L’acqua è un bene comune, è assodato, anche la Cei, persino la Cei l’ha dichiarato, e invece no, il megacattolico centrodestra dei ciellini e dei non ciellini non è sensibile neanche a questo. E’ un simbolo di vita e soprattutto è indispensabile alla vita. Senza acqua non c’è vita, si deperisce, ci si ammala, non c’è sviluppo, nulla, deserto. Ma soprattutto è un bene pubblico. I referendum non sono stati fatti per difendere le aziende pubbliche, questo è un fattore secondario. La lotta agli sprechi la condividono tutti. Ma i beni pubblici devono avere un prezzo basso, come i “beni di largo consumo”, le cosiddette commodities (come il pane e altri generi a prezzo bloccato), perché chiunque possa acquistarli. Oggi assistiamo a un aumento dei prezzi, e da anni, dei beni di largo consumo, al punto che i cittadini risparmiamo sulla spesa alimentare, sul pane, su quel che possono. Si possono criticare le manie (c’è chi non rinuncia all’ultimo iPhone) e gli stili di vita, ma il bene pubblico non è l’oggetto su cui il grande imprenditore che non riesce a fare industrie deve scaraventarsi per farne preda e strumento di profitto. L’industria la programmi e la sostenga con mezzi leciti il governo, si competa sulla produzione manifatturiera, i beni di lunga durata, non sui beni di largo consumo indispensabili per la vita quotidiana di tanti oggi a rischio povertà, oltretutto.
Ma l’acqua sia pubblica, e ben amministrata, meglio di quanto fatto sinora, per una questione di principio e, secondariamente, per lasciar respirare le famiglie torturate dalla crisi imposta dalla grande finanza.
E i voti? E i referendum? E la democrazia? Per difendere il voto lunedì alle 18 ci si ritroverà sotto palazzo comunale, con pentole, fischietti e tamburi, per protestare contro quelli che il comitato acqua pubblica del Cremonese ha definito “ladri di dignità”. Privatizzano per vendere, per imbrogliare gli elettori e favorire le grandi aziende! Complimenti!
Come riporta il testo dell’invito alla manifestazione 26 milioni di italiani, 3 milioni di lombardi, 150 mila cremonesi hanno votato Sì all’acqua pubblica: 101 sindaci della provincia hanno rifiutato il piano di privatizzazione MA in tre ci stanno rubando acqua, diritti e democrazia.
Giovedì 11 ottobre l’assessore di Cremona Francesco Bordi, il sindaco di Ripalta Guerina Gian Pietro Denti e il tecnico di settore Flavio Rastelli hanno approvato una delibera che manda avanti la privatizzazione dell’acqua, fortemente voluta dal presidente della provincia Massimiliano Salini, alla faccia della volontà espressa dai cittadini italiani, lombardi e cremonesi.PERRI, BORDI, DENTI, RITIRATE LA DELIBERA O ANDATE A CASA!
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numerosi e rumorosi!!! portate pentole, fischietti, tamburi, …!