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Per insidiare il dominio di Google, Yahoo Search ha fatto Bing!

Da Kobayashi @K0bayashi

I tentativi di ribaltamento delle gerarchie sono in atto da anni, ma finora hanno tutti miseramente fallito: la supremazia di Google nel settore dei motori di ricerca non è mai stata in discussione ed è tuttora riconosciuta a livello globale, come dimostra anche una recente infografica di Focus.com che stima la quota della sola Google Search al 65,1% contro il 34,9% di tutti gli altri concorrenti.

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I motivi del predominio del prodotto di Mountain View sono tanti, e tra questi si potrebbero citare l’accuratezza dei risultati, la pulizia con la quale questi ultimi vengono presentati all’utente, la velocità e la semplicità, la possibilità di attivare la funzione di ricerca con più modalità (dal sito di Google, dalla barra in alto a destra su Firefox, tramite la smart bar di Chrome, installando le numerose estensioni dedicate per i vari browser in commercio), correndo senz’altro però il rischio di dimenticarne qualcuno d’importante.

Il valore aggiunto di Google, però, beneficia anche di altri macrofattori: le grandi dimensioni dell’azienda, che permette di poter disporre di un vasto parco server sul quale appoggiare le poderose performance del servizio; la dinamicità e il trend di costante evoluzione dell’azienda, frutto di cambiamenti e sperimentazioni continue negli anni (pur non sempre in linea con gli umori del popolo di Internet, va detto); ma soprattutto l’accumulo di servizi accessori di qualità (e nella maggior parte dei casi gratuiti) che si sono imposti sempre più all’attenzione della grande massa di internauti per il loro oggettivo valore, e che nel delineare nuove modalità di fruizione dei contenuti sul web hanno allo stesso tempo dragato – più o meno consapevolmente – pian piano nuovi utenti verso il motore di ricerca di Google, affezionandoli via via non solo all’esperienza di un singolo strumento ma all’intero mondo digitale inventato dalla società di Brin e Page.

Per insidiare il dominio di Google, Yahoo Search ha fatto Bing!
Davanti a questo colossale mix di efficienza e valorialità, dunque, è facile capire la difficoltà dei concorrenti, che anche se presenti da prima dell’avvento di Google si sono spesso visti spazzare via – o nei casi migliori enormemente ridimensionati – dalle novità del gigante americano, e in ogni caso costretti a correre dietro all’agenda setting imposta dalle novità della grande G.

Non stupisce allora più di tanto, soprattutto alla luce dei numerosi abboccamenti passati (veri o presunti) per creare il grande polo di opposizione a Google, l’annuncio di Yahoo che segnala come – sia sui sistemi desktop che mobile - la ricerca web, delle immagini e dei video sarà ora “subappaltata” al motore di ricerca Bing di Microsoft, inizialmente solo negli Stati Uniti e in Canada ma presto anche nelle diverse localizzazioni nazionali, tra le quali anche l’Italia.

La sfida di questo nuovo Yahoo powered by Bing sarà dunque proprio quella di scalfire lo strapotere di Google, ma lo potrà fare solo sull’unico terreno dove si può ancora giocare la partita della fiducia degli utenti, quello della qualità: non che dalle parti di Mountain View ne siano sprovvisti, anzi ne hanno senza dubbio in abbondanza, ma dimostrare di essere “migliori” (=più veloci, più rilevanti, più utili) è l’unica strada possibile da percorrere per testare l’opportunità di rientrare da protagonisti nel giro e accaparrarsi una fetta del mercato più consistente di quella attuale, con tutto ciò che ne consegue in termini di inserzionisti e pubblicità.


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