Magazine Diario personale
La mattina mi alzo e come al solito faccio colazione. Dovete sapere che la colazione per me è quasi sempre in solitaria e divisa in due parti, perché io la mattina, proprio come un vecchio motore, ci metto "due tempi" a carburare.
Prima parte: seduto a tavola, davanti a una tazza di latte freddo e dei biscotti, che rigorosamente mi guardo bene dall'affogare, perché mi piace sentire tutta la fragranza e consistenza. La prima parte è una fase in cui la pigrizia regna sovrana, non penso a niente se non a mangiare (anche se molti dei miei amici dicono che quest'ultima cosa si ripete anche durante gli altri momenti della giornata): come disse il prete centauro, è il periodo della "messa in moto". Ecco che poi arrivano tutti i pensieri del giorno prima, della sera prima, della notte stessa, che danno il via alla seconda parte.
Seconda parte: tazzina di caffé espresso, che sorseggio senza troppa fretta e dal cui profumo mi piace lasciarmi ammaliare mentre passeggio per casa. Non riesco a star fermo, devo muovermi, guardare, entrare nelle stanze, aprire porte, sbirciare dalle finestre. E mentre succede penso a ciò che dovevo fare e non ho fatto, agli impegni della giornata, alle mail da scrivere e leggere, al messaggio su Facebook a cui qualcuno doveva rispondere, al post programmato sul blog che viene pubblicato in automatico proprio mentre ci rifletto sopra.
Di soppiatto, come le gocce di pioggia che non vedi all'inizio perché troppo fine, come il diluvio silenzioso che non senti perché attutito dal vetro della finestra, realizzi anche l'idea, prima così lontana, che venerdì, per la seconda volta in quattro mesi, di nuovo si trasloca.
Pulchra vobis;)
LuciusDay
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