Pensieri notturni su Nigella

Da Danemblog @danemblog
Sono state assolte le due assistenti italiane, Francesca e Elisabetta Grillo, accusate di aver sottratto soldi alla chef star televisiva Nigella Lawson e al suo ex marito Charles Saatchi - sì, quel Saatchi.
La corte le ha dichiarate non colpevoli di appropriazione indebita nell'uso delle carte di credito della coppia per acquisti personali - si parla di 685 mila sterline. Le due sorelle infatti erano state accusate da Saatchi e Lawson di aver usato il denaro senza autorizzazione, ma si erano difese sostenendo che invece il consenso c'era: concesso tacitamente da Nigella, in cambio del silenzio con il marito sul suo uso di cocaina.
La questione di qui in poi ha aperto ancora di più la faglia gossippara, soprattutto dopo le ammissioni della stessa Nigella in tribunale, sul suo consumo di stupefacenti - i tabloid inglesi vivono di questo, come scriveva il New York Times («umiliazioni pubbliche delle celebrità che fanno campare i tabloid britannici»).
Ora il punto è effettivamente quello che ha dichiarato Lawson dopo aver saputo della sentenza: «Sono delusa ma non sorpresa; durante le tre settimane del processo, la giuria si è confrontata con un ridicolo show parallelo di false accuse di uso di droga per il quale e’ stato impossibile concentrarsi sull’aspetto criminale del caso».
La mortificazione della star televisiva che confessa e racconta dettagli sulle occasioni  - rare, in realtà, rispetto alla consumatrice abituale descritta dalle Grillo - in cui è avvenuto il suo consumo di cocaina, potrebbe aver attratto attenzione, fuorviato il giudizio, capitalizzato la questione, anche per i giudici?
Ahimé, non sarebbe un caso, non sarebbe incomprensibile, non sarebbe impossibile. Basta guardarsi intorno.


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