E anche oggi siamo arrivati all fine di un altro gioioso wek-end di pioggia. Che non c’è nulla come una furiosa piogga domenicale per tirare fuori la bestia che è in ognuno di noi. Almeno questo è quanto ho concluso dopo quasi una decade di lavoro al museo.
E come immaginavo, la bestialità del pubblico di questa domenica è stato all’altezza della situazione. Sopratutto la signora come pargolo nella carrozzina che ha deciso che l’ora di chiusura del museo era un buon momento per accomodarsi all’entrata principale quando le procedure di chiusura sono in pieno svolgimento e la hall è stracolma di gente in uscita, e dare la poppata al bebè. A quel punto una mia collega avvicina la puerpera e con gentilezza la avverte che di lì a poco il museo chiuderà. La risposta è uno strillo che raggiunge pure me che pure sono a qualche metro di distanza: “Non vedi che sto allattando il mio bambino? Laciami in pace!” La collega (che, lei stessa madre di un bambino di 18 mesi) la rassicura che nessuno la vuole cacciare, ma solo avvertire dell’ora. Lei la ignora. Nel frattempo gli altri visitatori hanno lasciato l’edificio. Tranne lei. E naturalemente noi guardasala. Che fino a quando anche solo UNA persona del pubblico è presente in situ, le guardie di sicurezza non possono chiudere i portoni e noi non possiamo andare a casa. E così non possiamo fare altro che aspettare pazientemente che la signora finisca di fare i propri comodi, compleatamente oblivia del fatto che sta tenendo in ostaggio almeno una quarantina di persone di domenica sera impedendo loro di andare a casa in orario solo perchè non ha voglia di attraversare la strada ed entrare in uno dei numerosi caffè family-friendly che stanno davanti al museo e solo perchè la legge è dalla sua parte.
Ora, l’allattamento in pubblico è una cosa che non dovrebbe destare né stupore né scalpore, su questo siamo tutti d’accordo. Ma nonostante tutto quando mi capita in galleria una donna che allatta non riesco a reprimere l’ansia, incrocio le dita e mi vado a nascondere che non voglio avere nulla a che fare nè con la puerpera nè con gli altri visitatori, che c’è sempre qualcuno che trova offensiva la visione di un seno scoperto e vuole lamentarsi. Lo so, siamo a questi livelli. Ma per noi che lavoriamo in un luogo pubblico, qui davvero cominciano i guai. Perché non é giusto chiedre a chi allatta di non farlo, ma allo stesso modo non si possono ignorare i diritti chi chi si trova suo malgrado ad osservare qualcosa che preferirebbe non vedere. Soprattutto, come si fa a sapere quando è il caso di chiedere alla puerpera di coprirsi un poco (solo un poco, sia chiaro) senza rischiare di essere sputtanati sull’inserto del Guardian del week-end dedicato alla famiglia, o peggio, essere citati in tribunale? Che in Inghilterra l’allattamento al seno è permesso ovunque in pubblico per legge e chiunque cerchi di impedirlo è perseguibile legalmente. Questo sapeva bene l’estate scorsa la tipa che si è tolta la maglietta (tolta, non sollevata un po’) nel giardino del museo e si è messa ad allattare a torso nudo; io ho chiamato il manager e la donna ha minacciato di chiamare la polizia.
E comunque è una questione di rispetto. La tua libertà finisce dove comincia la mia. Che piaccia o no ci sono, ci sono persone a cui questo gesto, per quanto naturale, può dare fastidio. Ne sa qualcosa una collega della sicurezza che ieri era di turno nella grande mostra che il museo ospita al momento, che si è trovata al centro di una situazione davvero infelice. Una madre stava allattando su una delle panchine al centro della sala (una mostra non è esattamente disegnata per la privacy; nei bagni del museo ci sono salette per l’allattamento ma molte donne scelgono di non utilizzarle perchè non vogliono nascondersi…); una coppia di persone mature in visita alla mostra non ha gradito ed è andata dalla persona più vicina (sfortunatamente per lei, la mia collega) a chiederle di domandare alla donna se, per cortesia, poteva essere più discreta. Quando la mia collega si è rifiutata di farlo (che nessuno vuole essere citato in giudizio) l’uomo si è offeso e ha ribattuto che anche fare la pipì era un gesto naturale, ma mica lo faceva davanti a tutti. E sono andati al banco delle informazioni a compilare un velenoso papiro di lamentela contro la povetta, in cui sotenevano che il suo comportamento poco cooperativo aveva loro impedito di godersi una mostra per cui avevano pagato fior di soldoni! Uh!
Ma sapete qual’è la cosa più tragica? Che la stessa madre allattante, accortasi della reazione della coppia, una volta uscita dalla mostra è andata dritta a lagnarsi che la 'guardia' (di nuovo la mia povera collega) non aveva preso abbastanza le sue difese e l’ha accusata di non averla fatta sentire la benvenuta, anche se aveva pagato fior di soldoni per il biglietto della mostra. Capite perchè preferisco nascondermi??