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Per un approccio più pratico allo studio del diritto (ossia a quali riflessioni e disperazioni può portare lo studio del diritto civile...)

Creato il 25 aprile 2011 da Luciusday
Per un approccio più pratico allo studio del diritto (ossia a quali riflessioni e disperazioni può portare lo studio del diritto civile...)Quanti di voi studiano giurisprudenza all'università? E quanti, ancora, sono tediati da libri e libri di parafrasate teorie da memorizzare in maniera fredda, meccanica e sistematica? Quello che secondo me serve a un corso di laurea come questo è un'approccio più pratico e più "passionale" da questo punto di vista, nel quale ci si possa calare nella parte, o nelle parti, con più esercitazioni su sentenze e su massime giurisprudenziali, con casi da esaminare e- perché no? -  da provare a esercitare nelle parti di accusa, difesa e giudizio. Oltre a comprendere così quale strada sarà soggettivamente la migliore, e a sollecitare un'interazione maggiore con professori, ricercatori e altri studenti, ci si potrebbe sin da subito districare all'interno della dottrina, comprendendola ben più a fondo, senza limitarsi a un approccio sterile e scolastico su libri ormai (spesso) datati, o i cui continui aggiornamenti hanno dato luogo a stratificazioni incomprensibili e irrazionali, di modo tale che essi vadano riscritti ab ovo per intero.
Per un approccio più pratico allo studio del diritto (ossia a quali riflessioni e disperazioni può portare lo studio del diritto civile...)Nelle università straniere (soprattutto in quelle anglosassoni, nelle quali è lo stesso common law a richiedere strutturalmente questo tipo di approccio al diritto), lo studio giurisprudenziale, meno teorico e più pragmatico, è molto più diffuso. Non nego che anche negli atenei italiani questo sia un metodo praticato, che non deve comunque sostituire, bensì affiancare lo studio della giurisprudenza, ma l'uso di esso andrebbe di gran lunga incrementato, con esercitazioni e seminari, affinché soprattutto si possano percepire le problematiche socio-giuridiche in un modo più attento e capillare, e abbandonare la "summa divisio" tra libri da studiare e diritto vivente, ossia le problematiche giuridiche all'ordine del giorno di competenza dei tribunali - ovviamente soprattutto di Cassazione e Corte costituzionale - dei quali spesso le sentenze vengono affrontate in maniera superficiale e non approfondita.

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