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Per un pugno di dollari

Creato il 11 novembre 2010 da Wordsinsound
Per un pugno di dollari
Condizionatore rotto. Un cataclismatico ammasso di contratti e fatture sul costoso tavolo in quercia soffocava un omone grasso e sbarbato di dimensioni colossali. Niente più jeans, quelli li aveva abbandonati a 20 anni insieme alla sua passione per la musica, per la birra in compagnia, per i film d'azione di pessima fattura e per le vecchie automobili con almeno quindici anni sul groppone. Adesso era un uomo: le costose camicie di purissimo raso gli cingevano l'enorme ventre flaccido, le sue giacche erano disegnate dai più famosi stilisti italiani e le cinture semplicemente non le usava e, se mai qualcuno gliene avesse regalata una, lo avrebbe prontamente aggiunto nella sua esclusiva lista nera. O lo avrebbe dato in pasto al suo pappagallo carnivoro; la sua soluzione preferita.
Un giorno, nella casa discografica Plastic Sound Records entrò un tipo che definirlo strano è un eufemismo...assomigliava vagamente a qualche famoso regista ma il Capo non stava poi a curarsene più di tanto. Il giovane entrò nell'ufficio imbracciando una vecchia chitarra Gibbson (la seconda B era talmente piccola che avrebbe tratto in inganno anche il miglior liutaio) ed inizò a farfugliare qualcosa riguardo un contratto ed una roba chiamata musica e altri termini del tipo "emozionare" e "canzoni". Il Capo lo interruppe con un goffo gesto della mano che si era passato sulle palpebre grondanti del sudore della fronte e gli fece cenno di sedersi. "Com'è il tuo nome, piattola?" gli chiese. "Sono..." iniziò il ragazzo. "Va benissimo..."essere" vuol dire già molto. Ho tanti di quegli idioti qui che un tipo come te potrebbe farmi comodo" tagliò corto il boss. "Sai reggere una chitarra in mano?" chiese "Certo signore!" rispose il musicista "se vuole posso farle ascoltare...". "Al diavolo...faresti qualunque cosa per avere successo?" tuonò il proprietario della Plastic Sound Records. "Beh...io vorrei emozionare le persone con la mia musica" disse in tono sognante il ragazzo. "Si, si...giusto...firma qui" incitò il Capo porgendogli un foglio bianchissimo. "Sotto la sezione Sfruttamento". "Sfruttamento?" ripetè il ragazzo. "Un termine tecnico, andiamo firma!" urlò irritato l'omone sudato dietro la scrivania. Il giovane, non doveva avere più di una ventina d'anni, firmò frettolosamente. "Bravo...coglione...ahahah" ridacchiò il Capo a voce bassa. "Come scusi?" chiese il povero diavolo "Bravo...attenzione...ho detto" sputacchiò il milionario "c'è tanta gente che approfitta di voi poveri artisti, al giorno d'oggi".
"Ha ragione, mille grazie signore...farò carriera, sarò la voce del popolo!" il ragazzo era in estasi. "Si, certo ragazzo mio". La porta si richiuse alle spalle del nuovo arrivato nella grande macchina del business.
"Coglione..." lo apostrofò il Capo tra una nocciolina e l'altra. "Sei mio, adesso."
R.Clockheart

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