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pensieri sparsi intorno al CAMINO

Creato il 05 dicembre 2014 da Locandadellarte
foto di Massimiliano Dorigo

foto di Massimiliano Dorigo

Nelle giornate uggiose intorno al camino nel salotto di LOCANDA DELL’ARTE si radunano e incontrano gli ospiti che dimorano all’art-hotel o in visita ai residenti, oppure che lo frequentano per allestire o vedere le mostre. Al calore del fuoco che scoppietta vivacemente si animano conversazioni in cui si fanno tante “scoperte”… Come queste, curiosamente proprio sul tema del FOCOLARE DOMESTICO, simbolo di accoglienza, convivialità e  familiarità.

Nella riflessione ispirata dalle e alle fiamme sono scaturiti tanti spunti sul tema del CAMINOfonte di calore un tempo unica e indispensabile per riscaldare gli ambienti domestici e con cui, come ancora oggi prevalentemente in uso nelle cucine, cuocere il cibo,… mentre non lontano, infatti, si parlava proprio di alimentazione al convegno internazionale in cui è stata siglata un’importante “intesa”: il protocollo di Milano.

Nelle divagazioni sul tema, l’attenzione si è focalizzata su una frase, appena accennata, stampata sull’invito per la consegna del Premio Publio Elvio Pertinace al poliedrico Ezio Gribaudo, caro amico assiduo frequentatore di LOCANDA DELL’ARTE, di cui molte opere sono state presentate in mostra e alcune sono in esposizione permanente nell’art-hotel

Publio Pertinace
Nell’annuncio del riconoscimento, infatti, viene presentata la figura storica dell’imperatore romano, l’unico di origini piemontesi, nativo di Alba Pompeia (l’attuale Alba in provincia di Cuneo) nel 126 d.C., e figlio di un liberto «commerciante di “legname cotto” (i romani non conoscevano il camino)».

La domanda sorta spontanea è stata se il camino sia un’invenzione autoctona locale, e originario della zona in cui è ancora tanto diffuso, come nel Monferrato, dove è anche il nome di un borgo il cui profilo spicca nel panorama che si ammira da LOCANDA DELL’ARTE, e un insediamento proprio tra i più caratteristici del territorio…

Nei borghi del Monferrato, infatti, ci sono dei forni comuni molto antichi, come quello a

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Cascina Valpane, così denominata appunto perché, come spiega il suo attuale proprietario, Pietro Arditi, dove un tempo si cuoceva il pane per tutti i casolari dei dintorni nella vallata.

Uno storico forno

forno di Camino - interno B
pubblico, se non l’unico uno dei pochissimi rimasti, è sito a Cornale, un rione di Camino, appunto. Nel fare una ricerca si è appurato che, come attesta la documentazione storiografica, nell’Italia Settentrionale i primi camini si diffusero tra XII e XIII secolo: durante il Rinascimento, a Baia presso la Piscina Mirabile, esisteva un camino sotto una vasta cappa. Lo Scamozzi che lo segnala ne cita altre analoghe, rilevate dall’architetto senese Francesco Di Giorgio, una delle quali esisteva presso Civitavecchia e una presso Perugia, ricordate queste anche da mons. Daniele Barbaro. Lo Scamozzi avendo visto simili camini nei conventi d’Italia e di Francia (a Clairvaux – Chiaravalle, ordine dei cistercensi), pensava che le costruzioni antiche dovessero esser servite di modello. Riguardo alle origini del camino attuale, ricavato nel muro, è regnata sempre molta confusione dovuta a errata interpretazione di documenti esistenti o a giudizî troppo affrettati. Certo furono costruiti per la prima volta in Italia. come attestato dall’esistenza in Veneto. A Venezia si ha già traccia dei primi camini nel 1227 e si sa che sullo scorcio del sec. XIII i camini erano colà molto diffusi (Enciclopedia Treccani).

L’ipotesi sull’origine e diffusione dei camini da quest’area del Piemonte sembra quindi plausibile: un primo insediamento dei monaci cistercensi in Italia è stato a Lucedio agli inizi del XII secolo (presumibilmente nel 1123).

Lucedio
Ai fondatori – provenienti da La Ferté a Chalon-sur-Saône in Borgogna, fu concesso dai marchesi del Monferrato un terreno accanto ad un bosco sacro – lucus dei - nella brughiera paludosa sulla riva destra del Po, dai religiosi bonificata e pianeggiata per venire coltivata, come ancora adesso testimoniato dalle estese risaie che la circondano, le Terre d’Acqua intorno all’attuale cittadina di Trino, in epoca romana un insediamento denominato Tridinum. Un territorio che dal X secolo faceva parte, insieme alla distesa collinare dall’altra sponda del fiume, della marca che si estendeva sotto l’insegna del Monferrato. Su un cocuzzolo che sovrasta Trino e Lucedio, c’è il comune di Camino, dove sorgono un
salone pranzo castello di CAMINO
castello
, eretto nel X secolo, nelle cui sale si ammirano diversi camini, tra cui uno con la cappa decorata dagli stemmi dei primi marchesi del Monferrato, gli Aleramici, e due dimore, rispettivamente un monastero femminile, alla frazione Rocca delle Donne, e una grangia dell’Abazia, anche residenza di villeggiatura degli abati, la cascina Gaiano nelle cui mura è incastonato un forno del XIII o XIV secolo. Una tenuta con vigneti, che sarà presto aperta al pubblico, dove pare i monaci sperimentarono i primi innesti, radicando nel territorio i vitigni oggi ancora vitali, e recentemente ravvivati dal prestigioso titolo UNESCO.

Nell’osservazione dei camini del Monferrato, proprio accanto al

pensieri sparsi intorno al CAMINO
forno di Camino si nota una traccia storica evidente, seppure ancora poco evidenziata, della sua storia culturale attraverso le epoche di Antichità, Medioevo e Rinascimento. Il contrassegno infatti è un simbolo inequivocabile: la pigna, emblema che spicca su portali, ingressi e dimore in molte architetture italiane nei territori che condividono la stessa storia e il legame, nei secoli mantenuto, con Roma, dove il pignone – scultura bronzea, alta quasi quattro metri, del II secolo d.C. – che a Campo Marzio decorava un tempio probabilmente dedicato a Iside,
Cortile_della_Pigna
venne trasportato ad abbellire il quadriportico all’ingresso dell’originaria basilica di San Pietro e, nuovamente trasferito,  dal 1608 è collocato a sormontare l’imponente scalinata – opera di Michelangelo – al centro dell’esedra nel “Cortile di Bramante”, anche detto “della Pigna”, ai Musei Vaticani.

E mentre a Roma, dove è stata appena inaugurata, la mostra VIAGGIO IN ITALIA DI GIOVANNI GARGIOLLI. Le origini del Gabinetto Fotografico Nazionale, 1895-1913

GUBBIO Palazzo Ducale 1906
espone l’immagine di uno stupendo camino rinascimentale al Palazzo Ducale di Gubbio, intanto ad Alessandria la rassegna Monferrato mon amour presenta in esposizione opere d’arte che narrano del percorso storico-artistico che ha reso il paesaggio locale il sito seriale UNESCO dei Paesaggi vitivinicoli di Langhe – Roero e Monferrato.

La conversazione quindi si conclude osservando che dal salotto panoramico il cui camino ha dato l’abbrivio a queste considerazioni… si ammirano il profilo

sala camino con vista su panorama e scultura SCIMMIA di Bodini - foto LoDuca
delle colline coltivate a vigna che sono un “patrimonio dell’umanità” e il Sacro Monte e Santuario di Crea, l’altro sito UNESCO del Monferrato.


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