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Vulcanismo e StratWarming
Nel 2011 una serie di tremende eruzioni vulcaniche hanno letteralmente sparato enormi quantità di pulviscolo e solfati nell'atmosfera.
Nel mese di maggio 2011 il vulcano Grismvotn si è risvegliato con una grande eruzione, la più grande da 140 anni, eruttando nell'arco di pochi giorni la stessa quantità di materiale eruttata dal suo predecessore nel 2010 nell'arco di 2 mesi.
Neanche un mese dopo altre 2 prodigiose eruzioni hanno letteralmente sparato nell'arco di diversi mesi titaniche quantita di cenere e zolfo nell'atmosfera che a loro volta sono andati ad aggiungersi a quelli eruttati dal Grismvotn.
Uno di questi, il Puyheue rimasto quiescente per oltre 50 anni si è risvegliato il 4 giugno in Cile con una grande eruzione durata diversi mesi, la nube di cenere ha raggiunto non solo il Brasile ma anche oltreoceano il Sud Africa, L'Australia e la Nuova Zelanda.
L'altro vulcano invece si trova oltreoceano, in Sud Africa, in Eritrea, considerato estinto da migliaia di anni il vulcano Nabro si è risvegliato pochi giorni dopo con una grande eruzione scaraventando enormi colonne di pulviscolo nell'atmosfera e imponenti flussi di lava.
L'eruzione ha ucciso sette e, eventualmente, ulteriori 31 persone e ha emesso i più alti livelli di biossido di zolfo (SO 2) mai osservati dall'orbita terrestre.
La nube di cenere dell'eruzione raggiunto altitudini che hanno perturbato il traffico aereo nella regione.
L'eruzione ha espulso una grande nuvola di cenere vicino al Eritrea-Etiopia nella regione di confine, che si estende per oltre 1000 km (620 mi) nel vicino Sudan .
L'altezza della nube di cenere ha raggiunto un picco a 14.000 m, il che implica un VEI di 3 o 4.
La nube di cenere ha iniziato l'interruzione del traffico aereo negli Emirati Arabi Uniti, alla base di Emirates i voli sono stati cancellati con Saudi Arabian Airlines voli.
Il Luxor International Airport a Luxor, in Egitto è stato posto in stato di emergenza.
E' ormai assodato che le emissioni vulcaniche, in particolare quelle esplosive, sono in grado di modificare il clima provocando un calo nelle temperature medie in misura proporzionale alla quantità di gas e polveri che liberano.
I meccanismi responsabili di tale fenomeno sono sostanzialmente due.
Il primo è il velo di pulviscolo sottile che filtra i raggi solari riducendone la quantità e l'intensità che giunge negli strati bassi dell'atmosfera, sul suolo e sui mari, diminuendone quindi il riscaldamento da parte del Sole.
Il secondo fa entrare in causa l'anidride solforosa (SO2), emessa anch'essa in gran quantità dai vulcani, che combinandosi con le molecole d'acqua dell'umidità atmosferica si trasforma in acido solforico.
L’effetto predominante è quello di riflettere la radiazione solare il che, in assenza di altri meccanismi, provocherebbe un raffreddamento della parte bassa dell'atmosfera e quindi della superficie.
La parte superiore invece subirebbe l'effetto contrario equivalente a quello della radiazione riflessa che andrebbe contrariamente a riscaldare gli strati superiori dell'atmosfera.
La permanenza delle polveri nell'atmosfera e dei solfati ha una durata che va ad almeno 4 anni, a seconda dell'intensità e della durata delle eruzioni, se calcoliamo dunque le intense eruzioni che hanno caratterizzato il 2011, possiamo comprendere che indubbiamente l'effetto che esse stanno avendo nell'atmosfera terrestre non si è dissipato, anzi, in un periodo di aumento dell'attività vulcanica come l'attuale, c'è il rischio che nuove eruzioni potrebbero presto influire sul clima.
Ora ci spostiamo nell'Artico nella quale nell'atmosfera stà avendo luogo un anomalo riscaldamento della stratosfera denominato StratWarming.
In meteorologia con il termine Stratwarming si intende un riscaldamento anomalo della stratosfera terrestre. Il riscaldamento può essere lieve, moderato o intenso dando vita a minor, medius e major stratwarming (fino a 60 °C di anomalia) e rilevabile tramite radiosondaggi atmosferici. Lo stratwarming si presenta in massima parte d'inverno e sembra coinvolgere in misura molto maggiore l'emisfero settentrionale piuttosto che quello meridionale.
Il fenomeno sebbene ricada nella fascia dell'atmosfera superiore alla troposfera, cioè alla fascia dove avvengono i comuni fenomeni meteorologici, ha delle conseguenze importanti sull'evoluzione meteorologica al suolo. Infatti lo stratwarming è in grado di produrre una rottura o separazione (split) in due lobi del cosiddetto vortice polare, la depressione in quota che staziona sul polo specie nel periodo invernale e che è responsanbile delle discese di aria fredda verso le medie latitudini. In seguito allo split sul polo si forma un'area di alta pressione mentre i due lobi si dirigono verso sud/nord apportando condizioni di maltempo e calo termico. Tale configurazione è stata all'origine delle più intense ondate di gelo che hanno investito il continente europeo (Italia compresa) nel 1929, 1963 e 1985.
Solo ora, nella troposfera, si iniziano a sentire gli effetti del possente “Stratwarming” che da inizio mese si è attivato sopra il mar Glaciale Artico. Il brusco riscaldamento della stratosfera nelle prossime settimane potrebbe provocare un vero e proprio scombussolamento nella troposfera, favorendo il verificarsi di importanti ondate di freddo fra l’area canadese, il nord degli Stati Uniti, assieme ai paesi europei e a quelli dell’Asia centro-settentrionale. In genere lo “Stratwarming”, con molta probabilità, comincia ad insorgere quando la circolazione generale emisferica comincia a presentare un andamento piuttosto ondulato, per lo sviluppo di “forcing” troposferici sempre più intensi, specie fra il Pacifico settentrionale e il nord Atlantico, dove vanno a costruirsi imponenti “blocking” (promontori anticiclonici di blocco, distesi lungo i meridiani) che arrestano le impetuose correnti zonali. In questa fase sopra le latitudini artiche, a causa degli intensi “forcing” nell’alta troposfera, si possono verificare degli intensi riscaldamenti stratosferici che tendono a propagarsi verso l’alta troposfera, favorendo un sensibile aumento dei valori di geopotenziale che vanno ad instaurare una potente cellula anticiclonica dinamica troposferica sopra l’Artico.
Nelle prossime settimane di febbraio fino a metà marzo potremmo assistere a interessanti ondate di freddo intenso sull'Eurasia e gli Stati Uniti
Qualcuno ha ipotizzato che questo fenomeno potrebbe essere stato causato dal Riscaldamento Globale, ma in realtà oltre al fatto che si tratta di un fenomeno naturale, si sta registrando un costante calo della temperatura media in tutto il pianeta da diversi anni, mentre alcuni ma sempre meno sono sempre convinti che il freddo sia una causa del riscaldamento atmosferico..sebbene la scienza dimostri una realtà inversa..
Declino delle Temperature Terrestri
Eccezionali ondate di freddo record e un calo delle temperature sul lungo termine ci stanno evidenziando da diversi anni che ci stiamo indirizzando nuovamente verso una nuova Piccola Età del Ghiaccio che potrebbe durare diversi secoli.
In Germania le medie temperature da quasi 2 decenni le temperature sono in declino.
In Germania le temperature sono in calo dal 1998, mentre le concentrazioni di CO2 nel mondo sono aumentate. (Fonte Chart: Josef Kowatsch, Eike, fonte dei dati è il Servizio meteorologico tedesco DWD)
Nell'Oceano Pacifico è tornata a farci visita la nostra amica di sempre che non ci ha mai abbandonati, tanto che anomalie di temperatura negative hanno circondato l'Oceano Pacifico anche durante l'estate, quando si è sviluppato un breve fenomeno di El Nino.
La Nina è tornata di nuovo per la terza volta consecutiva, un fatto che a giudicare dalla fonte non ha un precedente storico, ma un fatto molto curioso è che nonostante una minoranza di scienziati affermi con convinzione l'innalzamento delle temperature terrestri a causa delle attività umane, questi fatti sembrano continuamente venire smentiti dal fatto che gli oceani dal 2008 manifestano maggiormente una tendenza al raffreddamento a livelli record.
Se consideriamo che la superficie dell'oceano contiene le stesse temperature dell'atmosfera ne risulta che questa prolungata tendenza al raffreddamento evidenzia che l'atmosfera terrestre si stà raffreddando.
Anche le temperature dell'Alaska sono in declino da decenni.
Questo potrebbe non essere una novità per dell'Alaska alle prese con un altro giro di 50 anni sotto,durante l'inverno più freddo in due decenni, o per i marinai bloccati dal Mare di Bering questa primavera da una crescita record del ghiaccio.
Poi di nuovo, potrebbe.
Il 49 °stato è stato a lungo etichettato uno dei più veloci in fase di riscaldamento sul pianeta. Ma è così dal 20° secolo.
Nel primo decennio dal 2000, il 49 ° stato si è raffreddato 2,4 gradi Fahrenheit.
Questo è un "valore elevato per un decennio", il Centro di ricerca sul clima dell'Alaska presso l'Università di Fairbanks in Alaska ha detto in "Il primo decennio del nuovo secolo: una tendenza di raffreddamento per la maggior parte dell'Alaska."
Anche il Metoffice sembra confermare la tesi che negli ultimi 16 anni non ci sia stato alcun incremento delle temperature globali, come invece prevederebbe la teoria del Riscaldamento Globale causato dall'anidride carbonica causata dalle attività umane.
Già, proprio loro del Met Office e dell’University of East Anglia che hanno sempre sostenuto le tesi legate ai cambiamenti climatici e al riscaldamento globale, adesso capovolgono completamente l’analisi forse condizionati dagli eccezionali rigori che in Europa si susseguono di anno in anno nei mesi invernali ma non solo, bensì illustrando che secondo gli ultimi dati a disposizione, negli ultimi 15 anni la Terra non si è riscaldata. Sulla base della lettura di oltre 30.000 stazioni meteorologiche, infatti, a fine gennaio il Met Office e l’University of East Anglia hanno pubblicato nuove analisi che stravolgono quelle che per alcuni erano “certezze”.
L'attuale ciclo solare undecennale è il 24 cominciato nel 2008 e nella quale stiamo giungendo alla fine del suo picco di attività massima, il precedente il ciclo 23 è cominciato nel 1996 ed è terminato nel 2008, il 22 invece è cominciato nel 1985 ed è terminato nel 1996.
Si noti come gli ultimi cicli solari stiano evidenziando un calo della loro intensità sempre maggiore, fino ad arrivare all'attuale 24.
Questo spiega perchè le temperature globali stiano evidenziando un calo già dal ciclo 23.
Il Ciclo 25 ci si aspetta che sarà ancora più debole, in tal caso saremmo già in piena Piccola Era Glaciale.
Ghiacciai e aumento del manto nevoso
Dal 2008 a questa parte diverse aree dell'emisfero settentrionale sono state affogate da una spessa coltre di neve, o coperte da nevicate storiche che non si vedevano da decenni.
Nel 2008 prodigiose nevicate non hanno lasciato indifferenza del pubblico, e allo stesso modo è stato constatato come uno degli inverni più nevosi degli ultimi 50 anni.
Questa foto è stata scattata a Sella Nevea il 9 maggio 2009 a quota 1800 metri. La Conca Prevala ha accumulato ben 10 metri di neve durante l’inverno record!
Foto un po’ meno affascinante ma sicuramente rappresentativa di un inverno record. Nella fattispecie possiamo ammirare la nevicata che ha portato in pochi giorni più di 2 metri di neve a 1200m su tutta la Val Zoldana (Belluno – Veneto).
In Alaska, la cosa non è stata molto differente, un'estate fredda dell'Alaska ha avuto risultati sorprendenti.
Per la prima volta nella storia della zona, i ghiacciai della zona hanno iniziato a espandersi piuttosto che ridursi.
Temperature estive, che sono state circa 3 gradi sotto la media, livelli record hanno permesso alla neve invernale a rimanere molto più a lungo, determinando l'aumento della massa glaciale.
Dal 1946, l'US Geological Survey (USGS) ha mantenuto un progetto di ricerca misurare lo stato dei ghiacciai dell'Alaska.
Quest'anno ha visto un record spezzato per l'accumulo di più neve.
È stata anche la prima volta da quando ha cominciato ad essere i record che i ghiacciai non si ritrassero durante i mesi estivi.
I record risalgono alla metà del 1700, quando la regione fu visitata da esploratori russi.
Allo stesso modo anche il 2011 e il 2012 hanno visto altrettanti mostruosi accumuli di neve.
Già a dicembre, 2011, sulle Alpi settentrionali (versanti esteri: Francia, Svizzera, Austria e aree di confine dell’Italia) si erano verificate eccezionali nevicate: i dati che abbiamo pubblicato qualche giorno fa ne hanno confermato i quantitativi da record.
Ma questo gennaio è iniziato ancora “peggio”, o “meglio”: dipende dai punti di vista. Nei giorni scorsi, con la tempesta “Andrea” che ha sferzato tutta l’Europa e nel giorno dell’Epifania anche l’Italia, sulle Alpi sono caduti metri di neve fresca, e Svizzera e Austria sono andate in tilt. Alcune tra le principali località sciistiche come Andermatt, Arosa, Davos, Lech, Zürs, Stuben, Warth e Gargellen sono rimaste completamente isolate per due giorni. Strade e ferrovie sono bloccate da tre giorni. Oltre alla neve, ci sono state forti bufere di venti a oltre 150km/h nei fondovalle e nelle pianure, e fino a 280km/h sui crinali di montagna.
In Alaska invece a inizio 2012, metri di neve hanno lettaralmente sepolto vaste aree dello Stato.
I dati racconti dal Servizio Meteorologico locale parlano chiaro. In queste aree nevica spessissimo, e la neve si calcola di anno in anno, dal 1° luglio al 31 giugno successivo. In questa stagione, dal 1° luglio 2011 ad Anchorage sono caduti ben 206,5cm di neve. Mai ne era caduta così tanta in questa prima parte della stagione; il record assoluto è di 337,3cm del 1954/1955 ma ancora mancano più di cinque mesi alla fine di questa.
Anchorage non è la sola località dell’Alaska a vedere così tanta neve.
A Cordova sono caduti 550cm di neve solo nei giorni scorsi, e ancora “peggio” è accaduto nell’altra località costiera, quella di Valdez, dove sono caduti finora 807,8cm di neve.
Sulle Whistler Mountain, canadesi invece il manto nevoso era spesso 10 metri, troppo spesso per potersi sciogliere in una sola estate.
Il fatto da prendere in considerazione è che con il passare degli inverni l'accumulo di neve andrà a superare il livello di scioglimento, il che con il passare degli anni andrà direttamente a formare nuovi ghiacciai, o alimentare quelli già presenti.
A inizio 2012, anche il Sud Italia è stato investito da massicce nevicate che in numerose aree hanno portato fino a 2 metri di neve con non pochi problemi.
"In effetti, su molte regioni interne adriatiche nevicate di questo spessore non si vedevano dal 1956, ma in alcuni casi i livelli di neve son stati così eccezionali da dover tornare indietro al 1929."
Tra il 2012 e il 2013 invece la cosa non è stata migliore ne per l'Islanda ne per la Russia.
A inizio settembre 2012 interi capi di bestiame sono stati sepolti sotto una spessa coltre di neve dai 2 ai 3 metri di spessore.
Black-out in tutta la regione, automobilisti bloccati sulle strade, ma soprattutto 13.000 pecore sepolte vive nella neve, questo è ciò che ha affrontato in questa settimana ma anzi sta ancora affrontando il nord dell’Islanda. La neve in questa regione ad inizio settembre non è così inusuale ma una nevicata di due-tre metri mentre le pecore sono ancora nei pascoli, al contrario è un evento straordinario. Gli allevatori sono stremati delle continue ricerche negli sterminati pascoli innevati, nella speranza di trovare gli animali intrappolati.
Allo stesso modo, sempre in Islanda, un'altra eccezionale ondata di maltempo ha scaricato altrettante quantità di neve, con una coltre dallo spessore fino a 5 metri.
Alcune zone dell'Islanda del nord hanno assistito a nevicata di forte intensità lasciando di stucco anche le popolazioni locali, alcuni dei quali hanno affermato: "nevicate di tale intensità non si verificavano da decenni, sembra di esser tornati indietro di almeno 50 anni". Particolarmente interessata dalle forti nevicate, Sauðárkrókur, la più grande città nel nord-ovest Islanda e la seconda città più grande della costa settentrionale dell'Islanda.
Nel gennaio 2013 invece vaste porzioni della Russia Settentrionale e della Siberia sono state affogate da mostruose nevicate che hanno raggiunto accumuli talvolta dallo spessore equivalente i 10 metri.
Sempre secondo i dati del servizio meteorologico russo, era dall’inverno del 1938 che nel Paese non c’erano condizioni di freddo e neve così rigide. Circa 90 persone sono morte in questi giorni, e più di 600 sono state ricoverate per motivi riconducibili al grande freddo (cadute, incidenti o problemi polmonari). Dall’inizio dell’inverno, invece, le vittime sono più di 200: colpa di infortuni e ipotermia.
La stessa cosa è toccata nche alla Spagna.
Sui Pirenei, a oltre 1.000 metri di quota.
Qui la neve non è rara, soprattutto d’inverno.
Ma accumuli così sono davvero impensabili.
Si tratta di record assoluti, provocati dall’affondo di aria Artica che ha invaso la Francia sud/occidentale spingendosi fin nella penisola Iberica. Il risultato è stata una vera e propria apocalisse di neve sui Pirenei.
Canada, Alaska, Islanda, Russia, Spagna, Austria, Svizzera, Siberia dal 2008 ad oggi sono stati sepolti da immani quantità di neve, non sembra sempre più evidente che questi fenomeni stiano prendendo una piega molto più consueta rispetto a quella di chi tristemente si preoccupa per un pianeta che si scalda a causa dell'anidride carbonica prodotta dalle attività umane?
Il Ritorno dei Ghiacciai
Vero, molti ghiacciai sono in fase di ritirata a causa del precedente riscaldamento climatico, ma sul lungo andare se l'aumento della massa nevosa sulle catene montuose sarà superiore a quella di ablazione e se l'attuale bassa attività solare perdurerà per secoli, come effettivamente sono state le precedenti Piccole Ere Glaciali, nell'arco di pochi decenni una vasta porzione dei ghiacciai globali, si sarà riformata nelle valli precedentemente occupate da essi, oppure quelli presistenti saranno in fase di avanzata.
Ci sono molti fatti che quest'ultimo fenomeno stia già avvenendo.
La notizia è davvero sorprendente: un nutrito gruppo di 230 ghiacciai himalayani, contraddice la generale tendenza del Global Warming, mostrando una decisa avanzata.
Le recenti ricerche avevano mostrato come la maggior parte dei ghiacciai del Plateu Tibetano siano in forte decrescita, legata al riscaldamento climatico, e questo aveva allarmato le popolazioni di Cina ed India che, dalle acque dei fiumi derivati dallo scioglimento glaciale, traggono il proprio sostentamento.
Ebbene, è stato sorprendente scoprire che , sulla zona Himalayana occidentale e sul Karakorum, ci sono oltre 230 gruppi glaciali in forte avanzata, e che in 87 di essi si sono verificati sicuri incrementi di massa a partire dal 1980 (dati ottenuti rilevando analisi gravitative).
Si tratta, tra l'altro, dei più grandi ghiacciai al mondo alle medie latitudini.
Simili accadimenti si sono verificati anche sui complessi glaciali scandinavi a partire dagli anni Novanta, e sui ghiacciai del Monte Shasta, in California, e sulle montagne degli Stati dell'Oregon e di Washington, dove, sempre a causa di un maggiore afflusso di umidità da ovest, sono aumentate le nevicate, e quindi i complessi glaciali sono in avanzata.
Anche la cappa glaciale del Monte Bianco è in forte crescita.
IN DUE anni il Tetto d'Europa, il Monte Bianco, ha guadagnato 2,15 metri in altezza e addirittura 10.000 metri cubi di ghiaccio sulla sua calotta principale. La nuova quota della cima è ora 4.810,90 metri, altezza che a memoria d'uomo non è mai stata registrata. Lo rivela "Le Figaro", quotidiano francese. La nuova quota del Monte Bianco non è imputabile alla crescita della parte rocciosa della montagna (la quale può elevarsi al massimo di pochi centimetri all'anno), bensì ad un aumento della calotta glaciale, la quale, contraddicendo tutte le previsioni, almeno in alta quota, sta aumentando in quantità anziché diminuire.
Allo stesso modo pare che in diverse aree, l'accumulo di neve che resiste durante la bella stagione stia portando alla formazione dei primi nevai nelle vallate, i quali se resisteranno alla stagione calda, con l'accumulo sempre maggiore di neve potrebbero dar inizio alle prime formazioni glaciali.
Nel 2009 sulla Alpi Martittime sono stati fotografati diversi nevai.
E' largo circa 50 m,sarà lungo quasi 1000 m,situato tra i 1300 e i 1600 m di quota e lo spessore dovrebbe superare i 10 metri.
Arresto Cardiaco del Sole
Gli sforzi per identificare il rapporto statistico tra attività solare e le manifestazioni vulcaniche sono state fatte da un certo numero di scienziati: AI Abdurakhmanov (1976); NK Bulin (1982); YA Hajiyev (1985); Sh. F. Mehdiyev, EN Khalilov (1984, 1985); SV Tsirel (2002), e VE Khain, EN Khalilov (2008, 2009), tra gli altri.
Per esempio, AI Abdurakhmanov, PP Firstov e VA Shirokov hanno suggerito un legame tra eruzioni vulcaniche e la ciclicità di 11 anni di attività solare.
Secondo gli autori, gli anni in prossimità di massima attività solare sono sfavorevoli per eruzioni vulcaniche, mentre gli anni più favorevoli per le eruzioni si trovano vicino al minimo di attività solare, per lo più nel mezzo e alla fine del declino del ciclo solare (AI Abdurakhmanov, 1976).ù
Attualmente, dal 2012, non abbiamo avuto significative attività vulcaniche proprio a causa del fatto che ci siamo inoltrati nella fase di Massimo Solare uncedennale, questa fase però ormai è agli sgoccioli, quando sarà terminata terminata potrebbe cominciare il peggio.
Secondo gli scienziati del Astronomico Nazionale del Giappone e del Riken Research Foundation, l'attuale attività delle macchie solari assomiglia a un periodo nel 17 ° secolo conosciuto come Minimo di Maunder, la parte più fredda della Piccola Era Glaciale.
Durante tale periodo di 70 anni, a Londra il Tamigi gelò e i fiori di ciliegio fiorirono più tardi del solito a Kyoto.
Le temperature si stima siano state di circa 2,5 gradi più bassae durante il Minimo di Maunder che durante la seconda metà del 20 ° secolo.
I ricercatori hanno anche scoperto segni di insoliti cambiamenti magnetici nel sole, portandoli a credere che la polarità del campo magnetico ai poli solari si inverte e diventerà quadrupolare a maggio.
Un gruppo di ricerca guidato da Saku Tsuneta, professore presso l'osservatorio, ha confermato che la polarità del campo magnetico al Polo Nord ha cominciato inversione nel luglio dello scorso anno.
Tuttavia, il campo magnetico al Polo Sud, che avrebbe dovuto invertirsi insieme al Polo Nord, ha mantenuto una polarità positiva, che, secondo i ricercatori, porterà alla formazione di una struttura a quattro poli magnetici con due nuovi poli vicino all'equatore del sole.
Lo studio giapponese ha scoperto che l'andamento della corrente dell'attività delle macchie solari è simile ai record di quel periodo.
Anche la Nasa è arrivata simili conferme.
Questa settimana, gli scienziati del Solar Observatory Stati Uniti e la US Air Force Research Laboratory hanno scoperto - con loro grande sorpresa - che l'attività solare è in calo, e che potremmo sperimentare la più bassa resa solare che abbiamo visto dal 1645-1715.
Il Registro descrive tutto ciò in toni drammatici:
Potrebbe essere che la storia della scienza del secolo si stia rompendo questa sera.
Quella minoranza di scienziati che sono convinti che il riscaldamento globale è una grave minaccia per il nostro pianeta dicono che una tale riduzione della produzione solare semplicemente potrebbe farci guadagnare più tempo ... ritardando la tendenza al riscaldamento, ma non fermare o invertire la tendenza.
D'altra parte, un numero sempre crescente di scienziati che sono scettici sul riscaldamento globale dicono che la minaccia è una nuova Piccola Era Glaciale.
La NASA riporta questa settimana che potremmo essere sull'orlo di un altro minimo di Maunder (un periodo con un numero insolitamente basso di macchie solari, che porta a temperature più basse):
Durante il Minimo di Maunder, un deficit di 70 anni delle macchie solari alla fine del 17 ° e l'inizio del 18 ° secolo, la parte più fredda della Piccola Era Glaciale, l'Europa e il Nord America sono stati sottoposti ad amari inverni freddi.
Recentemente numerosi vulcani in tutto il mondo hanno evidenziato forti tremori sismici, vulcani molti della quale non eruttavano da secoli o anche millenni.
Vedi lista.
Già dall'anno prossimo gli inverni potrebbero diventare molto amari.
Fonti:
http://blogs.reuters.com/great-debate-uk/2011/06/03/why-volcanoes-are-likely-to-continue-to-cause-chaos-in-europe/
http://en.wikipedia.org/wiki/Puyehue-Cord%C3%B3n_Caulle
http://en.wikipedia.org/wiki/2011_Puyehue-Cord%C3%B3n_Caulle_eruption
http://en.wikipedia.org/wiki/2011_Nabro_eruption
http://en.wikipedia.org/wiki/Nabro_Volcano
http://it.wikipedia.org/wiki/Stratwarming
http://www.meteoweb.eu/2013/01/gli-effetti-del-major-stratwarming-cominciano-a-delinearsi-nella-troposfera-canada-e-usa-si-preparano-al-gelo/180376/
:http://notrickszone.com/2013/01/16/european-climate-institute-climate-in-germanys-has-been-cooling-for-15-years/
http://stevengoddard.wordpress.com/2013/01/15/unprecedented-third-consecutive-la-nina/
http://www.meteoweb.eu/2012/02/met-office-shock-dimentichiamo-il-global-warming-adesso-ci-preoccupa-il-ciclo-25-del-sole/119896/
http://nextgrandminimum.wordpress.com/
http://www.meteoweb.eu/2012/01/neve-record-in-alaska/110983/
http://expianetadidio.blogspot.it/2012/05/pegla-svolta-dei-fatti.html
http://www.meteoweb.eu/2012/09/e-gia-inverno-in-islanda-tormente-di-neve-e-blackout-in-tutta-la-regione-migliaia-di-pecore-ancora-sepolte/152965/
http://www.diariometeo.com/news-mondo/europa/item/563-islanda-sau%C3%B0%C3%A1rkr%C3%B3kur-sommersa-dalla-neve-alcune-case-evacuate
http://www.meteoweb.eu/2013/01/incredibile-in-spagna-apocalisse-di-neve-sui-pirenei-accumuli-di-oltre-2-metri-tutte-le-foto/177696/
http://www.meteogiornale.it/notizia/15040-1-lavanzata-dei-ghiacciai-himalayani
http://www.repubblica.it/2007/10/sezioni/ambiente/monte-bianco-cresce/monte-bianco-cresce/monte-bianco-cresce.html
http://forum.meteonetwork.it/glaciologia-cura-sgl/108773-grandi-nevai-sulle-alpi-marittime.html
http://expianetadidio.blogspot.it/2012/06/il-grande-minimo-solare-e-il-risveglio.html
http://fetonte.blogspot.it/2013/01/la-nasa-possibile-un-nuovo-minimo-di.html
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