09 MAG - Il 23% dei pediatri dichiara di far uso di terapie non convenzionali, quasi uno su quattro. Una percentuale già decisamente alta, anche se la percezione degli esperti è che ci sia un sommerso che stenta a venir fuori, perché i medici sono restii a dichiarare di credere in questo tipo di medicina. Questo quanto emerge da un’indagine tra i pediatri iscritti alla SIP, condotta dal Gruppo di Studio sulle medicine complementari costituito all’interno dell’associazione proprio con lo scopo di valutare l’entità della diffusione delle Complementary and Alternative Medicine (Cam) tra i pediatri italiani, di monitorare l’insorgenza di eventuali effetti avversi al loro impiego, di dare ai pediatri e ai genitori informazioni sulle corrette modalità di utilizzo.
“In realtà abbiamo la netta sensazione che i pediatri che usano le complementari siano di più. C’è ancora molta reticenza nel dichiararlo perché in molti prevale ancora l’incertezza sull’efficacia scientifica”, ha commentato il presidente Sip Alberto Ugazio.
All’indagine hanno risposto 1.233 pediatri,di cui la maggior parte (46,8%) ospedalieri, ma con buone percentuali anche di medici di Asl (35,2%), liberi professionisti (14%) e universitari (7,8%). Chi dichiara di usare le tecniche della medicina alternativa, nella maggior parte dei casi si riferisce alla fitoterapia (82,5%), seguita dall’omeopatia 74,9%, e molto distante dall’agopuntura (5,8%).
È il 77% degli intervistati a dichiarare di non utilizzare affatto le terapie non convenzionali, ma l’l’81% del campione che le utilizza dichiara di farlo associandole ai farmaci allopatici: tra i pediatri prevale quindi l’opinione che le medicine alternative non debbano essere considerate sostitutive ma complementari rispetto alla medicina ufficiale.
Tra coloro che hanno risposto di non farne uso: il 63,8% le ritiene inefficaci; il 33,7% dichiara di non essere interessato all’argomento il 2,5% le ritiene dannose.
Talvolta sono direttamente i genitori chiedere di utilizzare le medicine alternative. Prevalentemente ciò avviene per scelta personale (62,7%), su consiglio di parenti e amici (13,7%), su consiglio di un medico (13,4%) su consigli letti su libri o riviste (5,5%). Le mamme e i papà inoltre risultano piuttosto convinti della scelta, tanto che alla domanda “ritieni che la qualità della vita percepita sia stata migliore dall’utilizzo delle Cam?”, addirittura il 74,7% risponde sì e il 24% afferma che nulla è cambiato, mentre solo l’1,3% risponde che è peggiorata.
Quando sono i genitori a fare la richiesta, inoltre, anche i medici che non utilizzano terapie alternative hanno comunque un atteggiamento non oppositivo: alla domanda “se il tuo paziente ti chiede un consiglio sull’uso delle CAM cosa fai?”, il 25% risponde di non opporsi alla scelta e di voler ampliare le proprie conoscenza sulle medicine complementari, il 30,8% non esprime un parere perché non conosce l’argomento; solo il 17% cerca di convincere il paziente che sono inefficaci o dannosi mentre il 7,9% cerca di dissuaderlo o di rinviare questa scelta.
In generale, dunque, l’atteggiamento dei pediatri è piuttosto aperto.“Il pediatra conferma la propria vocazione ad un approccio olistico alla salute del bambino”, ha commentato Ugazio. “Se disponiamo di farmaci, magari di efficacia clinica non provata ma innocui per la salute e capaci di migliorare il “vissuto” della malattia (la qualità di vita percepita), perché non utilizzarli?”.
http://www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo.php?approfondimento_id=2067