La giunta Bonaldi resta segnata da un’intrusione, un’azione scorretta che infama un assessore che male non ha fatto. Il sindaco che ha sconvolto le regole tradizionali, subisce un attacco estraneo alla politica. Il centrosinistra ha iniziato a far paura. Il Pd malgrado il governo Monti sia sempre meno popolare è forte, il centrosinistra riesce a creare una coalizione ampia che assorbe anche il colpo, duro, di nomine di giunta non gradite a sinistra, che tolgono la sinistra dalla giunta e la mettono ai margini. Ma la sinistra di Sel e FdS aveva già assorbito il colpo e preparava già le strategie adatte a stare nella maggioranza facendo sentire il proprio peso numerico e le forza delle proprie idee. Il centrodestra non solo perde, ma si sta sciogliendo.
L’assessore più debole, indicato subito come il problema politico, è stato colpito alle spalle. Non si dimette però, né rivendica fieramente il proprio ruolo: si affida al sindaco, che di fatto deve rifare la nomina. Stefania Bonaldi è in imbarazzo e si è presa qualche giorno per decidere.
I problemi di Alex Corlazzoli sono due: l’infamia che lo ha colpito e avvilito, ingiustamente, e la debolezza politica. Corlazzoli non era con Sel da mesi. Non ha un partito alle spalle: ha una forza derivata dal sindaco, nemmeno dal numero di preferenze.
Corlazzoli fa ricadere il problema sul sindaco. Nella giunta, anzi nella maggioranza non ci sono guerre sotterranee, non ci sono scontri. Corlazzoli ora è più debole di prima. Bergamaschi, pure criticato, viene sostenuto.
Sostituire Corlazzoli non è facile: un indipendente al suo posto, se non addirittura un uomo del Pd, confermerebbero la marginalità della sinistra, con un’ulteriore frizione sgradevole, per quanto la maggioranza proprio non voglia spaccarsi per nulla al mondo. Un nuovo assessore di sinistra rappresenterebbe un cedimento del sindaco, e a questo punto forse Sel e FdS non desiderano affatto approfittare dei guai altrui. E probabilmente nessun cremasco prenderebbe volentieri il posto di Corlazzoli in un momento simile. E’ uno scenario che pare del tutto teorico, surreale.
Se Corlazzoli si dimettesse – è solo un’ipotesi – potrebbe essere comunque utile al Comune. Il suo curriculum è molto vivace: ha creato molte iniziative, ha organizzato, agito, si è esposto, non si può parlare di lui come di un esperto dei problemi dell’università (pochi lo sono) ma ha saputo creare, trascinare, lasciare il segno, prendere posizione. Il suo modo di fare, così personale, fuori dagli schemi, gli avrà creato antipatie e nemici. Se fosse un battitore libero, anziché un austero uomo di giunta farebbe politica forse in modo più adatto al suo carattere. Ma se il sindaco gli dà un incarico, che motivi ha per rifiutarlo? Che ci sono avversari, nemici, corvi? Non è un motivo accettabile: la giunta non ha nemmeno iniziato a lavorare. Le accuse sono deboli, ridicole.
Il sindaco ha già nominato Corlazzoli: deve ora confermarlo? Assurdo. Tocca a Corlazzoli, che è uscito allo scoperto, risolvere il problema. Si assuma le sue responsabilità e, nominato, svolga il ruolo per il quale è stato chiamato dal sindaco. Come tutti gli assessori, sarà valutato per il suo operato, non per accuse infami.
E il corvo chi può essere? Chi conosce così bene la vita personale di Alex Corlazzoli e nello stesso tempo è interessato a colpirlo politicamente? Il centrodestra è stato cavalleresco in campagna elettorale e Antonio Agazzi un avversario del tutto leale. Il disgustoso personaggio che fa attività di dossieraggio contro Corlazzoli può colpire chiunque, seminare zizzania, continuare la propria losca attività.
p.z.
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