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Pd umbro – tutti per bersani e per un seggio a roma c’e anche liviantoni

Creato il 06 luglio 2012 da Goodmorningumbria @goodmrnngumbria

di Darko Strelnikov

La grande ammucchiata è servita. Nel Pd tutti (o quasi) stanno in fila dietro a Bersani. La mancanza di un candidato autorevole di livello nazionale ha convinto anche l’area Modem ad appoggiare l’attuale segretario nelle eventuali primarie di Partito o di coalizione. In Umbria il tam tam è partito subito e i circoli che fanno capo a questa corrente,a cominciare da quello di Sant’Erminio di Perugia, si sono subito segnalati per essere i più solerti nel raccogliere firme e adesioni a sostegno della candidatura di Bersani. Dunque, stando alle apparenze, dopo i Franceschiniani di Tomassoni e i Fassiniani di Sereni, Bracco e Rasimelli, saremmo di fronte ad una nuova new entry in maggioranza. Ma alcuni pezzi da 90 della corrente smentiscono decisamente : “E’ un solo appoggio alla candidatura; punto!”. A livello nazionale può darsi ma a livello locale è una piccola bugia. E’ noto da tempo il feeling che passa tra il vecchio nucleo storico dei Ds (Lorenzetti, Locchi, Bottini ecc.) e i popolari di Bocci. L’intesa del famoso pranzo tra i due storici capicorrente, la Zarina e l’uomo di Cerreto, siglata alla presenza di Mignini e di Manini, avrebbe dunque anticipato e precorso gli eventi. Anche se i fatti sembrerebbero smentire queste indiscrezioni. Gli ex Democristiani del Pd sono all’attacco in tutta la Regione. Da Palazzo Cesaroni, a Palazzo dei Priori, da Palazzo Spada al Torrino di Foligno. E sono all’attacco di Presidenti e Primi cittadini provenienti dai Ds. Ma, come spesso accade,l’apparenza inganna. Perché gli uomini “Modem” tengono sotto tiro alcuni “ribelli bersaniani”. E c’è chi sospetta che l’azione sia stata concordata. Se non si può mandare Locchi all’assalto della Marini, può tranquillamente farlo Brega. Naturalmente i protagonisti negano, negano, fortissimamente negano. “Non c’è nessun accordo – dice un esponente di primo piano molto vicino a Bocci – sono solo fantasie giornalistiche, ricostruzioni campate per aria”. Anche se ammette che “può darsi anche, che a Rita (Lorenzetti) non dispiacciano le proposte che abbiamo messo in campo sulla riforma della sanità”. Insomma l’eventuale aiutino sarebbe “a sua insaputa”. Comunque, accordi o no, quello che pare di capire è che l’obbiettivo di entrambe le parti, è sempre Catiuscia Marini e il gruppo dei “sindaci turchi” e l’oggetto le candidature e le riconferme alle prossime amministrative. Intanto però ci sono le politiche e la (presunta e non dichiarata) “Santa alleanza” tra “Progressisti e moderati” del Pd umbro, starebbe provando a fare terra bruciata e ad intestarsi tutti i posti disponibili in parlamento. E una simile Unione ha buonissime probabilità di spuntarla sia che le designazioni vengano fatte dagli organismi dirigenti, o dalle primarie di circoscrizione o di collegio. Gran parte dei nomi sono noti da tempo e puzzano di conservazione “lontano un miglio”. Dando ormai per scontato l’abbandono di Mauro Agostini, si punta, in primo luogo, alle riconferme di Giampiero Bocci, Walter Verini e Marina Sereni. La sorte di Carlo Emanuele Trappolino dipende dagli incastri tra candidature nazionali e possibile diminuzione del numero dei parlamentari eletti. Infine Il famoso “riequilibrio” a favore dei Bersaniani doc (leggi dalemiani) Passerebbe per Maria Rita Lorenzetti , Lamberto Bottini e una novità assoluta. Un nome nuovo, una candidatura “fresca fresca di giornata”, “in linea – dice beffardamente un dirigente Democratico – con il processo di rinnovamento auspicato a tutti i livelli”. I Lettiani potrebbero mettere in campo, “nientepopodimeno”, che “la giovane promessa” Carlo Liviantoni. Le cronache di palazzo raccontano che la proposta verrebbe direttamente da Roma. L’ex Presidente del Consiglio ed ex Assessore Regionale godrebbe, secondo radio scarpa di Piazza Tacito, dei buoni uffici di alcuni dei più ascoltati collaboratori di Enrico Letta. Di più; il Vicesegretario Nazionale del Pd starebbe seriamente pensando di inserirlo nella lista delle sue richieste sul tavolo delle normali spartizioni che avvengono tra le diverse componenti. L’unica cosa che posso dire è che le fonti di questa notizia sono molto credibili. E quindi Liviantoni al Parlamento è cosa possibile. Liviantoni o no il fatto è che le rivoluzioni non abitano l’ Umbria perché in panchina, dietro questi maggiorenti, non ci sono i giovani della “primavera o degli allievi del Pd”, ma Renato Locchi, Maurizio Rosi e l’assessore regionale Gianluca Rossi. “Non è vero – mi dice un piduino che bazzica la segreteria regionale – si sta pensando a qualche novità anche in termini anagrafici”. In alcuni ambienti è stato infatti sussurrato, il nome di Valentino Valentini. Sentendolo il mio interlocutore è apparso palesemente imbarazzato. Non ha confermato, non ha smentito. E’ arrossito, poi s’è sbiancato, prima di allontanarsi velocemente senza proferire parola. Non ho capito se la sorpresa derivava dall’aver colto nel segno o dalla paura e dalla rabbia di essere stato messo all’oscuro di qualcosa. Infine la ciliegina sulla torta. Incassati Deputati e Senatori, si comincia a preparare le elezioni amministrative del 2014/2015. Prima mossa il controllo del partito. Se Lamberto Bottini parte per Roma Bocci e la Lorenzetti proveranno a mettere ai piani alti di Piazza della Repubblica, l’accoppiata “di ritorno dalla Provincia” Piero Mignini e Maurizio Manini. Mi direte, “manca un pezzo”. “Quale?”. “I renziani, no? Sono fuori dai giochi? Resteranno tutti con il sindaco di Firenze? Avranno un posto a Roma anche loro? E che rapporti hanno con il resto del partito e soprattutto con quell’area modem da cui in gran parte provengono?” Notizie a sorpresa, congetture, indiscrezioni e persino racconti strani e in controtendenza con il sentire comune, non mancano. Ma questa è un’altra storia che (forse) racconteremo un’altra volta.



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