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pensieri di un Sardo in Abruzzo - il ritorno

Creato il 21 settembre 2011 da Pesa
Ricordate ciò che scrissi circa una settimana fa quando arrivai in Abruzzo? 
No!? Lo avete cancellato definitivamente dalla vostra memoria tanto faceva schifo? Non avete voluto leggerlo perché effettivamente era una boiata (come tutto ciò che scrivo tra l'altro)? Tranquilli, nessun problema. Eccovelo
Quindi, dopo esservi rinfrescati per bene le idee, siete pronti per leggere le mie impressioni ad una settimana e poco più di distanza dal mio arrivo, con il viaggio di ritorno verso Casa che si fa sempre più vicino. 
Fatta la premessa, posso tranquillamente constatare che le tre bottigliette d'acqua da 0,5L e le due da 1,5L, che mi ripromettevo di riempire in una delle tante fontanelle situate nel paese fin da domenica scorsa, oggi son diventate rispettivamente dieci e tre. 
Sto in alto, sui monti, immerso nelle meraviglie della Majella e del Morrone, in escursione un giorno sì e l'altro pure, con un paesaggio naturale impressionante e una fauna che comprende: lupi, cervi, camosci, orsi, aquile reali, caprioli, lontre, istrici, volpi; e gli unici animali che son riuscito a vedere sono due capre, un asino e un cane.
Appena qualcuno sente che son Sardo mi fa uno sconto, se mi trovo in un negozio, mi da amichevoli pacche sulle spalle, mi offre un amaro e immediatamente nomina Cala Gonone e tutte le altre magnifiche coste della mia Isola. Onestamente non capisco proprio il perché.
«In Abruzzo fa freddo, portati roba pesante». Chi ha detto questa frase aveva ragione, anche se con una settimana di ritardo. 

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