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Non fa eccezione, e anzi si segnala, questo buffissimo Prendi i soldi e scappa, un titolo del 1969, che non ha perso interesse, nonostante lo smalto sia molto databile. Costruito come parodia di un documentario su "vita&opere" di un buffo malfattore, il film racconta, a modo suo, le vicende adulte di Virgil Starkwell, alle prese con lavoro - quello di delinquente - che non sempre riesce a fruttare.
La storia d'amore con la vaga Louise (Janet Margolin) sembra alludere e poi sfuggire alla poesia senza età dei Tempi moderni di Chaplin. In effetti, l'intero film si allontana, scena dopo scena, dai modelli che vengono coinvolti. La cifra di Prendi i soldi e scappa è, appunto, la libertà, la galoppata verso un comico scanzonato e postmoderno, citazionista e irriverente nei confronti di ciò che è "classico".
Non c'è dubbio che Prendi i soldi e scappa sia opera di un genio del cinema, ma non è un'opera da cui si possa presagire la poesia che pure Woody Allen non lesinerà in seguito - anche ironicamente - nella sottotrama dei film che seguiranno. Questa corsa alla ricerca dell'improbabile, questo galoppo divertito tra memorabilia d'ogni sorta resta come freddo - se non arido - controcanto di un'intelligenza disillusa dell'arte di narrare la storia di un uomo, colpendo al cuore dell'arte stessa: nel narratore.
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