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Ci hanno spiegato che stavolta eravamo noi a guidare il treno e che non contava poi tanto chi fossero i nostri compagni di viaggio, perché toccava a noi indicare i binari sui quali andare veloci: nuova legge elettorale, detassazione del lavoro e della produzione, moralizzazione della vita pubblica.
Pochi metri ed il treno ha subito deragliato: legge elettorale inserita in un più ampio quadro di riforme istituzionali che probabilmente prenderà il nome di "riforma della calenda greca", meno tasse sul lavoro di chi produce sostituite dal "niente IMU per tutti", e per l'etica pubblica siamo tutti in trepidante attesa della sentenza della Cassazione del 30 Luglio.
Potevamo stupirvi con effetti speciali, diceva quella pubblicità tormento degli anni '80, ma noi abbiamo Silvio, mica Moro o Berlunguer.
E il disagio (e il coraggio) è di quei deputati e senatori, come i nostri Civati e Ricchiuti (ma anche Puppato e Casson e Mineo e Tocci e gli altri) che proprio non ce la fanno a stare allineati e coperti sotto l'incoerenza assoluta delle scelte del Pd rispetto a quanto detto agli elettori in campagna elettorale.
E il disagio è anche del segretario del Pd di Monza, città simbolo di un centrosinistra che vince e governa con le proprie gambe e le proprie idee anche dove pareva impossibile, che scrive ai vertici del partito per dire che il salvataggio di Ancellino ha proprio fatto traboccare il vaso (non diciamo pieno di cosa)
E il disagio è anche dei (benedetti) ragazzi di Occupy Pd che non ce la fanno proprio ad essere presi per i fondelli.
E si rinviano le misure economiche, e si rinviano le leggi che determinano la civiltà di un paese, e si rinvia la riforma del finanziamento pubblico alla politica, e meno male che doveva essere il governo delle emergenze.
E visto che ci siamo si sposta anche il congresso del Pd, che sembra che i dirigenti siano stati presi dalla sindrome delle Sorelle Bandiera quando cantavano:
fatti più in là
che turbamento sento arrivar
fatti più in là
già la pressione mi fai alzar
Quel turbamento che sarà provocato dall'esplosione del disagio degli elettori e quella pressione che schizzerà in alto agli attuali dirigenti quando capiranno che il Pd, quello vero, non è più cosa loro.
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