Una delle poesie più belle di Eugenio Montale per ricordare chi in questo momento soffre per la tragedia che ha colpito la Liguria e perché Monterosso torni a risplendere
immagine da google Meriggiare pallido e assorto presso un rovente muro d' orto,ascoltare tra i pruni e gli sterpi
schiocchi di merli, frusci di serpi.
Nelle crepe del suolo o su la veccia
spiar le file di rosse formiche
ch' ora si rompono ed ora s' intrecciano
a sommo di minuscole biche.
Osservare tra frondi il palpitare
lontano di scaglie di mare
mentre si levano tremuli scricchi
di cicale dai calvi picchi.
E andando nel sole che abbaglia
sentire con triste meraviglia
com' é tutta la vita e il suo travaglio
in questo seguitare una muraglia che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia. (Eugenio Montale, Ossi di seppia)