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Pensieri…

Creato il 26 settembre 2014 da Mamma In Oriente

Oggi è una brutta giornata.

Di quelle in cui non vorrei tutti questi chilometri fra me ed i miei affetti.

E la sorte, o meglio la sfortuna, ha voluto che proprio in questi giorni io sia isolata da tutto. Tre giorni senza connessione internet. Evento che già mi farebbe arrabbiare normalmente perché mi impedisce di fare tante cose che abitualmente faccio tramite pc. Aggiornare il blog, seguire progetti, fare la spesa online, comunicare tramite Facebook e Skype e tanto altro.

In questi giorni però questo mi getta nella disperazione perché vorrei essere in contatto con chi sta a casa come non mai. Ho necessità di vedere un volto oltre che sentire una voce. Imprimermelo nella memoria perché poi ci sarà un dopo che non sappiamo come sarà. Vorrei essere li, accanto a chi potrebbe avere bisogno di me. Oggi è forse uno dei giorni , da quando abbiamo deciso per una vita all’estero, in cui più mi pesa questa scelta.

La sorte è stata veramente cattiva questa volta e ieri sera non mi ha nemmeno permesso di stare al telefono quanto avrei voluto. Inspiegabilmente la linea cadeva in continuazione. Ho fatto decine di telefonate per poter parlare pochi minuti. Piccole cose forse, ma che quando sei preoccupata ti spingono più giù ancora.

Oggi i bimbi sono a casa perché a scuola c’è un corso di aggiornamento per gli insegnanti. Proprio oggi quando vorrei solo starmene da sola e far scendere quelle lacrime che ogni tanto fanno capolino fra le ciglia. Non posso permettermi di farle scendere davanti ai bimbi. Ma faccio fatica a seguirli oggi, a sopportare i loro continui litigi. Desidero solo che le ore passino in fretta per poter fare una telefonata e sapere come sono andate le cose. Oggi odio il mio stare sempre avanti 5 ore a quello che in Italia deve ancora succedere. L’attesa sembra ancora più lunga…

Non sono una credente praticante, ma oggi mi trovo spesso fra le mani un santino della Vergine protettrice del mio paese natale. L’ho preso quest’estate quando con i bimbi abbiamo acceso delle candele in Chiesa. L’ho messo in borsa e lì è rimasto seppellito fra le tante cose che ci infilo sempre. L’ho ritrovato al rientro in Thailandia e ho deciso di tenerlo sempre in borsa perché mi piace ogni tanto sfiorarlo. Oggi l’ho ricoperto con cura con una busta di plastica perché stava iniziando a rovinarsi. Lo stringo e spero che abbia il potere di proteggerci tutti.

Ho sentito il bisogno di scrivere anche se senza connessione non posso pubblicare. Come faccio sempre quando non sto bene o ho bisogno di mettere in fila i pensieri. Anche se mi rendo conto che non ha lo stesso potere di rilassarmi quando dall’altra parte non c’è nessuno che mi legge. È come cercare di sfogarsi parlando ad un muro anziché ad una persona.

Però i bimbi mi hanno lasciato tempo per scrivere inventandosi un gioco nella loro cameretta. Che ora ho paura ad entrarci che qualcosa avranno di sicuro combinato dato che li ho visti andare avanti e indietro con scotch, colori e forbici e loro sono specializzati nel combinare solo guai. Ed io oggi non ho voglia di arrabbiarmi. Pazienza.

Spero poi di trovare il modo di pubblicarle queste mie parole perché qualcuno sappia, anche se con troppo ritardo, che pur da tanto lontano, è stato al centro dei miei pensieri. Tanto.


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