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Pensierimadyur classic 30-12-2008 : mutilazione genitale , una pratica diffusa

Da Madyur

LA MUTILAZIONE GENITALE FEMMINILE è ANCORA UNA PRATICA USATA

PENSIERIMADYUR CLASSIC 30-12-2008  : MUTILAZIONE GENITALE , UNA PRATICA DIFFUSA

Nel villaggio di Sindibis , a un’ora dal Cairo è festa grande: bambini , giovani, anziani, vescovi copti e imam musulmani , sono tutti con abiti migliori e mostrano grande sorrisi. In un’enorme tendone pieno di luci , Moushira Khattab grida “ Le vostre bambine d’ora in poi saranno belle e felici come la luna”. E poi “da oggi a Sindibis le mutilazioni genitali femminili, le mgf, sono proibite da sempre”. Khattab è la leader del Consiglio nazionale per l’infanzia e la maternità (Nccm).

E’ la fine di un’era in Egitto : musulmani, cristiani e altri hanno scelto di essere liberi dalle mgf. Ancora poco se si pensa che il 96% delle egiziane tra i 15 ai 49 anni sono mutilate , che fino ai 15 anni il tasso è ritenuto sul 60% . Come minimo private di parte o dell’intero clitoride , a volte con gli organi genitali esterni tagliati. Molte ne soffrono per tutta la vita, mentre altre muoiono di parto o subito: come Bodour a 13 anni, diventata ormai un simbolo.

Il marchio indelebile serve per privare le donne per non mettere a rischio , prima e dopo il matrimonio , l’onore della famiglia ( ovvero degli uomini). In Egitto come in altri 17 altri paesi dove la pratica è diffusa ( in Senegal siamo al 28%, in Mali, Guinea e Sudan si arriva al 90%) a giugno esiste una legge che la proibisce. Altre nazioni (Kenya, Uganda, Mali) stanno per metterla al bando. Quindi vietare una tradizione che risale ai Faraoni, è una svolta storica.

La battaglia a questa pratica è iniziata , in maniera estesa, nel 2003 alla Conferenza del Cairo voluta da Emma Bonino con la sua Ong “Non c’è pace senza giustizia” ( Npsg) , e dal Ncmm. Con il forte sostegno della first lady Suzanne Mubarak , dall’imam Al Azhar, e dal patriarca copto Shenouda III.

Dalla seconda grande Conferenza chiamata Cairo+5 , è emerso un verdetto comune : i primi risultati ci sono, ma la battaglia deve continuare. In un anno vengono private della sessualità tra i due e i tre milioni di donne e bambine , dove si aggiungono un esercito mondiale di mutilate: 120 – 130 milioni. Emma Bonino racconta “Le mgf calano in alcuni paesi , ma questo ha portato alla migrazione mutilatoria: le famiglie portano le figlie in Stati vicini dove la pratica è permessa. Abbiamo inoltre notizie di mgf in paesi finora ritenuti privi , come Arabia Saudita o Iraq , e in Occidente dove gli immigrati hanno esportato le mutilazioni”.

“Nel Kurdistan iracheni siamo rimasti sconvolti nel sapere che in alcuni villaggi il 60% delle donne sono mutilate “ conferma Dizayee , avvocato e membro di Erbil, unica donna della Commissione Giustizia. Molte donne si stanno battendo come la ministra kenyana Kilimo ( prima i colleghi mi chiamavano Mgf, ma prime era di scherno, oggi con rispetto) e l’attivista senegalese Koita ( autrice del libro Mutilata). L’importante è che le mutilazioni vengono eliminate per sempre.

Pubblicato da MADYUR a martedì, dicembre 30, 2008

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