Per non dimenticare... Neruda

Creato il 24 settembre 2013 da Asinistra

Quarant'anni fa, a dodici giorni dal golpe che determinò la morte del suo Amico, Compagno e Presidente Allende, moriva Pablo Neruda. Per lui, nella drammaticità di quei giorni, la diplomazia internazionale si stava muovendo e pare fosse in programma, per il giorno 24 settembre, la sua partenza dal Cile di Pinochet per un esilio in Messico. Sono tutt'ora in corso accertamenti su quali furono le cause del suo decesso; le fonti ufficiali parlarono di tumore e ad oggi altre cause non risultano accertate. Alla sua morte i militari golpisti si diedero al saccheggio e alla devastazione delle sue case dove avevano trovato dimora libri quadri e oggetti vari, come le polene collezionate nella sua dimora di Isla Negra, isola dove la sua salma ha potuto essere tumulata solo dopo la caduta del regime militare.
Il suo funerale, per quanto blindato, fu di fatto la prima manifestazione contro il regime di Pinochet e dei suoi complici e il non fare mancare sino alla caduta del regime fiori e biglietti sulla sua tomba, era il messaggio evidente che la Resistenza continuava ad essere viva.

Compagni, seppellitemi a Isla Negra, di fronte al mare che conosco, a ogni superficie rugosa della pietra e delle onde che i miei occhi perduti non rivedranno più. Ogni giorno d’oceano mi portò nebbia o puri dirupi di turchese, o semplice estensione, acqua rettilinea, invariabile, quello che chiesi, lo spazio che divorò la mia fronte. Ogni passo funebre del cormorano, il volo di grandi uccelli grigi che amavano l’inverno, e ogni tenebroso circolo di sargasso e ogni onda grave che si scrolla via il freddo, e ancor di più, la terra che un nascosto erbario segreto, figlio di foschie e di sali, roso dall’acido vento, minuscole corolle della costa incollate alla sabbia infinita: tutte le chiavi umide della terra marina conoscono ogni grado della mia gioia, sanno che voglio dormire il tra le palpebre del mare e della terra… Voglio essere trascinato verso il basso nelle piogge che il selvaggio vento del mare combatte e sminuzza, e poi per canali sotterranei proseguire verso la primavera profonda che rinasce. Scavate accanto a me la fossa di colei che amo, e un giorno lasciate che mi faccia compagnia anche nella terra. (P.Neruda - Disposizioni)
Neruda, non era solo un poeta "impegnato", ma un vero militante di quella sinistra che al sogno di riscatto di Allende, si dedicò con tutta la sua conoscenza e passione. Di lui ricordiamo le righe seguenti scritte a tre giorni dal golpe e pochi giorni prima di morire, allegati alla sua autobiografia "Confesso che ho vissuto":
Allende non è mai stato un grande oratore. E come statista era un governante che chiedeva consiglio per tutte le misure che prendeva. Fu un antidittatore, il democratico per principio fin nei minimi particolari. Gli toccò un paese che non era più il popolo principiante di Balmaceda; trovò una classe operaia potente che sapeva di cosa si trattava. Allende era un dirigente collettivo; un uomo che, senza provenire dalle classi popolari, era un prodotto della lotta di quelle classi contro la stagnazione e la corruzione dei loro sfruttatori. Per queste cause e ragioni, l'opera realizzata da Allende in così breve tempo è superiore a quella di Balmaceda; non solo, è la più importante nella storia del Cile. Solo la nazionalizzazione del rame è stata un'impresa titanica. E la distruzione dei monopoli, e la profonda riforma agraria, e molti altri obiettivi che vennero realizzati sotto il suo governo essenzialmente collettivo.
Le opere e ì fatti di Allende, di incancellabile valore nazionale, resero furiosi i nemici della nostra liberazione. Il simbolismo tragico di questa crisi si rivela nel bombardamento del palazzo del governo; uno evoca la guerra lampo dell'aviazione nazista contro indifese città straniere, spagnole, inglesi, russe; adesso succedeva lo stesso crimine in Cile; piloti cileni attaccavano in picchiata il palazzo che. per due secoli è stato il centro della vita civile del paese. 
Scrivo queste rapide righe a soli tre giorni dai fatti inqualificabili che hanno portato alla morte il mio grande compagno, il presidente Allende. Sul suo assassinio si' è voluto fare silenzio; è stato sepolto segretamente; soltanto alla sua vedova fu concesso di accompagnare quell'immortale, cadavere. La versione degli aggressori è che trovarono il suo corpo inerte, con visibili segni di suicidio. La versione che è stata resa pubblica all'estero è diversa. Immediatamente dopo il bombardamento aereo entrarono in' azione i carri armati molti carri armati, a lottare intrepidamente contro un sol uomo: Il Presidente della repubblica del Cile, Salvador Allende, che li aspettava nel suo ufficio, senz'altra compagma che Il suo grande cuore, avvolto dal fumo e dalle fiamme.
Dovevano approfittare di un'occasione così bella. Bisognava mitragliarlo perché non si sarebbe mai dimesso' dalla sua carica. Quel corpo. è stato sepolto segretamente In un posto qualsiasi. Quel cadavere che andò verso la sepoltura accompagnato da una sola donna che portava in sé tutto il dolore del mondo, quella gloriosa figura morta.era. crivellata e frantumata dai colpi delle mitragliatrici dei soldati del Cile che ancora una volta avevano tradito il Cile.
Ecco il "Testamento" del poeta che chiude "Canto General"
Lascio i miei vecchi libri, raccolti negli angoli del mondo, venerati
nella loro tipografia maestosa,
ai nuovi poeti d’America,
a quanti un giorno
fileranno nel roco telaio interrotto
le significanze di domani.
Termino qui.
Questa parola nascerà di nuovo,
chissà in un altro tempo senza pene,
senza le impure fibre che attaccarono
nere vegetazioni al canto mio,
e di nuovo su in alto starà ardendo
il mio cuore infuocato e stellato.
Così termina il libro, qui vi lascio
questo mio Canto Generale scritto
nella persecuzione cantando, sotto
le ali clandestine della patria.
Oggi, 5 febbraio di quest’anno
1949, in Cile, a “Godomar
de Chena”, alcuni mesi prima
dei miei quarantacinque anni d’età.




Da "Tre Residenze Sulla Terra"  "Solo la Morte". A recitarla è Sabines che nell'originale ricalca molto bene la musicalità che Neruda dava alle sue poesie recitate da lui stesso.
Solo la morte (Residenza sull terra 2) Pablo Neruda
Vi sono cimiteri soli,
tombe pieni di ossa senza suono,
il cuore che attraversa una galleria
oscura, oscura, oscura,
come un naufragando nell'intimo moriamo,
come se affogassimo nel cuore,
come se andassimo cadendo dalla pelle all'anima.
Vi sono cadaveri,
Vi sono piedi di appiccicosa pietra fredda,
v'è la morte nelle ossa,
come un suono puro,
come un latrato senza cane,
che esce da certe campane, da certe tombe
crescendo nell'umidore come il pianto o la pioggia 
Io vedo, solo, a volte
bare a vela 
salpare con defunti pallidi, con donne dalle trecce morte
con panettieri bianchi come angeli,
con bimbe pensierose sposate con notai,
bare che risalgono il fiume verticale dei morti,
il fiume violetto
verso l'alto, con le vele gonfiate dal suono della morte
al sonoro giunge la morte,
come una scarpa senza piede, come un vestito senza senz'uomo,
giunge a battere con un anello senza pietra e senza dito,
giunge a gridare senza bocca, senza lingua, senza gola.
E tuttavia i suoi passi risuonano,
e il suo vestito risuona silenzioso, come un albero.
Io non so, io poco conosco, io vedo appena,
ma credo che il suo canto abbia il colore di viole umide,
di viole assuefatte alla terra,
perché il volto della morte è verde,

e lo sguardo della morte è verde,
col l'acuta umidità di una foglia di viola
e il suo grave colore d'inverno esasperato
Ma la morte anch'essa va per il mondo vestita da scopa,
lambisce il suolo cercando defunti
la morte è nella scopa, 
è la lingua della morte che cerca i morti
è l'ago della morte che cerca il filo.
La morte sta nelle brande:
nei materassi lenti, nelle coperte nere
vive distesa, e d'improvviso soffia :
soffia un suono buio che gonfia le lenzuola,
ed esistono letti che navigano verso un porto
dove lei sta in attesa, vestita da ammiraglio.


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