"Nonostante le dichiarazioni ottimistiche del governo, Pavia non ha ancora visto una vera ripresa nel settore commerciale - ammette Aldo Poli da poco riconfermato alla presidenza di Ascom -. Il turn over, da quando è scoppiata la crisi ad oggi, è sotto gli occhi di tutti: negozi che chiudono e successivamente riaprono in qualità di punti vendita della cosiddetta "grande distribuzione", quindi con dipendenti che non conoscono le strategie commerciali. Il commerciante che sa davvero vendere i prodotti non esiste più nella nostra città".
I dati occupazionali sembrano avvalorare questa tesi. "Se rivolgiamo la nostra attenzione alla popolazione che lavora in qualità di dipendente - spiega il presidente Ascom - noteremo che oltre il 75% degli occupati ha un posto in un ente pubblico. Pavia è ancora molto arretrata in confronto ad altre città italiane che hanno risentito maggiormente della crisi ma sono riuscite a risollevarsi più in fretta".
"Le aziende che hanno registrato ricadute positive legate a Expo non sono certo pavesi - smorza gli entusiasmi Poli -. La speranza è che riusciamo a recuperare terreno dopo esserci addormentati per molti mesi: Expo è arrivato in Italia dopo cent'anni e dovremo attenderne altri 20 prima che torni in Europa. Va riconosciuto che l'esposizione universale è una meraviglia e che in momenti come questo mi sento davvero orgoglioso di essere italiano".
I prossimi cinque anni di mandato vogliono rappresentare una continuità con il percorso sin qui svolto, ma soprattutto un sollievo morale per i commercianti pavesi. "Ascom vuole essere vicino moralmente ai commercianti - chiosa Poli - sperando che la ripresa sia vicina. In alcuni casi si può pensare a una continuità innovativa ma oggi occorre lavorare nella ricerca dell'ottimismo, nonostante i risparmi finiscano sempre troppo presto. Cercheremo di aiutare gli operatori del settore dal punto di vista dei servizi che Ascom può offrire loro".
a cura di Serena Baronchelli