PER LA CRESCITA DEL PAESE Bisogna sbloccare il settore immobiliare

Creato il 23 gennaio 2012 da Maurizio Picinali @blogagenzie

SCRIVE Andrea Tavecchio - 22 gennaio 2012 SUL SUO BLOG
Sono tornato ieri da un paio di giorni a Londra dove argomento di tutti gli incontri e di tutte le chiacchiere con alcuni operatori del mondo della finanza era, ovviamente, “quali sono le prospettive dell’euro e dell’Europa?” a cui a cascata poi le prospettive dell'economia europea. La sintesi che mi ha convinto di più è quella del capo economista (inglese) di una banca internazionale che spiegava come, a suo parere, i fattori che fanno essere ottimisti sul destino dell’Euro sono due.
Il primo. La manovra con cui la Banca Centrale Europea ha finanziato per 500 miliardi di euro all'1% per tre anni il sistema finanziario europeo (e la promessa di ripetere a febbraio la stessa manovra) rende il sistema finanziario europeo pronto a sottoscrivere le ingenti emissioni di obbligazioni statali in programma nei prossimi mesi, facendoci anche un buon affare e rimettendo quindi in sesto i propri bilanci.FOTO ANDREA TAVECCHIO

Il secondo elemento di ottimismo è che comincia ad esserci visibilità e fiducia sui progressi riformisti in Spagna ed Italia e come anche la classe dirigente tedesca sembra abbia cominciato a capire come il default dell’Euro sarebbe un disastro immane per tutti, Germania e tedesco medio compreso.

Bisogna sbloccare il settore immobiliare, facendo leva sui capitali privati ed il risparmio delle famiglie.
Il comparto immobiliare è fondamentale per il ciclo economico, è l’investimento delle “vita” per la maggioranza delle persone ed è labour intensive. Il mercato è oggi paralizzato da tanti elementi, i tassi alti, le difficoltà ad ottenere mutui, la paura del futuro. Anche l'atteggiamento fiscale ha avuto una parte. Si è passati dall'abolizione dell’ICI all’estremo opposto.
Bisogna invertire la rotta e pur mantenendo una normale tassazione per chi detiene degli immobili rilanciare il mattone in modo non ideologico e quindi: a) ritornare e spingere sul “piano casa”; b) aumentare i vantaggi fiscali per chi ristruttura, persone fisiche o aziende che siano; c) abolire per 12-18 mesi le imposte indirette (IVA, Registro, eventuale Donazione, sui Finanziamenti) per chi compra una prima casa non “di lusso”.
Ci vuole una scossa forte che compensi le difficoltà ad ottenere un mutuo. Sarebbe probabilmente un operazione a “costo fiscale zero” perché tanto se non ci sono compravendite immobiliari non ci sono ingressi fiscali e sarebbe il primo segnale pro crescita che fa leva sui capitali privati delle famiglie e sulla fiducia nel futuro.
Per continuare nel progetto riformista italiano ed europeo bisogna tornarare a crescere velocemente intervendo senza indugi perchè l'elettorato (la gente) deve capire che le cose vanno o andranno meglio per appoggiare le riforme con convinzione. Il riformismo ha bisogno di crescita
Da italiano ed europeo spero, con tutte le mie forze, che l’Euro non crolli e che il governo italiano faccia la sua parte continuando sulla strada, appena iniziata, delle liberalizzazioni, che abbia il coraggio di cambiare in modo più equo e pro crescita il mercato del lavoro, che avvii un serio programma di spending review statale e di politiche pro imprese, come l’abbassamento delle tasse sui produttori.

Tutte cose su cui bisognerà continuare ad insistere anche dopo l’esperienza del Governo Monti, perché dieci anni di totale immobilismo non si sistemano in pochi mesi.
TRATTO DA L'INKIESTA
Andrea Tavecchio nato a Milano laureato in Economia e Commercio. dottore commercialista, revisore contabile ed analista finanziario. Scrive per Il Riformista e Milano Finanza. socio de Linkiesta.it.


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