Magazine Diario personale

Penso con tristezza allo sfortunato vincitore.

Da Gattolona1964

Tornando in questi giorni dalle vacanze estive,nell’erba di casa mia, rileggo dopo 20 giorni i quotidiani e realizzo con stupore e indignazione, la cifra sconsiderata che il montepremi del Superenalotto ha raggiunto.Penso con molta tristezza allo “sfortunato” vincitore che la intascherà.Penserete di certo che colei che scrive è pazza o invidiosa: nessuna delle due è la risposta giusta e mi spiego meglio. Già il fatto di dover incassare tutti quei soldi, mi metterebbe in una agitazione pazzesca, con attacchi di panico, palpitazioni da infarto e notti in bianco, per il solo fatto di dover comunicare il mio nome alla banca per incassare il bottino. Poi mi fermerei a pensare a tutte quelle persone, che reduci da vincite inverosimili, con nervi non saldi e con l’enorme euforia del momento, in meno di un anno si sono ritrovate non solo ad aver dilapidato in modo sconsiderato la somma vinta, ma anche in una serie di situazioni negative,l’una concatenata all’altra.Tutti noi abbiamo letto di persone ridotte in strada a dover chiedere l’elemosina. Altre si sono rifugiate nel vizio dell’alcool,sino ad arrivare a famiglie sgretolate,divorzi improvvisi e omicidi/suicidi.Fermiamoci un attimo a riflette se questa evenienza dovesse succedere a noi cosa è meglio fare.Prima di tutto cercare di tenere a bada il sistema nervoso, parlarne subito in famiglia o con persone estremamente fidate per decidere insieme, e non da soli, come e dove destinare l’abnorme somma. Non vedo motivi oggettivamente validi, per pensare di tenere una cifra così alta tutta per se, è dannoso ed inutile:per vivere bene serve molto meno.Non sto a ricordare in quanti e quali modi si possano aiutare altre persone,altri Paesi, altre iniziative vitali e mediche per cercare ad. es. di dedicarsi anima e core alla ricerca scientifica, per cercare di sconfiggere malattie mortali. Un’altra soluzione che potrei suggerire ai Dirigenti dei Monopoli di Stato, ma non credo che verrò ascoltata, è quella di dividere la cifra, in tanti piccoli ma appetitosi gruzzoli, in modo da accontentare tante persone. Oppure un’altra soluzione, sarebbe quella di decurtare subito dalla impegnativa cifra,una somma piuttosto congrua, da destinare ad un’iniziativa proposta dal vincitore, che si possa concretizzare e realizzare. Vorrei concludere questi miei pensieri, parlandovi di mia mamma,che trascorreva ore e ore sui libri dei sogni,per cercare di decodificare i numeri da giocare al Lotto. Era estremamente convinta e certa che ogni volta sarebbe stata quella giusta.Non vinse mai, forse un misero ambo in tutta la sua vita, non andò in rovina date le esigue somme che giocava, non si arricchì nemmeno, se non di mal di stomaco per le mancate vincite.Perdendo,diventava sempre più accanita e cattiva, perse un po’ la stima del mio caro papà, che la disapprovava in pieno. Arrivò persino a giocare di nascosto, mandando la sottoscritta o altre sue amiche, complici e giocatrici accanite come lei, a giocare nelle ricevitorie preposte.Papà che ora è passato ad altra vita, lo diceva sempre: ricco è colui che non gioca mai, povero diventa colui che non riesce a smettere. Lei a 86 anni,in casa di riposo, vedova, continua a mandare qualche volontaria a giocare 1000 lire (pensando che ci siano ancora!), adducendo la scusa che è suo marito che le porta in sogno i numeri. Perdoniamole la bugia, data l’età e lasciamoglielo credere, tanto lo sa che non è vero.

Luglio 2009.

Follia Milionaria

Follia Milionaria (Photo credit: Sheldon Pax)

 



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