del 22 novembre sarà aperta dal sindaco
Massimo De Paoli e dall'assessore alla cultura Giacomo Galazzo, impegnato in
prima persona per valorizzare questo progetto tanto complesso quanto strategico
per il futuro della cultura a Pavia.
“Pavia in rete" è infatti un progetto di sistema che
intende mappare, raccogliere e raccordare quante più "risorse
culturali" possibile in città: associazioni, enti, istituzioni,
cooperative, ma anche festival, iniziative culturali e turistiche, imprenditori
del settore commerciale e turistico, organizzatori di mostre, di rassegne.
I partner del progetto sono: Comune di Pavia (capofila); Associazione Città internazionale dei saperi; Camera di Commercio; Fondazione Romagnosi; IUSS; CSV; Istituto Vittadini, tutti interessati – in qualche misura – alla valorizzazione dei beni culturali in chiave di sviluppo economico del territorio.




