Lettera aperta al Presidente della Provincia
Le Province sono sotto la scure del Governo per essere decimate, per ridurre la spesa pubblica e con essa l’enorme debito dello Stato, concausa dell’attuale grave crisi. Questa sforbiciata, basata su due parametri: popolazione di almeno 350.000 abitanti e ampiezza territoriale non inferiore a 2.500 Kmq, si traduce di fatto in una penalizzazione delle regioni più piccole. Così l’Umbria diventerebbe una monoprovincia! Un assurdo per la stessa Regione. Nel contempo le Comunità Montane, allargatesi, per maldestra azione politica, a dismisura negli anni ben oltre i territori realmente montani ed equiparate a tutti gli effetti, a “Enti locali” dalla legge 142 del 1990, sono entrate in grave crisi di identità; snaturate nella loro originaria finalità, quale strumento di sviluppo della montagna aspra e povera, dovrebbero essere messe in forte discussione per il loro sostanziale fallimento politico e per la loro sovrapposizione con il territorio provinciale. L’ultima legge statale sulle zone montane del 1994 dava alle Regioni il compito di riorganizzarle, ma l’Umbria ha perso una buona occasione, provvedendo solo a piccoli, marginali ritocchi. Non si è avuto il coraggio di sopprimerle. Ora è giunto il momento di fare una buona volta chiarezza, con l’obiettivo di semplificare le strutture amministrative e burocratiche e spendere meno. Se si vuole salvare la Provincia di Terni e continuare a dare significato politico ed amministrativo alla piccola Regione dell’Umbria, in attesa della grande riforma delle macroregioni, si dovrebbe proporre l’immediato azzeramento delle Comunità Montane operanti nella regione, trasferendo alle Province e ai Comuni le competenze e le risorse umane e strumentali di quest’ultime. La materia del vincolo idrogeologico, con il correlato sistema “autorizzatorio”, dovrebbe essere gestito dalle Province, come già avviene in Toscana. Analogamente dovrebbe avvenire per il demanio forestale regionale, che avrebbe così una gestione meno frazionata, e per la difesa dei boschi dagli incendi. Per l’esercizio di queste funzioni le Guardie Provinciali, che già hanno competenze specifiche in materia di caccia, pesca ed ambiente naturale, potrebbero essere, in breve tempo, i nuovi soggetti idonei, in stretta operatività e sinergia con il Corpo Forestale dello Stato.
Passerebbero poi ai Comuni le funzioni delle Comunità Montane relative alla manutenzione del verde urbano ed alle altre secondarie attività, ricomponendo e semplificando in tal modo anche la responsabilità amministrativa. Si eliminerebbe una sovrapposizione territoriale di Enti, con riduzione di fonti di spesa, ma soprattutto ne guadagnerebbe la salvaguardia del territorio e dell’ambiente.
Giorgio Corrado - Consigliere Comunale Perugia – Gruppo Misto