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Pensioni, la riforma introduce le “finestre di uscita scorrevoli”. Eta’ per la pensione rapportata all’aspettativa di vita media

Da Mrinvest

Pensioni, la riforma introduce le “finestre di uscita scorrevoli”. Eta’ per la pensione rapportata all’aspettativa di vita mediaLa legge varata nello scorso luglio, riguardante la manovra correttiva di circa 25 milioni di euro, introduce tra le altre questioni, anche una serie di modifiche importanti al sistema pensionistico italiano. Praticamente è andata in vigore una vera e propria riforma delle pensioni. Le nuove norme riguardano chi va in pensione dal 2011, sia nel settore pubblico che in quello privato.
Una novità rilevante è quella che introduce le cosiddette “finestre di uscita
scorrevoli che praticamente faranno aumentare l’età effettiva di cessazione del lavoro. Per cui sarà possibile andare in pensione solo 12 o 18 mesi dopo la data di maturazione dei requisiti, a seconda che si tratti di un lavoratore dipendente o di un autonomo. La “finestra unica” obbligherà ad attendere anche coloro che con 40 anni di contributi potevano andare subito in pensione a prescindere

dall’età. Ad esempio, un autonomo che compie 65 anni a marzo 2011 dovrà attendere 18 mesi per la pensione, fino a ottobre 2012. Lo stesso discorso riguarda anche i dipendenti, per i quali l’attesa potrà arrivare fino a 12 mesi. Il risultato, secondo il Governo, è l’equità in termini di data di decorrenza della pensione per tutti i lavoratori e un risparmio di 2,7 miliardi di euro.
Un’altra grande novità riguarda l’introduzione del concetto di aspettativa di vita media per ottenere i requisiti necessari per il riconoscimento della pensione. Questo rapporto tra previdenza e aspettativa di vita media, dal 2015 diventerà l’asse portante del sistema delle pensioni. Dunque la pensione diventerà “scorrevole” e i parametri fissi e certi che ci hanno accompagnato da tanti anni, lasceranno spazio, dal 1 gennaio 2015, all’aspettativa di vita media per il calcolo dell’età per la pensione. Maggiore sarà l’aspettativa di vita media e più tardi si andrà in pensione.
Secondo gli ultimi dati del 2009, la vita media dell’uomo è di 79 anni e della donna di 84 anni, e stiamo assistendo al costante allungamento dell’età media. L’Istat, attraverso un decreto del Ministero dell’Economia e di quello del Lavoro, aggiornerà i dati sull’età media ogni tre anni (saranno quattro la prima volta)  per stabilire i requisiti anagrafici di chi deve percepire la pensione. Il decreto dovrà essere emanato un anno prima della data di decorrenza di ogni aggiornamento. L’incremento stimato è di oltre un mese all’anno, cioè ogni anno l’età pensionabile si allungherà di oltre un mese. Per fare un esempio, nel 2028 serviranno 18 mesi in più per andare in pensione.
Per quanto riguarda la liquidazione, i criteri di calcolo e il versamento saranno gli stessi sia per il settore pubblico che per quello privato. Il versamento della liquidazione, per somme che superano i 90mila euro, avverrà a rate.
Dal 1 gennaio 2012 la pensione di vecchiaia delle donne sarà pagata non più a 61, ma a 65 anni, come richiesto dalla Corte di Giustizia europea.
L’altra nota dolente riguarda poi l’invalidità. Si sono verificati abusi e truffe, per cui le misure saranno più restrittive. Non cambia la percentuale di invalidità (74%) che assicura il diritto all’assegno mensile, ma ci saranno verifiche e controlli molto più rigidi. Inalterate le modalità per ottenere l’indennità di accompagnamento.
Per concludere, ci sembra di capire che per le giovani generazioni la pensione è una chimera e assumerà sempre più un significato astratto.


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