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Per una storia della musica seriale

Creato il 07 agosto 2012 da Marcolenzi

Per una storia della musica seriale

In apertura a un suo scritto su Nono, nel lontano 1987, Gianmario Borio annotava: “Una storia della musica seriale non è ancora stata scritta”. Venticinque anni dopo, quella storia continua a non essere ancora stata scritta da nessuno. Ciò è effettivamente curioso. Personalmente, ho pensato nel frattempo che la scrivesse appunto Borio, quella storia, ma poi non è andata così (almeno per ora). Ma, del resto e seriamente, chi potrebbe mai scrivere una storia del genere, soprattutto “dal di dentro”? Non è forse al di là delle possibilità umane di qualunque musicologo? Io penso sia davvero un’impresa impossibile, anche per una équipe di studiosi. L’unica possibile ‘storia’ della musica seriale sarebbe, paradossalmente (ma non troppo), un racconto, una cronistoria, una raccolta di testimonianze sulle idee, sulle poetiche, sui linguaggi, sulle tecniche, sugli stili, sulle influenze reciproche tra i compositori e sulla ricezione delle loro opere. Una storia descrittiva, insomma, in cui le incursioni analitiche siano ridotte al minimo. Le ‘opere in sé’, in una tale prospettiva, non possono che assumere un ruolo secondario rispetto alla loro ricezione estetica e al loro valore sociologico e culturale. E sta proprio qui l’aspetto curioso della questione: che una musica nella quale il posto che occupa ogni singola nota è in teoria giustificabile e dimostrabile razionalmente perché derivabile da una matrice di regole e di codici, sia finita col tempo per essere valutata e valutabile come ogni altra, e cioè per la carica espressiva e comunicativa che porta in sé e per l’impatto emozionale che lascia.  

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