Nel PD si è avuto un problema, ma la realtà è che "c’è un problema" ed è ormai inconfutabile. Non pensate alle primarie perché non sono quelle il vero problema.
Non a caso ho usato la frase qui sopra.
Secondo la mia modesta opinione, il PD sta attraversando un vuoto cosmico, buio, freddo e nebuloso, lontano migliaia di anni luce dalla propria base, in continuo pericolo di vita, nascosto in una scialuppa di salvataggio e senza la certezza di sopravvivere a quello che c’è fuori.
In molte città dove si sono svolte le primarie (tra tutte Genova e Palermo), il candidato principale del PD è stato battuto.
Probabilmente la base sta sviluppando un fiuto per i nomi imposti e non le va a genio essere “influenzata” da strategie e manovre in stile “Porcellum”.
Le primarie sono da riorganizzare? Certo però è anche vero che non debbano essere totalmente riformate.
Quello che deve far pensare Bersani & Co sono le opinioni della gente: laddove il partito indica un nome e va alle primarie, la gente vota l’alternativa, laddove il partito candida una sola persona dietro strategie e finzioni varie i mal di pancia crescono e i segretari locali se ne vanno (è stato calcolato che 1,6 su 2 under 40 lascia il partito di Bersani).
Perché? E' questa la domanda che ciascun iscritto o simpatizzante deve fare.
La gente vuole la novità, anche se il candidato è poco conosciuto perché è stufa dei dinosauri della politica. La gente vuole qualcuno con cui condividere le proprie idee e non i soliti nomi imposti dall'alto.
Serve pulizia, anche con scelte coraggiose, prima che l'Apollo PD si perda nello spazio del consenso.