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Peac, puntata 3: il punto di vista del tecnico che veste i panni del politico

Creato il 24 ottobre 2011 da Menficambia @menfi_news

Concludiamo la nostra “indagine” sul tema delle energie rinnovabili e sul piano energetico ambientale comunale con una intervista all’ingegnere Silvio Sbrigata, consigliere comunale di Progetto Menfi ed ex assessore della giunta Botta.

1) Consigliere Sbrigata, pensa che la politica menfitana sia matura per l’approvazione del Piano Energetico Ambientale Comunale?

Peac, puntata 3: il punto di vista del tecnico che veste i panni del politico
No!  Credo sia un errore pensare ad una classe politica menfitana matura in generale per fare qualunque cosa. A parte qualche significativa eccezione, per fortuna nostra presente in giunta e qualche consigliere, a mio avviso gli aggettivi più adatti per descrivere la politica menfitana (e non solo!) sono obsoleta e miope. E’ una politica che manca completamente di lungimiranza e fortemente radicata in principi che dopo anni di pedissequa perpetuazione hanno portato uno dei paesi più belli più ricchi del mondo, sia per natura che per cultura e storia, sull’orlo del declino. Questa amara, ma ahinoi, veritiera analisi per me vale in tutti contesti politici, dal nazionale al locale. Per cui, ritornando alla domanda, ritengo fondamentale  coinvolgere quanto più possibile le associazioni civiche e continuare il rapporto di collaborazione con l’ing. Abruzzo, scelto da questa amministrazione che correttamente ha seguito le mie ultime indicazioni date da Assessore, prima che il mio ex gruppo mi sfiduciasse e mi dimettesse.
2) Quali tipi di impianti potrebbero istallarsi nel territorio menfitano con il PEAC e quali vantaggi ne trarrebbero l’Ente Comune e i cittadini?

Il PEAC risponderà non solo a questa domanda, ma anche come e dove potranno essere realizzati. In tal senso è uno strumento fondamentale per lo sviluppo del nostro territorio: deve infatti sposarsi bene non solo con il PRG, ma anche con l’idea di turismo verso la quale ci stiamo muovendo. Tra le linee guida, proprio per questo motivo si è proposto di fare gli impianti grossi (la definizione l’abbiamo presa dal Quarto Conto Energia) a Nord del paese e per di più in assoluta armonia con il territorio, per cui non usando diserbanti sui terreni ed ancorando i pannelli con spilloni metallici conficcati nel terreno, piuttosto che con cemento.

3) Gli impianti eolici e quelli a biomasse sono contemplati nelle linee guida del PEAC?

Peac, puntata 3: il punto di vista del tecnico che veste i panni del politico

impianto di micro eolico

Un PEAC degno di questo nome deve occuparsi di tutte le tipologie (in tal senso la scelta del progettista è fondamentale!).
Le biomasse sono contemplate, ma solo a Nord del paese, di piccole dimensioni e comunque dopo uno studio dei venti. Faccio presente che esistono pure impianti a biomasse che non bruciano niente, ma utilizzano naturali processi di fermentazione per produrre gas. L’eolico è pure contemplato nelle sue tre tipologie: micro, mini e grande, in perfetto accordo con PEARS voluto dal Presidente Lombardo.
Il primo è quello per edifici residenziali  e tipicamente sono a rotore verticale (vedi foto) alti massimo 2m. Gli altri hanno la forma canonica con l’elica a tre pale, ma variano nelle dimensioni. Io personalmente sono contrario sia ai grandi impianti FV che a quelli eolici, a meno che non siano di esclusiva proprietà della collettività.
4) Pensa ad un azionariato diffuso?

Conoscendo molto bene la materia dato che è il mio lavoro, so che profitti possono realizzarsi con l’energia. Trovo stupido allora permette a società esterne di “sfruttare” il nostro territorio per i propri, seppur leciti, interessi ed accontentarsi delle briciole. Penso allora che l’Amministrazione – utilizzando i propri strumenti di credito e le proprie risorse umane- possa farsi promotrice di un progetto per la realizzazione di un impianto eolico con uno o più aerogeneratori di grandi dimensioni, ma anche di altre fonti di energia rinnovabile che permetterebbero introiti certi da utilizzare per il buon funzionamento della macchina amministrativa. Penso anche che si possa chiedere ai nostri concittadini di aderire con le proprie risorse ad un progetto di questo tipo, creando ad esempio una società mista, sulla cui forma statutaria discuteremo in altra sede. So per certo che gli investimenti in energia, possono avere rendite superiori al 10% e, se questo non bastasse, ci farebbero lasciare il mondo migliore rispetto a come lo abbiamo trattato.

5) Da ultimo: qual è il senso del PEAC approvato all’ultimo consiglio?

L’Amministrazione ha trasmesso le linee guida alla Presidenza ad Aprile e (incredibile ma vero!) ancora non sono state discusse in Consiglio. Poiché se fosse passato il PEAC dell’impianto della Settesoli non si sarebbe neanche parlato, e considerati gli enormi interessi economici in ballo con le energie alternative, come classe politica rischiavano di essere ulteriormente screditati. A maggior ragione se si dovessero concludere altri iter burocratici per costruire grossi impianti nel nostro territorio. Con il PEAC approvato, almeno abbiamo uno straccio di regolamento per potere presenziare ad un’eventuale Conferenza dei Servizi e dire no ai grandi impianti di qualunque tipo. Nulla di misterioso: e questo in attesa che le linee guida proposte dall’Amministrazione vengano finalmente messe all’ordine del giorno.

Ringraziamo il consigliere Silvio Sbrigata per la disponibilità mostrata e per l’apporto dato alla nostra “indagine”, sia in termini politici che in termini tecnici.

nino buscemi

antonino buscemi

Non ci resta che auspicare che dalle pregiate sale di Palazzo Pignatelli, il Presidente del Consiglio Comunale di Menfi, Antonino Buscemi, si decida a uscire dai propri cassetti  le direttive del Peac predisposte dall’amministrazione comunale e li ponga immediatamente all’ordine del giorno del prossimo consiglio comunale!

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