Il suggerimento che la psicologa dà a Chiara per aiutarla a superare il periodo doloroso che sta vivendo è di fare qualcosa mai provato prima. Per dieci minuti, ogni giorno, nel corso di un intero mese. Sembra una banalità – ed è proprio così che Chiara la prende –, ma si rivelerà una ricetta veramente efficace non tanto per vincere quel dolore, quanto per provare a conviverci imparando a conoscere una se stessa che non immaginava esistesse. Così Chiara, l’omonima protagonista del romanzo vagamente autobiografico di Chiara Gamberale, sperimenta una serie di cose mai tentate prima: comincia col tingersi le unghie di fuxia; poi passa ai fornelli, scoprendosi capace di cucinare dei pancake; prova a camminare al contrario; si iscrive in palestra; segue la laurea di una sconosciuta; prova a ricamare; dedica del tempo alla madre, che c’è sempre stata ma della quale ignorava tante piccole cose, e così via. Tutti tentativi che non sempre si riveleranno efficaci, ma spesso le sveleranno qualcosa, le indicheranno una strada da percorrere. E che le suggeriranno come affrontare la nuova vita, ora che la rivista per cui da sempre cura una rubrica l’ha silurata, e poi non vive più nella rassicurante casa dell’infanzia – perché il marito l’ha convinta a spostarsi dal piccolo Vicarello a Roma –, ma, soprattutto, quello stesso marito adorato l’ha lasciata dopo una vita trascorsa insieme.
Col tempo quella Chiara che aveva volutamente scelto di conoscere solo il guscio protettivo della solita casa, del compagno e del lavoro di una vita, impara a scoprire un’altra sé capace di azioni mai immaginate. Non stiamo parlando di imprese epiche – in fondo impiega quei dieci minuti sempre in modo semplice –, ma di piccole cose quotidiane che le fanno scoprire di potersi adattare alla vita che da un anno a questa parte le è stata imposta, lontana proprio da quella coperta di Linus sotto la quale ha sempre voluto nascondersi. Complici un amico musicista, un altro gay, un giovane ragazzo originario dell’Eritrea e tante altre comparse ciascuna con le sue ferite non del tutto rimarginate, Chiara impara ad aprire gli occhi sul mondo che si ostinava a non voler scoprire e si meraviglia «ancora di più per aver scoperto quello che c’era già». Ridimensiona anche il bisogno della vecchia, rassicurante vita, specie di quel marito che, pur avendole inflitto un grande dolore, vorrebbe riavere accanto a sé, come se nulla fosse accaduto.
L’ultimo romanzo di Chiara Gamberale è un piccolo gioiello: una sorta di manuale di sopravvivenza per tutti coloro che si trovano a dover affrontare dei cambiamenti difficili, magari imposti. Con la sua penna fluida e piacevole insegna che si può imparare ad assecondare quei cambiamenti, riappacificandosi con se stessi, o addirittura riscoprendosi. Un romanzo semplice e ricco di sensibilità, l’ingrediente segreto della scrittrice.
Angela Liuzzi
Chiara Gamberale, Per dieci minuti, Feltrinelli, 2014, 16 euro