Quando sento dirmi: "Peccato che tu non lo puoi vedere, ..ma non sai che bello ecc. ecc.", vorrei rispondere sempre:
"Guarda che chi non vede sei proprio tu, illuso di "vedere" ancora qualcosa di "bello". Le cose belle non si vedono realmente, puoi vederle solo se vedi come me, che sono cieca sì, ma più vedente di te, perché io vedo, sento ed elaboro, tu invece fai solo un meccanico ed inconscio movimento con gli occhi che, captata un'immagine, la trasmettono al cervello il quale, a sua volta, se non è stato "divinamente preparato", poco elabora, anzi spesso non elabora proprio. E solo mentre mi dici "peccato che non puoi vedere.." già so che il tuo cervello non elaborerà mai!".
Eh si, "peccato" che non vedo più come prima, perché in teoria non vedo nulla di quanto vedete tutti voi, in pratica "vedo" e sento soprattutto sfumature impercettibili ai tuoi occhi (vedi QUI), le vere cose belle queste che rappresentano il reale monitor su cui godersi una "visione superiore", quella che manca a quasi tutti i cosiddetti "normo vedenti", quindi: "Peccato pure per te che usi solo gli occhi scollegati dal cervello, nel tuo caso pure scollegato dal cuore!".
Noi ciechi possiamo comprendere molto della realtà, anche senza occhi, .. peccato che solo da poco qualcuno ha cominciato a dirlo. Di seguito l'ultima "scoperta", che vale anche per me che sono cieca da pochi anni e sono pure mezza sorda, figuriamoci per chi ci nasce ed ha un superudito, quindi prima di sparare alcune frasi "diversamente intelligenti", collegate il cervello, perché un cieco non è un malato o un disabile cognitivo, vede solo diversamente da voi, cioè vede come si dovrebbe vedere in questo drammatico momento di casino planetario: io vivo quanto vivete voi ecolocalizzandomi (a volte anche teletrasportandomi ;) , io sento e di conseguenza so, chi usa solo gli occhi fa il simulatore di una gelida videocamera, nient'altro, quindi non sente e di conseguenza manco sa, però siccome non ha il marchio dell'Inps come "invalido", si sente "superiore" a me che invece il marchio ce l'ho. Vorrei che chi mi legge ricordasse sempre una cosa: dietro a quel marchio per disabile dell'Inps, quasi sempre c'è chi vede, sente e capisce meglio di chi ha l'illusione di essere "normale". Peccato che in Italia ancora non lo si capisca!
Nelle immagini: io in questi giorni presa da un libro, e un gruppo di ciechi dalla nascita, che mi auguro abbiamo vita più facile rispetto a noi ciechi civili italiani odierni.
La "grande scoperta":
Da cosa deriva l’eccezionale sensibilità dei ciechi, nel percepire i suoni e il loro riperquotersi e rifrangersi nell’ambiente?
Nei non vedenti, secondo la ricerca effettuata dalla University of Western Ontario, i nervi ottici, o comunque una parte del cervello normalmente utilizzata per la percezione delle immagini visive, sarebbero usati come un sonar biologico. Qualcosa che ricorda il sistema di orientarsi dei pipistrelli e dei delfini, che percepiscono l’ambiente a loro circostante misurando l’angolazione e l’intensità degli ultrasuoni che emettono e che, “rimbalzando” sugli oggetti, gli consentono di misurare le distanze dagli oggetti stessi.
In effetti, è dimostrato che alcuni non vedenti sono particolarmente abili ad ascoltare il rimbalzo dei suoni che emettono con la bocca, con il battito delle mani o con lo schiocco delle dita. E c’è chi, con questo metodo, riesce ad allenarsi in qualche sport o andare in bicicletta, o svolgere attività che sarebbero teoricamente impossibili per chi è privo della vista. Questa capacità di orientamento alternativa, questa sensibilità particolare sviluppata dalle persone cieche, viene definita ecolocazione o ecolocalizzazione. La novità della ricerca è che si è compreso che ad intervenire nella percezione dei suoni e quindi dell’ambiente, non è solo l’orecchio, ma gli stessi nervi ottici e le zone del cervello comunemente usate per la percezione visiva.
Gli scienziati, guidati da Mel Goodale, hanno effettuato uno studio su due uomini, volontari, ciechi dall’infanzia, a cui sono stati applicati due microfoni nelle orecchie. Dai microfoni veniva riprodotto l’eco dei suoni che in una precedente fase dell’esperimento era stata registrata. Grazie a delle ripetute scansioni cerebrali e confrontando l’attività cerebrale dei due soggetti con una risonanza magnetica funzionale, si è compreso che i due uomini erano in grado, attraverso la registrazione dell’eco, di individuare gli oggetti così come avevano fatto al momento dell’emissione diretta dei suoni. Ma non è stata evidenziata alcuna traccia di attività cerebrale legata alle aree del cervello che presiedono al senso dell’udito.
vedere col cuore con gli occhi
I risultati della ricerca canadese sono stati pubblicati sulla rivista Public Library of Science One e l’importante associazione inglese Action for Blind People, che si occupa delle problematiche dei non vedenti, ha annunciato che partirà da questa ricerca per mettere a punto una vera e propria tecnica di percezione. Lo scopo è che la tecnica si possa insegnare per perfezionare nei ciechi questa speciale abilità che, a quanto sembra, è intrinsecamente conseguente alla cecità. (fonte: Notizie Fresche)