Le riflessioni del Dott. Dario Miedico su un articolo di "Repubblica"
L'articolo apparso su Repubblica del 12 settembre scorso, sulle vaccinazioni (prima pagina che prosegue a pagina 19), pur contenendo alcune grossolane inesattezze ed anche qualche falsità, ha quantomeno il merito di non essere a senso unico, presentando solo le argomentazioni di chi è favorevole alle vaccinazioni come avveniva nel passato, ma comincia ad ammettere che esistono controindicazioni anche pesantissime, che l’obbligatorietà vige solo in alcuni paesi e neppure per le stesse patologie, che esiste il diritto al risarcimento, che la magistratura in alcuni casi ha riconosciuto questo diritto precedentemente negato dalla CMO del Ministero, che la popolazione sta cominciando a porsi molte domande e molti dubbi, che questo ha scatenato moltissimi pediatri che hanno sempre sostenuto l’innocuità delle vaccinazioni e che oggi corrono il rischio di essere clamorosamente smentiti.Per questo varrebbe la pena di farlo circolare tra amici e conoscenti, arricchendolo casomai con una serie di sintetiche considerazioni aggiuntive, alcune delle quali vi propongo in calce, che in qualche modo possano colmare le inesattezze e le affermazioni non vere:
Perché questi pediatri, che non risulta si siano mai opposti al diritto dei malati o dei genitori di scegliere per se o per i propri figli quelle che ritengono le migliori terapie, sentono il bisogno di scaldarsi tanto per le vaccinazioni, unico atto sanitario per il quale non è previsto il CONSENSO INFORMATO ma l’obbligatorietà?
Perché sia loro che i media continuano a banalizzare sentenze, che sono individuali e che affermano che IN QUEL CASO è stato riconosciuto il danno da vaccinazione, affermando che contengono giudizi generali sulle vaccinazioni? Forse per poterle meglio attaccare?
Di quei 114 milioni di euro che a detta del Codacons potremmo risparmiare, quanti vanno alle ditte farmaceutiche e quanti ai medici vaccinatori?
La sentenza di Torino non riguarda solo un caso di risarcimento per reazione avversa a vaccinazione ma è anche un caso tipico di malasanità, basato proprio sull'ignoranza di quei medici di base che per anni hanno continuato a sostenere che i vaccini sono innocui, fino a negare l’evidenza delle reazioni avverse anche quando presenti e a volte a rifiutarsi di affrontarle adeguatamente per non smentirsi.
Se non vengono denunciate e raccolte le denuncie di reazione avversa a vaccino, come si può affermare che ancora oggi i rischi di contrarre alcune patologie sono statisticamente maggiori di quelli di una reazione avversa, soprattutto per malattie ormai scomparse?
Le prime cause da vaccino io le ho vinte circa vent'anni fa, ma solo dopo la sentenza di Rimini vi è stato un interesse dei media sul tema, interesse precedentemente sconosciuto. Impossibile non pensare ad un contrattacco delle lobby farmaceutiche a fronte dell’emergere, in diverse regioni d’Italia, della possibilità di non vaccinare a fronte della firma del cosiddetto DISSENSO INFORMATO.
Lo stesso Wakenfield, prima perseguitato dalle lobby farmaceutiche al punto di doversi recare ad esercitare negli Stati Uniti, dove si sono ben guardati dal rifiutare il suo contributo scientifico, oggi è stato del tutto riabilitato.
Consiglio anche tutti di andare sul sito della Società Italiana di Pediatria e leggere le loro affermazioni pseudoscientifiche e criticarle direttamente.
A fronte del maggior interesse sul tema che questi articoli hanno prodotto, ritengo che Medicina Democratica e le varie associazioni che si battono contro l'obbligatorietà delle vaccinazioni debbano approfittare di questo momento per rilanciare la lotta e l'impegno, tramite soprattutto una informazione corretta e diffusa.
Dott. Dario Miedico
Fonte: Comilva