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Per il Premio Strega 2011 streghe e stregoni

Creato il 15 giugno 2011 da Iannozzigiuseppe @iannozzi

di Iannozzi Giuseppe

Per il Premio Strega 2011 streghe e stregoni
Detto senza mezzi termini, ahinoi, il Premio Strega è sol più una cosa sporca dove a vincere è l’editore più forte (si legga pure “con le mani in pasta”) che promuove l’autore che più gli garba (ma si legga pure “con le mani in pasta”). Meritocrazia zero.

Nel corso delle ultime edizioni gli autori/editori hanno preso lo Strega di peso, o con la forza che dir si voglia. Che dire poi della nuova denuncia mossa contro Tiziano Scarpa da Anila Hanxhari? Non è la prima volta che Stabat mater finisce in tribunale: Stabat mater copiato da un racconto degli anni ‘50 della Banti? Ambientazione uguale. Per molti non ha significato niente, e difatti Scarpa/Einaudi ne sono usciti vincitori. Ma ora il caso è diverso: Anila Hanxhari ha portato Tiziano Scarpa in giudizio per “rielaborazione creativa non consentita”. Deciderà il tribunale di Venezia in merito a questa vicenda. E però di questo fatto se ne è parlato davvero poco: c’è forse paura di esprimere anche solo una opinione.

Oggi molto più di ieri è assai difficile considerare e prendere sul serio il Premio Strega.

Il pubblico non è scemo: dopo una due tre bufale, alla quarta o alla quinta, vuoi anche alla sesta se vogliamo credere sia tardo di comprendonio, ad un certo punto lo capisce che vien preso per i fondelli, e così allo Strega finirà col non badarci più. Dopo lo scandalo del Grinzane Cavour penso che qualcuno abbia cominciato a riflettere con la propria testa al di là del nome dell’editore e dell’autore.

Non mi sembra che chi, nelle ultime edizioni, ha preso (di peso, con la forza) lo Strega, con i romanzi successivi sia stato poi tanto elogiato e dalla critica e dal pubblico, anche in termini di vendite. La credibilità del premio sta venendo messa in serio dubbio.

In maniera più approfondita, delle stregonerie intorno al Premio Strega 2011 se ne parla su Lipperatura, qui.

Su La Repubblica invece un interessante editoriale (L’irruzione del futuro) di Barbara Spinelli.


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