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PECC: Sophie, il racconto di Attmidiletizia (258/365)

Da Silbietta @silbi_etta

PECC: Sophie, il racconto di Attmidiletizia (258/365)

E’ sabato…ma la PECC non si ferma!

:)

Inutile dire che sono assai, ma assai contenta!
E vi anticipo che sto lavorando per ultimare anche il mio di contributo creativo (pensavate di cavarvela?).
Ma oggi è il giorno di Antonella di Attimidiletizia e della sua, inquietante Sophie.

Buona lettura!!!

Sophie

Era una notte buia e tempestosa e Claire era appena uscita dalla stanza di sua figlia Sophie dopo averle rimboccato le coperte e dato il solito bacio prima di andare a letto.
Non riusciva a capire come sua figlia riuscisse a dormire così tranquillamente mentre fuori si scatenavano tuoni e fulmini, ma ne era contenta, Sebbene non le sarebbe dispiaciuta un po’ di compagnia.
Notti come quella non piacciono nemmeno ai grandi, quando sono soli. Il marito di Claire era via per lavoro e sarebbe tornato solo tra un paio di giorni.
Claire scese di sotto per prendere il libro che stava leggendo in quei giorni, se non ricordava male lo aveva lasciato  sul tavolino del salotto.
Ed eccolo lì infatti.
Mentre lo prendeva sentì un tonfo che la fece sussultare e  cadere il libro a terra.
Veniva dal piano di sopra. Forse la gatta aveva fatto cadere qualcosa.
Stava per riprendere il libro quando sentì il grido spaventato della figlia. Un freddo agghiacciante le percorse tutto il corpo. Si precipitò correndo di sopra,  aprì la porta della camera di Sophie e la vide in piedi davanti allo specchio mentre ai piedi del letto c’era la lampada accesa caduta dal comodino.
- Che succede tesoro?
Sophie si voltò e la guardò terrorizzata.
- Chi sei?
- Sono la mamma amore, che succede? Perché hai gridato? Ti sei spaventata per i tuoni?
Claire tirò su la lampada e la rimise a posto mentre Sophie continuava a seguirla con lo sguardo.
- Vieni Sophie, rimettiti a letto.
E andò verso la sua bambina per abbracciarla. A quel gesto Sophie indietreggiò spaventata.
- Non toccarmi. Che succede? Cosa mi hai fatto? Chi sei? Che ci faccio qui?
E scoppiò in un pianto disperato.
- Sophie ma che dici?
- Non mi chiamo Sophie. Smettila di chiamarmi così. Dove sono? Dove sono i miei figli?
- Figli? Tesoro, tu hai nove anni?
- Noooooooo
Sophie scappò fuori dalla stanza urlando e piangendo. Claire la seguì e la ritrovò davanti al porta di ingresso che cercava inutilmente di aprirla.
- Amore, che ti succede? Stai sognando?
- Tu non capisci? Io non sono tua figlia? Mi sono svegliata e mi sono ritrovata in questo corpo. Io devo tornare a casa dai miei figli. Fammi uscire!
- Ora calmati, ti prego, mi stai spaventando.
- Lasciami uscire o chiamo la polizia.
- Cosa?
Sophie imboccò la porta a sinistra e si ritrovò in cucina. Prese il telefono e digitò un numero di telefono.
Il numero selezionato è inesistente.
- Cosa?
E rifece il numeroIl numero selezionato è inesistente.
- Nooo
- Ora basta Sophie. Chi stai chiamando?
Le tolse la cornetta dalle mani e la riappese.
Sophie piangeva e respirava affannosamente .
Poi Claire vide Sophie fissare, come se fosse un fantasma, il calendario appeso in cucina.
- Che c’è cara? Possiamo sederci un attimo e parlare?
- Perché c’è appeso un calendario del 1986 quando siamo nel 2011?
- 2011? Tesoro, ti scongiuro, ma che ti prende? Oggi è il 9 ottobre 1986 e lo sai benissimo.
Claire era esasperata e cercava di rimanere calma ma era confusa. Non era mai successo nulla di simile e vedere sua figlia in quello stato la spaventava e le spezzava il cuore allo stesso tempo.
- Tu menti..io..io ..i miei bambini ..devo tornare a casa..io…
E Sophie svenne.
Claire la stava portando sul divano quando riprese i sensi.
- Sophie, come stai? Resta qui. Ti prendo un po’ d’acqua.
Claire tornò in cucina a prendere da bere, le tremavano le mani e a malapena riuscì a versare l’acqua nel bicchiere.
Quando tornò in salotto, Sophie era sulla cassapanca vicina alla finestra che guardava la pioggia battere sui vetri.
-Tieni tesoro. Bevi un po’ d’acqua.
- Grazie mamma.
Claire scoppiò a piangere. La sua bambina era tornata in sé. Sophie aveva ancora il volto segnato dalle lacrime e sembrava terribilmente triste ma accennò un leggero sorriso e per Claire era sufficiente.
Dopo un lungo abbraccio, Sophie chiese alla madre di poter tornare a letto. Claire l’accompagnò in camera e con un bacio sulla fronte le diede la buonanotte.
Quando chiuse la porta tirò un sospiro di sollievo e tornò giù per farsi una tazza di latte e calmarsi un po’. Stette a lungo rannicchiata sulla poltrona a pensare. Forse la sua bambina aveva avuto un episodio di sonnambulismo. Dicono che, quando succede, sembra che si è svegli. Non lo sapeva, ma in cuor suo ringraziò Dio che tutto fosse finito.
Quando torno di sopra andò da Sophie per controllare che fosse tutto a posto.
La sua bambina non era nel letto, era invece addormenta sulla scrivania. La prese e la mise a letto. Tornò alla scrivania, ripose la penna e quando stava per chiudere il quaderno aperto notò qualcosa di strano e si mise a leggere quello che Sophie aveva scritto:
Non so cosa stia succedendo. E’ assurdo. Sono nel corpo di una bambina di nove anni che non conosco e sono anche tornata indietro nel tempo. Mi scoppia la testa e non riesco a svegliarmi da questo incubo. Non può essere tutto vero. Domani mi sveglierò e sarà tutto a posto. Sarò a casa. Sarò insieme a miei bambini. I miei bambini…Dio, se ci penso mi sento morire. Voglio rivedere i miei piccolini. Se tutto questo fosse vero? Se non potessi più rivedere i miei figli? Non voglio nemmeno pensarci. E anche per questo che prima ho finto di essere di nuovo Sophie, la figlia di nove anni di questa donna che, poverina, sembrava anche più spaventata di me. Capisco benissimo come si dev’essere sentita. Sono madre anch’io e non volevo spezzarle il cuore. Sua figlia non c’è più. O mio Dio. Suo figlia non c’è più. Non ci avevo pensato. Dove sarà finita quella piccola bambina di nove anni? Dio..ti prego, ti scongiuro fa che torni tutto a posto.
- Non dovevi leggerlo.
Claire si spaventò. Si girò verso il letto e vide Sophie seduta che la fissava. Aveva gli occhi tristi.
Claire non poteva credere a quello che c’era scritto in quel quaderno ma quegli occhi così sinceri la penetravano come un coltello nel cuore. Quelle parole non poteva averle scritte lei, anche La scrittura non era quella di Sophie. Non era una nemmeno una scrittura di bambina. Claire non poteva credere a quelle parole ma sapeva che quella che aveva di fronte non era Sophie.
Non era la sua bambina.

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