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Peppino impastato sta sulle palle ai legaioli

Creato il 01 giugno 2012 da Speradisole
PEPPINO IMPASTATO STA SULLE PALLE AI LEGAIOLI Si dice che le salamandre non muoiano anche se si buttano nel fuoco. Non so se è vero e non ci voglio neppure provare. Ma c’è chi è peggio delle salamandre e sono i legaioli di Ponteranica. Non desistono. In quel paese, vicino a Bergamo, il 3 giugno 2008, era stato piantato un albero, un ulivo per la precisione, ed era stata messa una targa nella sala della biblioteca comunale, per ricordare Peppino Impastato, vittima simbolo della mafia. Alla fine di settembre dello stesso anno l’ulivo è stato sradicato, e chi ha compiuto il gesto ha lasciato un biglietto, in dialetto, con su scritto “qui ci voglio un pino”, e il sindaco legaiolo, Cristiano Aldegani, tolse dalla sala della biblioteca, la targa della intitolazione a Peppino Impastato, messa lo stesso giorno 3 giugno 2008 dell’albero piantato. La popolazione  inscenò una manifestazione di protesta, per chiedere all’amministrazione comunale di lasciare la targa al suo posto e fino adesso pare abbia resistito. Ma ci riprovano. Lo zoccolo duro dei legaioli del posto non sopporta la targa con su scritto il nome di un ragazzo che è stato ucciso perché voleva il suo spazio di libertà di parola e perché denunciava, con la sua radio, la malefatte della mafia. Risulta sospetto che accada, di nuovo, adesso, quando si sa benissimo che la mafia si è sparsa per tutto il Nord. Quel  tanto decantato  Nord così pulito, onesto, rispettoso della legalità, secondo la visione distorta dello spompato Maroni. Sappiamo anche che con Belisito e vari personaggi la Lega ha fatto affari molto proficui anche con la mafia e che il Nord non è tutto così pulito come hanno sempre voluto farci intendere. Ogni episodio fa mucchio e dà da pensare. Forse la scarsa visibilità di questi tempi gioca dei brutti scherzi ai legaioli di quel paese, e forse chi vuole togliere la targa dalla sala della biblioteca, non va neppure a leggere in quella biblioteca. «Ora l’amministrazione comunale ci riprova, utilizzando addirittura una cerimonia pubblica. Cerimonia prevista per martedì 5 giugno, che era stata organizzata per l’intitolazione del passaggio pedonale di via Unione a “Percorso Unità d’Italia” ma che ha visto all’ultimo momento anche l’aggiunta dell’intitolazione della biblioteca a “Padre Giancarlo Baggi”. L’iniziativa viene vista dalle minoranze della lista civica “Per Ponteranica Orizzonti Nuovi”, come “un gesto di sfida e prevaricazione. Unire le due diverse e distanti intitolazioni è il tentativo, maldestro, di coinvolgere con un raggiro l’intero Consiglio Comunale e la scuola, a cui è stata data un’informativa ambigua e poco precisa“. L’opposizione ha chiesto il ritiro della decisione». (da Repubblica.it) Il salamandrismo legaiolo fa proseliti. Non molto tempo fa a Cassino è stato rubato “L’Albero della legalità“, una giovane pianta messa a dimora in occasione dell’intitolazione dei giardini del tribunale alla memoria di Peppino Impastato. A Cassino  è nato il progetto ‘Io non ho Paura’ che si pone l’obiettivo di sensibilizzare le persone verso il tema della legalità. Questo progetto probabilmente dà fastidio a qualcuno, particolarmente allergico alla legalità. L’imitazione delle bravate leghiste del Nord dilaga anche altrove e si  trasmette a macchia d’olio. Difficile credere che sia solo una mascalzonata di pochi facinorosi.

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