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PDL in frantumi tra veleni e amarcord

Creato il 02 aprile 2012 da Oblioilblog @oblioilblog

PDL in frantumi tra veleni e amarcord

Visto che il dibattito politico sui grandi temi non è mai stato così flebile e poco appassionato, i partiti si stanno concentrando sulla dialettica interna. Se non è una novità che il PD sia in subbuglio, sorprende relativamente come il PDL si stia letteralmente sfaldando.

Normale e preventivabile visto che il carrozzone azzurro non solo consta di svariate anime diverse, ma è pure in una dolorosa fase di transizione dal Caro Leader al giovane delfino. E siccome ad Alfano manca il quid, la bacchetta magica, o qualsiasi altra cosa usasse Berlusconi per tenere buoni i suoi, la balcanizzazione è iniziata.

All’orizzonte (non solo nel PDL) si intravvede la scissione perché la nuova, eventuale, legge elettorale a sistema proporzionale fa brillare gli occhi ai tanti capetti convinti di contare qualcosa di più di tanti peones. Il processo avanza con il fast forward. 

La prima a uscire dal coro è stata la rossa Michela Vittoria Brambilla con il suo nuovo, ma neanche troppo, Forza Lecco. La berlusconiana di ferro è stata la prima a concretizzare i tanti malumori nella pancia del partito contro gli ex AN.

L’hanno seguita a ruota Michaela Biancofiore con Forza Alto Adige e Forza Trentino e Isabella Bertolini, pasionaria nella lotta alle schede false, con Forza Emilia Romagna. Il morbo ha contagiato anche la Liguria, il Friuli Venezia Giulia e la Toscana.

Mentre i capi incappucciati invitano a presentarsi alle amministrative con il simbolo del PDL, i vari leader locali capiscono quanto questo possa essere un autogol e le liste autonome proliferano. Al Nord non ha aiutato l’allontanamento dalla Lega.

A Verona Alfano ha sospeso 14 pidiellini assessori e consiglieri comunali che supporteranno il sindaco uscente leghista Flavio Tosi e non il candidato d’apparato Luigi Castelletti. A Monza una parte sta pensando di allontanarsi dalla linea ufficiale e proporre una propria lista e un proprio candidato. Il “popolo di Gorizia” ha già il suo simbolo, a Imperia il gruppo PDL ha chiesto la testa del sindaco prima sostenuto Paolo Strescino, ex finiano.

La parola d’ordine è il ritorno allo spirito del ’94, anche se francamente sfugge cosa possa significare. Probabilmente si desidera semplicemente una cacciata di Alfano e il ritorno in pompa magna di Berlusconi.

 

Fonte: Il Fatto Quotidiano


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