Più sfigata di un gatto nero che passa sotto ad una scala, più sfigata di uno zoppo ad una corsa campestre, più sfigata di un intero funerale che incrocia se stesso. Sì, la sfiga è tornata.
Dopo aver trascorso l'anniversario con la peste bubbonica ed il San Valentino con una guancia gonfia come quella di un castoro in pieno boom edilizio, non potevo non trovare un modo altrettanto creativo per festeggiare i primi tre anni di convivenza con FF.
Giovedì mattina FF mi saluta prima di uscire ed io, nel muovermi nel letto per dargli un bacio, gli dico che "mi deve essere uscito dalla sede qualche nervo sulla schiena, perchè fa un po' male". Alle otto suona la mia sveglia, provo ad alzarmi e vengo letteralmente trafitta da un dolore lancinante nella parte alta della schiena. Un dolore così forte che, una volta conquistata la stazione eretta, respiro come una Vaporella otturata.
Non ci siamo. "Ma in che [@##° di posizione ho dormito?" è il mio primo pensiero. Anzi, i primissimi pensieri è meglio censurarli, che siamo ancora in fascia protetta.
Prima di imbottirmi di farmaci a casaccio e dal momento che il mio medico ha lo studio giusto di fronte a casa mia, decido di fargli visita.
Vestirmi è una pena.
Mentre attendo pazientemente il mio turno nella sala d'attesa del medico (i vecchietti sono come Samara Morgan: non dormono mai!), il dolore mi si estende anche al fianco sinistro.
Il bello di avere una connessione internet sul telefono è anche la possibilità di scoprire che il dolore che si sta provando è uno dei dolori tipici dell'infarto. E che le giovani donne sono più soggette ad infarti di quanto si immagini.
Vorrei twittare che sto pert fare un infarto, ma poi penso che se inizio così a trent'anni, quando sarò vecchia e lo twitterò veramente, nessuno mi crederà ed io morirò. Sola nonostante centinaia di follower.
- Cosa abbiamo qui?Il medico mi visita e scuote la testa. Medici che leggete queste righe: se volete far morire davvero di infarto persone sanissime, scuotete pure la testa mentre le visitate.
- Mi sono svegliata con un forte dolore nella parte alta della schiena.
- Scusa, come hai detto? Puoi alzare la voce, che non ti sento?
- No, non posso. Non riesco a respirare abbastanza.
Dopo aver scosso e riscosso, dopo che ormai io mi ero data da sola per spacciata e mi stavo pentendo di non aver salutato FF con qualcosa di più significativo rispetto ad un "tesoro, mi si è incriccato un nervo", il medico mi dice che non nota rumori sospetti, ma che in effetti respiro male e mi consiglia di andare quanto prima a fare una radiografia al torace.
Chiedo al medico che cosa potrebbe essere e lui, col sorriso, risponde "una pleuritina".
Che cosa [@##° ci sia da ridere, ancora me lo chiedo.
Ed io che pensavo di dover semplicemente chiedere al mio medico se fosse più indicato un Moment o un Oki per far passare questo dolore.
Dal momento che ho una vita rilassante, devo comunque passare per l'ufficio a sbrigare delle cosette.
Sento che inizia a salirmi la febbre. Merda.
In pausa pranzo passo dalla mamma, la carico in auto e le chiedo la cortesia di accompagnarmi a fare queste radiografie. Il medico mi ha un pochino spaventata.
Voi avete presente come si guida con la schiena completamente bloccata ed il respiro troncato? Ve lo dico io: di merda.
I parcheggi, tanto per dirne una, sono una cosa impossibile. Parcheggio di merda nel parcheggio del pronto soccorso e, mentre scendo, un vecchietto mi guarda malissimo. Lo fulmino con lo sguardo e se niente niente respirassi un po' meglio gli urlerei: "secondo te se fossi nel pieno delle mie facoltà avrei bisogno di parcheggiare al pronto soccorso, genio della Malesia?".
La dottoressa del pronto soccorso mi fa accomodare e mi fa raccontare che cosa stia succedendo.
Cerco di raccontarle più o meno come stanno le cose e sono quasi arrivata alla parola "pleuritina" che lei mi guarda e mi chiede: "ma tu respiri sempre così?".
Chiaramente la risposta è no. Mi fa stendere sul lettino e come prima cosa fa entrare un infermiere che prima mi stordisce con una flebo di potente antidolorifico, poi mi preleva una serie di campioncini di sangue ed alla fine mi lascia nel braccio la farfallina.
La maledetta farfallina.
La guardo e capisco che ne avrò per tantissimo tempo. Perchè quando ti mettono la farfallina sei finito, sei entrato nel Sistema e non te ne potrai andare da lì fino a quando non te l'avranno tolta.
Mi spediscono a fare le radiografie e poi una visita dal medico internista. Ho il forte sospetto che la visita sia solo un pretesto per ammazzare il tempo in attesa delle risposte degli esami. Andiamo: chi può veramente dire che cosa faccia un internista?
L'internista mi accoglie nel suo studio assieme ad una stagista. L'antidolorifico sta facendo effetto e... oh, guarda, ci sono i puffi rosa sulla scrivania del medico!
Mi vengono poste una serie di domande ed il tutto si trasforma in un dialogo surreale, mentre l'internista vaga in lungo e in largo col suo aggeggio da ecografia.
- Sei incinta?Sto quasi per farle un disegnino, quando la voce fuori campo di mia madre ci interrompe con un "beh, a me non dispiacerebbe diventare nonna".
- No. Cioè, non lo so. Credo di no, ma non ne posso essere sicura al 100%.
- Cosa significa?
L'internista si interrompe ed inizia ad insistere con l'ecografo in un punto ben preciso. Mostra un punto sul monitor alla tirocinante: "lo vedi?". Io sento: "sei f*****a, bella".
Dopo qualche istante l'internista tira un sospiro di sollievo: "ah, è la milza!". Eccerto, ho anche la milza.
Cerca di salvarsi dicendo che sono molto magra e per questo l'aveva confusa con... qualcosa che non mi dice nemmeno. La scusa suona piuttosto buffa detta da una che, anche se di colpo inghiottisse la tirocinante, sarebbe comunque la metà di me.
Torno di sotto al pronto soccorso. La dottoressa legge il referto dell'internista e ci manca poco che cada dalla sedia dalle risate.
- Secondo lei dovresti fare il test di gravidanza! Ahahah!Nuovamente la voce fuori campo di mia madre: "comunque a me non dispiacerebbe diventare nonna".
- Non ho mai sentito di ragazze che fossero incinte e l'avessero scambiato per un infarto.
- No, nemmeno io.
- Nemmeno in quel programma su Real Time, dove ci sono ragazze che pensano di avere mangiato troppo e partoriscono nei gabinetti del bowling.
- Convieni allora che non lo faremo?
- No, non lo faremo.
Ok, e fin qui ci siamo arrivati tutti.
Arrivano le risposte degli esami. La dottoressa torna seria seria.
In effetti c'è un'infezione, ma ormai sono passate le 18, il pneumologo è all'happy hour e devo tornare la mattina seguente.
Venerdì mattina FF mi accompagna all'ospedale, dal momento che il anche il solo concetto di guida mi è off limits.
Peccato che lui, la sera prima, si sia slogato un gomito durante l'allenamento di boxe e non riesca a mettere la terza. Mentre siamo in auto, io che impreco ad ogni curva e lui che passa direttamente dalla seconda alla quarta, penso che nemmeno una coppia di novantenni potrebbe essere così sfigata. Ma dai, ma che coppia che siamo...
Il pneumologo mi visita e conferma un'infezione, guardando le risposte degli esami.
Non si sa se sia batterica, virale o cosa. Per sicurezza mi prescrive sia antibiotici che antinfiammatori. E una borsa dell'acqua calda. E riposo assoluto.
Arrivo a casa. In due non facciamo un corpo sano. Mi immagino come saremo quando saremo vecchi.
Mi piazzo sul divano. La mia intenzione è leggere qualcosina, ma non ci riesco.
Mio innervosisco e penso che questa è la punizione divina per aver sempre riso, sotto sotto, di quelli che dicono di avere la schiena bloccata. Ho sempre pensato che fosse una grande [@##@t@.
Voglio alzarmi per bere un bicchiere d'acqua e mi accorgo che non riesco ad alzarmi. Non ci riesco proprio, è un dolore assurdo.
- Amore, ora resto un po' qui sul divano. Poi però mi vieni ad alzare, per piacere?Mentre sono così, spiaggiata come una balena, mia suocera mi ricorda al telefono che è venerdì 13.
- Ok. Non riesco ad usare il braccio destro, ma... in qualche modo faremo.
Ora torna tutto.
Comunque, tanto per farvela breve, mercoledì sarà il nostro terzo anniversario di convivenza ed io sono ancora alle prese con la leggiadria dell'orca marina: ho un busto mobile come il gesso e se solo mi avvicino al divano vengo risucchiata dalla corrente del Golfo e mi spiaggio. E chiaramente non posso uscire nemmeno bardata come Maria Goretti.
Merda.
La Redazione