Chi ha detto che il Puntinismo si sia perso nelle avanguardie dele secolo scorso? Esistno artisti che si ispirano a quella corrente per creare opere davvero uniche.
- Costellazione
- Costellazione
Kumi Yamashita, artista del ritratto. Vero, particolareggiato, analitico. E’ una grande profondità di vedute quella che contraddistingue Kumi Yamashita e la serie dei suoi ritratti. Si tratta infatti di opere realizzate con materiali insoliti: una tavola bianca (e fin qui non c’è nulla di strano), chiodi e filo per cucire. Avete letto bene. L’originalità delle opere di Kumi risiede propprio in questi materiali, attraverso i quali so compongono volti intensi, sguardi lucidi. Per niente rarefatta è dunque la visione utiaria del ritratto. Le immagini appaiono uniche, nitide. Di fortissimo impatto emotivo. A contribuire all’effetto nel totale è ovviamente la gamma cromatica utilizzata, si produce infatti un bianco e nero di grande contrasto.
- D.Foster
- D.Foster
- D.Foster
Una nuovissima ondata di puntinismo, in versione 3D, anche per David Foster. Nella sua produzione non solo ritratti ma anche altre figurazioni. Vivono sulla tela stereotipate ed icononiche immagini del nostro tempo e più disparati soggetti od oggetti. E’ il caso ad esempio di noti persoanggi come i Beatles, Marilyn Monroe, Nelson Mandela. Sulla tavola bianca solo chiodi, per un effetto movimentato e di certa attrazione.
- Andrew Myres
- Andrew Myres
- Andrew Myres
Immancabili all’appello le opere di Andrew Myres, giovane artista americano. La sua produzione è caratterizzata da un altro materiale, ovvero le viti. Anche in questo caso si tratta di ritratti. A rendere unici i volti sono i paini che le diverse profondità delle vite costituiscono. Si dà vita in questo modo a insenature concave o a convessità: le rucghe, il naso, gli occhi, e così via.