Metal strumentale affascinante e a volte goffo. Come un pellicano.
2007
Metal strumentale (o meglio "post-metal"), avete letto bene e se state pensando "che palle!" bè, in parte, potreste aver ragione. Prima, però, un orecchio a quest'album degli americani Pelican dovreste darglielo. Ok, magari non a tutto l'album che, sarò onesto, non è affatto un capolavoro. Non è nemmeno tecnicamente eccelso: la batteria, ad esempio, è un po' debole, arrancante e poco espressionista. È un peccato perché sarebbe potuto essere davvero un gran disco. Il punto è che si gioca tutte le carte migliori in due soli pezzi (almeno sono i più lunghi) che, in effetti, sono probabilmente i più bei pezzi di rock strumentale che abbia mai sentito, per via delle loro progressioni melodiche evocative. Metal da ascoltare con gli occhi chiusi: scordatevi le corna in aria e l'headbanging. Gli altri pezzi, un po' più sludge e duri, sono carini ma un po' piatti e decisamente non immaginifici come la title track e "Spaceship Broken - Parts Needed". Quest'ultima, in particolare, ogni volta che l'ascolto mi trasporta in mezzo allo spazio siderale e mi fa sentire veramente il pathos e la drammaticità del rimanere con una navicella spaziale in panne nel bel mezzo del vuoto cosmico.Vi consiglio di ascoltare almeno questi 2 brani: forse troverete coinvolgenti anche gli altri.
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