Sono giorni che mi immaginavo esattamente questa scena: un furgoncino scassato in partenza all’alba da Bangkok direzione nord, verso l’antica capitale di Ayutthaya!
Si parte!
Ayutthaya è una delle mete turistiche più famose della Thailandia, fondata nel 1350 e antica capitale del Regno di Siam dal 1558 fino al 1782, anno in cui venne ufficialmente fondata Bangkok. Fra il XIV e il XVIII secolo rappresentò uno dei più importanti centri commerciali dell’intera Asia. I segni dello splendore dell’epoca sono evidenti nei resti dei palazzi e templi sparsi per tutta l’area delimitata dalla confluenza di 3 fiumi, il Chao Phraya, Lop Buri e Pasak.
Ma se per i turisti Ayutthaya è semplicemente un luogo dove trascorrere 1 o 2 giorni a poca distanza da Bangkok per apprezzare la storia e la cultura di questo paese, per i tailandesi è qualcosa che va oltre la scampagnata fuori porta.
Wat Mahathat, il simbolo di Ayutthaya
Appuntamento alle 6 ma visto che siamo in Thailandia il furgoncino è arrivato puntualmente in ritardo di oltre un ora. Ovviamente il ritardo non è un motivo sufficiente per rovinare la giornata, anzi è stato una scusa per scherzare sul fatto che io e i miei genitori siamo gli unici ad essere arrivati all’orario prestabilito - da bravi occidentali. Per l’intera giornata il fatto di essere gli unici non tailandesi della comitiva, gli unici non buddisti, gli unici a non riuscire a far colazione nel pulmino con il maiale fritto e lo sticky rice ha dato motivo a tutti di scherzare sulle differenze culturali italo-tailandesi. Eravamo anche gli unici a non essere in pellegrinaggio. Sì, perché loro avevano un obiettivo in mente, fare visita ad almeno 9 templi diversi! Tutto stabilito, 20-30 minuti per santuario, un momento di preghiera, un breve giro all’interno e poi via, verso il prossimo luogo di culto.
La prima sosta a 60 km da Bangkok, a pochi minuti da Ayutthaya, nei pressi di Bang Pa-in.
Tempio buddista Wat Nivet Thamaprawatin sul fiume Chao Phraya in stile gotico inglese
In questa zona i turisti vengono per ammirare le bellezze del “Palazzo d’Estate”, residenza estiva della famiglia reale in cui i giardini ed edifici hanno spiccata influenza europea (aperto al pubblico con ingresso a pagamento pari a 100 baht). Ovviamente noi ci siamo solo passati davanti perché eravamo diretti a Wat Nivet Thamaprawat, dall’altra parte del fiume. Arrivati al tempio eravamo convinti si trattasse di una chiesa - dato lo stile architettonico tipicamente anglosassone con pavimenti in marmo italiano. Ingresso libero e curiosa attraversata su teleferica del fiume rendono la visita una buona alternativa a templi più antichi e più affollati. Da qui in poi un percorso a loro noto: unica variante la mia richiesta di fermarci a Wat Mahathat, dove il volto di Buddha imprigionato nelle radici dell’albero è l’immagine della Thailandia più conosciuta nel mondo. Anche se sia io che i miei genitori l’avevamo già vista, per un turista non può non esserci una sosta in questo tempio (ingresso a pagamento: 50 baht per gli stranieri e 10 baht per i tailandesi).
Itinerario tempio dopo tempio
Non avete contato male: alla fine della giornata il numero di templi in cui siamo stati è pari a 10. Secondo “loro” in realtà 9 visto che Wat Mahathat e Wat Lokayasutha, gli unici che già conoscevo visto che sono piuttosto famosi e si trovano all’interno del parco archeologico, non sono usati come luoghi di culto e pertanto possono essere contati come 1 per raggiungere lo scopo del viaggio.
Abbiamo decisamente trascorso una giornata bellissima, fuori dal comune: partecipare a questo pellegrinaggio ha riportato me e i miei genitori indietro nel tempo di qualche decennio quando, con tutta la famiglia, si partiva con diverse macchine da Perugia per andare a Cascia e Rocca Porena con sosta ad Assisi durante il ritorno. Si portava il pranzo al sacco e si condivideva tutto, proprio come abbiamo fatto con Noom e la sua famiglia. Visita d’obbligo alle Basiliche e ai luoghi di culto e tante foto ricordo!
Cerimonia di vestizione del Buddha presso Wat Phananchoeng Worawihan
Monaci in preghiera presso Wat Naprameru Rachikaram
Diversi i luoghi ma identiche le modalità. Anche ieri un modo diverso di vivere la Thailandia e le sue tradizioni e, questa volta, sono riuscito a coinvolgere i miei genitori.
Mentre la giornata volgeva al termine, il tramonto sul punto di convergenza dei tre fiumi ha fatto QUASI dimenticare la stanchezza e sicuramente superare la barriera linguistica per cui mamma e papà erano ben integrati con il resto della comitiva. Speriamo di trascorrere presto un altra bella giornata tutti insieme!
Il vero viaggio di scoperta non è vedere nuovi mondi, ma cambiare occhi.
M. Proust