Intanto prosegue la ricerca di un lavoro. Con settembre alle porte mi prende un po’ di nostalgia a ripensare all’università. Di solito, dopo ferragosto e alle volte anche prima, ero già sui libri per preparare un esame. Mi manca l’odore dei corridoi della mia facoltà, il caos, l’attesa in biblioteca, le alzataccie della mattina. Roma che mi salutava con il solito frastuono. Non sono abituata ad avere tanto tempo libero da dedicare alle mie cose e spesso mi prende l’insofferenza, dopotutto essere paziente non è mai stata una mia prerogativa, anzi, io sono proprio incapace di attendere. Ho fatto qualche viaggio in questi mesi. L’ultimo è stato un fine settimana a Genova. C’ero già stata con la scuola e ritrovarmi lì, da laureata, mi ha fatto uno strano effetto. È stato come un congedo dall’adolescenza e un ingresso nell’età adulta, una visita che ha fatto da spartiacque alla nuova “me”. Di progetti ne ho diversi e cerco di fare un passo dopo l’altro, per quanto ogni tanto sia complicato. Mi sto dedicando anche alla fotografia e ho scoperto che concentrarmi su di essa ha il potere di rilassarmi. Nella testa si è formata, intanto, l’idea di un nuovo romanzo. Breve, stavolta e in prima persona. Una storia intimista, di una catarsi.De Gregori canta la sua Rimmel in sottofondo nella mia camera, e più l’ascolto, più le sue parole mi si cuciono addosso in un abito su misura.
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