Pecunia non olet
Creato il 29 settembre 2012 da David Asìni
Sono moltissimi gli estimatori di Monti nel nostro paese: il 37% sarebbe contento di una sua riconferma. Tuttavia, anche i fans più scalmanati dovranno convenire che tra le dichiarazioni dell'8 settembre, “nessun dubbio, il mio orizzonte politico finisce ad aprile 2013”, e quelle di ieri, “prenderei in considerazione un secondo mandato”, ci corre una differenza sostanziale che qualcuno potrebbe chiamare voltafaccia. Eh sì, perché un conto è relazionarsi come tecnico salvatore della patria, disponibile (bontà sua) solo per un determinato lasso di tempo, un altro è comportarsi da consumato politico e annunciare la propria candidatura giusto in tempo per l'inizio della campagna elettorale.E' proprio questo il punto: gli italiani pensano ancora che il governo Monti sia tecnico e non politico? A giudicare dai sondaggi, pare proprio di sì. Si sbagliano; quale la differenza?Un tecnico guarderebbe agli interessi generali del paese cosi come a quelli di un azienda, valutando cioè le modalità di intervento per obiettivi a breve, medio e lungo termine, a prescindere dagli effetti sulle singole classi sociali coinvolte. Un politico porrebbe invece una maggiore attenzione ai problemi contingenti per attrarre consenso immediato, e salvaguarderebbe prioritariamente i suoi elettori, considerandoli i suoi referenti privilegiati.A quale categoria possiamo ascrivere il comportamento del Presidente del consiglio? Monti è intervenuto per i fabbisogni di cassa immediati su iva, benzina, casa, ma ha tralasciato la patrimoniale, le pensioni d'oro, la tassazione dei capitali scudati, i privilegi fiscali alla chiesa; non sarebbero stati ugualmente remunerativi? Pecunia non olet.E il libero mercato tanto invocato? Nelle sue ”riforme” non c'è traccia di provvedimenti su banche, assicurazioni, ordini professionali, petrolieri. Ha dimenticato anche che il patrimonio delle concessioni pubbliche è appaltato a prezzi di saldo, e che i grandi monopoli delle autostrade, del gioco d'azzardo, delle frequenze tv, sono state assegnati senza mai essere stati oggetto d'asta. E' più semplice abolire l'articolo 18; ma serve ad aumentare la concorrenza, o i profitti delle aziende?La politica, il governo della cosa pubblica, non è una discussione retorica amabilmente intrattenuta davanti un tè. È un durissimo scontro di interessi – quasi sempre contrapposti – tra le diverse componenti della società. Il tecnico, è diventato un politico, che agisce come referente di alcune categorie e non di altre, incurante dell'interesse generale; è utile solo alla partitocrazia, ormai consociata alla luce del sole pur di sopravvivere a se stessa.Le prossime riforme strutturali di lungo periodo, possono essere un ulteriore taglio del welfare, del diritto alla salute e alla pensione, oppure possono riguardare la burocrazia, la criminalità e la corruzione, fomentata da una macchina della giustizia scientemente resa inefficiente. Queste ultime tre voci concorrono per 150 miliardi all'anno sul bilancio dello stato, come certificato dalla Corte dei conti; lo sa anche Monti, che pure a riguardo ha brillato per la totale assenza di iniziative.Dove andrà a parare il prossimo governo? E' una domanda tristemente retorica, che si dovrebbe porre il restante 63% dell'elettorato; nel frattempo, gent. professore, abbia almeno la decenza di smettere di dichiararsi tecnico.
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