Ve lo dovevo da tanto questo articolo, vero?
Ci sono due cose che volevo fare da tempo su questo blog. La prima, avevo promesso un chiarimento sulla (assenza di) connessione fra omosessualità e pedofilia. Praticamente da quando ho scritto l’articolo in cui confutavo i presunti “studi scientifici contro le adozioni gay”, la critica più comune che ho ricevuto è il fatto di non aver effettivamente confutato alcune delle affermazioni più infami contenute in quello scritto, ovvero le accuse di pedofilia agli omosessuali.
Non l’ho fatto per una ragione ben precisa e precisata: mentre far capire alla gente che una coppia gay è in grado di crescere bene un bambino richiede un certo sforzo, perché necessita di infrangere l’immagine tradizionale della famiglia del mulino bianco come unica possibilità dell’esistenza, ormai la gente ha realizzato da tempo che gli omosessuali non sono pedofili. Non è una cosa che necessita più particolare insistenza, persino Bertone dopo aver lanciato quell’accusa si è beccato tanti di quegli improperi che ha dovuto ricorrere al classico “mi hanno frainteso!”, che equivale mediaticamente a rientrare nella cuccia uggiolando con la coda fra le gambe. Dunque avrei dovuto perdere del tempo a rispondere ad un’accusa così viscida e insensata che, più che causare problemi agli omosessuali, fa fare una figura di merda a chi la sporge.
Dunque in quell’articolo ho semplicemente scritto che l’accusa è troppo infame e troppo insensata per meritare attenzione.
Ne resto convinto, ma a me non piace che si dica in giro che sono sfuggito ad un confronto scientifico, quindi anche se ormai riaffermare che i gay non sono pedofili può sembrare superfluo, sarà bene rifarlo. Anche per non lasciare un pericoloso vuoto informativo in cui possano inserirsi i bufalari.
Dunque ne scriverò in questa occasione. I gay non sono pedofili.
A parte questo, mi riprometto di fare un discorso più generale sul tema pedofilia, uno riguardo al quale tendo ad avere opinioni diverse praticamente rispetto a tutti. Quello lo riservo ad un seguito. Per ora affrontiamo il primo argomento.
La connessione fra omosessualità e pedofilia viene tirata fuori continuamente. Fra coloro che ne hanno fatto uso, il già citato cardinale Bertone (“Molti sociologi, molti psichiatri hanno dimostrato che non c’è relazione tra celibato e pedofilia, e invece molti altri hanno dimostrato, me lo hanno detto recentemente, che c’è una relazione tra omosessualità e pedofilia.”), l’UCCR (“la percentuale di pedofili veri tra le persone con uno sviluppo omosessuale è maggiore rispetto a persone che si sviluppano etero sessualmente”), Massimo Introvigne (“mentre sarebbe ingiusto e assurdo sostenere che tutti gli omosessuali sono pedofili, è un dato di fatto che molti pedofili sono omosessuali.”)… Ma ci hanno provato anche Messori e altri. È un’accusa relativamente comune, insomma, ma di solito non è mai formulata in modo aperto, piuttosto è suggerita, insinuata. Torneremo anche a parlare di questo aspetto comunicativo, per ora entriamo nel merito dei contenuti.
L’accusa è delle più assurde, ma non possiamo demolirla prima di aver capito da dove proviene. I dati originali che hanno dato vita a questa teoria e su cui oggi si basano gli omofobi sono gli stessi citati dall’UCCR, in particolare questo studio.
Ci sono anche alcuni altri studi sullo stesso tema, ma i dati che riportano sono fondamentalmente gli stessi e le stime molto simili, quindi il commento varrà un po’ per tutti.
Abbiamo appurato già in passato che all’UCCR non sanno leggere o fanno finta. Però devo ammettere che sono comunque particolarmente imbarazzato in questo momento …
Praticamente poche righe sotto la frase incriminata con cui accusavano gli omosessuali di soffrire particolarmente di pedofilia, hanno incollato una frase originale dello studio, presumibilmente a conferma di quello che dicono. Ok, è tradotta un po’ male, ma anche così è piuttosto chiaro ciò che dice, ed è l’esatto contrario. Non suggerisce minimamente un maggiore rischio di pedofilia fra gli omosessuali. Leggiamo:
«[i dati, n. mia] supportano l’idea che uno sviluppo omosessuale spesso non si traduce in androfilia [desiderio sessuale per gli uomini] ma in pedofilia [desiderio omosessuale di ragazzi]. Questo, ovviamente, non dovrebbe essere inteso come dire che gli androfili possano avere una maggiore propensione ad offendere i bambini di quanto non facciano gli uomini ginefili [interessati alle donne]»
Sorvoliamo sull’Italiano da Google Translate. Chiariamo innanzitutto i termini, l’androfilia è l’attrazione verso gli uomini adulti; la ginefilia è quella verso le donne adulte. Chi non è pedofilo è androfilo oppure ginofilo. Poi concentriamoci sul gioco dell’equivoco, perché è molto sottile e furbo.
Analizziamo un attimo il dato face value, che è questo: se prendiamo tutti i pedofili (maschi) e isoliamo fra di essi quelli che sono attratti da bambini del proprio stesso sesso (chiamati “pedofili omosessuali”) oppure sia da maschi che da femmine (chiamati “pedofili bisessuali”), siamo intorno al 40% del totale dei pedofili. Se invece prendiamo i maschi non-pedofili, e fra di essi isoliamo gli androfili, ovvero omosessuali attratti da adulti maschi, siamo intorno al 5% del totale. La percentuale è almeno otto volte più bassa nel secondo caso, ovverosia, fra i pedofili i “pedofili omosessuali” sono più comuni che fra i non-pedofili gli androfili.
Da qui il gioco all’equivoco: fra gli omosessuali ci sono più pedofili.
FALSISSIMO!
Quelli che abbiamo esaminato nel primo caso erano i pedofili, nel secondo gli androfili. Sono due gruppi distinti e separati, non siamo andati a vederne la sovrapposizione.
Un cosiddetto “pedofilo omosessuale” è un pedofilo maschio attratto da bambini maschi; ma non sta scritto da nessuna parte che sia anche androfilo, ovvero omosessuale com’è comunemente inteso il termine. Anzi, visto che la maggior parte dei casi di violenza sessuale su minori avvengono in famiglia, dobbiamo dedurre che moltissimi uomini sposati con donne e con figli siano “pedofili omosessuali”, nonostante siano anche ginefili, e dunque siano categorizzati altrimenti come ETEROSESSUALI.
Insomma l’inferenza che bastardamente suggeriscono tutti i personaggi che ho citato prima, che è “se prendiamo un omosessuale (androfilo) abbiamo una probabilità maggiore che sia anche pedofilo rispetto ad un eterosessuale (ginofilo)”, non si può certamente dedurre dagli studi che hanno citato, mentre in altri studi è ormai stata dimostrata falsa[1-3].
È fondamentalmente una semplice fallacia di equivocazione; uno stesso termine che in due contesti diversi assume due significati diversi viene invece trattato come se significasse sempre la stessa cosa. L’equivoco è fra “omosessuale”, termine che com’è usato normalmente sottintende “androfilo”, e “pedofilo omosessuale”, che invece è una cosa diversa e nei confronti degli adulti può essere tranquillamente anche ginefilo, ovvero “eterosessuale”. Come dice quell’altro furbacchione di Massimo Introvigne “molti pedofili sono omosessuali”, è vero, ma solo se si intende che molti pedofili sono “pedofili omosessuali”, non che sono “androfili omosessuali”. La coppia gay della porta accanto è fatta di due adulti, dunque è androfila, non pedofila. Il sottoscritto è androfilo, non pedofilo. Aldu Busi, Dolce e Gabbana, Tim Cook, Jim Parsons, Neil Patrick Harris … tutti androfili, non hanno nessuna maggiore tendenza a sviluppare pedofilia o altre cagate simili. Sono androfili e punto, è un’altra cosa. Apples and oranges, come dicono gli anglofoni.
Il bello è che, appunto, è la stessa cosa che diceva lo studio che l’UCCR cita, e che citano testualmente anch’essi:
“Questo, ovviamente, non dovrebbe essere inteso come dire che gli androfili possano avere una maggiore propensione ad offendere i bambini di quanto non facciano gli uomini ginefili [interessati alle donne]”
Ed era abbastanza ovvio; se uno guarda la comunità LGBT si accorge che al suo interno c’è una forte, talora esagerata, insistenza sulla mascolinità: i falli grandi, i muscoli, il pelo … queste sono le caratteristiche dell’uomo adulto; perché mai omosessuale dovrebbe essere attratto da un bambino, che non le ha?
Sappiamo che i pedofili, siano essi esclusivi, oppure androfili oppure ginefili indifferentemente, spesso sono attratti da bambini maschi. Ma questo non è particolarmente interessante se stiamo parlando di coppie gay, androfile per definizione. Non che non possano esserci androfili che sono anche pedofili; ci sono. Ma non risulta che siano particolarmente numerosi.
E poi, ragazzi miei, i numeri son numeri. Introvigne afferma che il celibato non causa la pedofilia (credo abbia ragione, almeno su questo), e difende questa affermazione dicendo che “il 90% dei pedofili sono sposati“. Non fatico affatto a crederlo, ma se il 90% dei peodfili sono sposati, vuol dire anche che il 90% dei pedofili è ginefilo (“eterosessuale”) o quanto meno riesce a funzionare bene come tale.
Certo, si può magari speculare, come fanno gli autori dello studio, che la pedofilia omosessuale e l’androfilia fino a un certo punto possano avere uno sviluppo comune … non vedo molte basi solide per questa teoria, ma ok, diciamo che si può ipotizzarlo. Ma questo rileva ben poco per gli aspetti pratici: al momento in cui sono compiute seguono strade diverse, restano distinte e senza più aree di sovrapposizione fra di loro che con l’eterosessualità.
Insomma non si può dedurre che i normali omosessuali androfili, in coppia fissa con altri adulti, che fanno domanda per adottare un bambino, abbiano probabilità particolarmente alta di essere pedofili. Dunque non si spiega perché all’UCCR abbiano citato contro le adozioni gay un dato che è di nessuna rilevanza al problema delle adozioni gay. E soprattutto non si spiega che nello stesso paragrafo in cui accusano gli omosessuali di tendenza alla pedofilia abbiano citato testualmente proprio quella stessa frase che nega l’esistenza di una tale tendenza. Può essere che quelli dell’UCCR non sappiano leggere, come già sospettavo; per cui magari effettivamente non ci arrivano proprio a capire che la frase:
“Questo, ovviamente, non dovrebbe essere inteso come dire che gli androfili possano avere una maggiore propensione ad offendere i bambini di quanto non facciano gli uomini ginefili [interessati alle donne]”
significa esattamente che gli omosessuali androfili NON HANNO particolare propensione alla molestia sessuale. Dopotutto, se guardate la traduzione vedete che è fatta chiaramente digitando sulla tastiera con le chiappe ( il verbo “to offend” in questo caso non si traduce con “offendere”, si traduce con “molestare [sessualmente]”; nei paesi angolofoni la “sexual offense” è un “crimine sessuale”, una categoria specifica di crimini che include molestie, stupro e anche solo fare la pipì in pubblico, in realtà). Quindi sembrerebbe proprio il caso.
Ma in realtà c’è un’altra possibilità, che credo sia quella vera … l’ambiguità volontaria. Ovvero la ragione per cui UCCR, Introvigne e compagnia bella mi stanno nel complesso più sul cazzo dei lefebvriani.
Per dire, i lefebvriani, tipo quelli del defunto Pontifex, ti dicono le cose in faccia. Probabilmente anche per questo hanno chiuso. Sull’UCCR no. Sull’UCCR ti scrivono, in una pagina di “studi scientifici contro le adozioni gay” che “la percentuale di pedofili veri tra le persone con uno sviluppo omosessuale è maggiore rispetto a persone che si sviluppano etero sessualmente”.
L’unica rilevanza che questo dato potrebbe avere per l’argomento adozioni sarebbe se gli omosessuali che adottano avessero una tendenza particolare ad essere pedofili; dunque qualunque lettore la interpreterà in quel modo, è ovvio, o non avrebbe senso neanche citare il dato in quel contesto. La mera ipotesi accademica che omosessualità androfila e pedofila possano avere un qualche momento di sviluppo comune è appunto solo un’ipotesi, e per di più, non è rilevante alla causa delle adozioni gay che riguardano comunque coppie androfile ormai consolidate. Ma se io ora dicessi che sull’UCCR hanno accusato gli omosessuali di essere più pedofili degli etero, loro potrebbero dire “ma no, abbiamo anche citato la frase che diceva il contrario”.
Certo, in quel contesto citare quello studio e in quel modo lì e con quei commenti lì non può che significare l’accusa di pedofilia. Ma loro hanno il culo parato.
Fondamentalmente, usano un’ambiguità insinuante invece dell’accusa aperta; questo è lo stile comunicativo un po’ viscido cui accennavo prima. In questo modo evitano di prendersi le responsabilità di ciò che dicono.
E nel frattempo lo dicono lo stesso: “non tutti gli omosessuali sono pedofili. PEROOOOOÒ …”
E qui attaccano con qualche affermazione che serve a sollevare il sospetto di pedofilia sugli omosessuali.
Un po’ come il buon vecchio sillogismo fallaciano: “non tutti i musulmani sono terroristi… PEROOOOÒ …” e qui attacca il suggerimento sottile ma chiarissimo che sia invece proprio così “… tutti i terroristi sono musulmani”. Che non è manco vero, Breivik docet.
Non so voi lettori, ma è uno di quei comportamenti che quando ci entro in contatto mi fanno venire bisogno di lavarmi.
Comunque, questo era fondamentalmente l’unico dato che, seppur interpretato molto, e aiutatemi a dire molto, male, poteva essere usato per sostenere l’accusa di pedofilia contro gli omosessuali. Crollato quello, non resta nient’altro di serio; solo un’aneddotica scadente su cui vorrei soffermarmi meglio in un prossimo intervento.
Faccio un ultimo commento, che si ricollega a quanto scrivevo nel mio articolo sugli usi ingiusti dei dati statistici: i maschi, indipendentemente dall’orientamento sessuale, hanno una probabilità almeno 10 volte maggiore delle femmine di essere pedofili; e questo è dimostrato e certo [4]. Dunque seguendo la logica ucciccierrina dovremmo tipo proibire ai bambini di avere a che fare con i maschi …
Anche in questo caso vale quella buona regola che dovremmo tutti imparare: un dato statistico deve prima essere tradotto nella sua rilevanza pratica. Se anche fosse vero che fra gli omosessuali i pedofili invece di 1 su 100 sono 2 su 100 allora sarebbe vero che “fra gli omosessuali ci sono più pedofili” (qualcuno finirebbe sicuramente con l’usare la Risk Ratio invece della Risk Difference, così risulterebbe perfino “prevalenza doppia”, che suona sconvolgente mentre su numeri piccoli è irrilevante), ma questo non giustificherebbe un pregiudizio abominevole e infamante come quello di essere child molester verso tutti gli omosessuali.
Poi comunque traete le vostre conclusioni.
Nel prossimo intervento parlerò ancora di pedofilia, ma in un’ottica un po’ più generale. Restate in linea.
Ossequi
[1] Freund et al. (1989). “Heterosexuality, homosexuality, and erotic age preference”. Journal of Sex Research, 26, 107–117
[2] Kurt Freund et al. (1973) “Heterosexual Aversion in Homosexual Males”. Brit. J. Psychiat. (ig73), 122, 163
[3] Freund, Kurt; Watson, Robin J.; Rienzo, Douglas. “Heterosexuality, homosexuality, and the erotic age preference”. Journal of Sex Research 26, no. 1 (1989): 107–117.
[4] Lisa J. Cohen, PhD and Igor Galynker, MD, PhD (June 8, 2009). “Psychopathology and Personality Traits of Pedophiles”. Psychiatric Times. Retrieved March 7, 2014.