Magazine Psicologia

Percezione degli oggetti

Da Anna
I) La nostra esperienza quotidiana ci insegna che non percepiamo dei singoli stimoli (dalla cui somma giungiamo a "ricostruire" gli oggetti), ma vediamo immediatamente gli oggetti nella loro unitarietà-totalità-significatività-permanenza (ad es. percepiamo subito che un libro è un libro prima ancora d'averlo aperto e sfogliato), e li vediamo come "distinti" dagli altri oggetti circostanti (ad es. una matita appoggiata sul foglio la vediamo distinta dal foglio).

II) I fatti però dimostrano che non sempre il mondo fisico degli oggetti coincide esattamente con quello che noi riusciamo a percepire (mondo fenomenico). Un fenomeno può essere percepito senza esserci fisicamente o, al contrario, pur essendoci, noi non riusciamo a vederlo, o addirittura riusciamo a vedere una cosa diversa da quella che veramente c'è (vedi ad es. il mimetismo bellico, le illusioni ottiche, geometriche, i miraggi ecc.). Spesso i sensi ci ingannano e solo coll'esperienza riusciamo a cogliere la vera realtà.

III) Le illusioni sono di origine interna, psichica, soggettiva. Se immergiamo un cucchiaino in un bicchier d'acqua ci sembra spezzato, benché la sensazione visiva trasmetta alla retina solo una deviazione. A volte l'illusione è dovuta allo stato emotivo (ad es. se siamo soli e abbiamo paura, ogni minimo rumore ci sembrerà sospetto).

IV) Questo cosa ci fa capire? Che la percezione non ci fornisce una copia fotografica della realtà esterna, ma è una funzione psichica che elabora i dati forniti dai ricettori sensoriali, subordinando le singole sensazioni al tutto, per cui i particolari acquistano un aspetto diverso a seconda del tutto al quale appartengono. La percezione dell'insieme precede sempre quella delle singole parti. Ovvero il modo più comune di percepire un oggetto è quello della percezione globale o sincretica. L'analisi dei nessi logici interviene in un secondo momento, ed è questa che permette veramente di possedere un oggetto. Alla fine la sintesi ricompone i dati dell'analisi nel tutto.

V) Alcuni esempi. Se un ragazzo a scuola ruba di frequente, si può pensare che provenga da un ambiente economicamente povero, ma se si scopre che è di condizione agiata, allora le cause dei suoi furti vanno cercate nella sfera psicologica. Entrando in una scuola è cosa normalissima trovare nelle aule dei quaderni coi fogli bianchi, ma per chi ha una coscienza ecologica sarebbe molto più naturale che vi fossero dei quaderni fatti con carta riciclata.

VI) In ogni totalità che percepiamo possiamo sempre distinguere la parte che risalta (la figura che ha una forma nitida) da quella che resta (informe, indifferenziata) nello sfondo (ad es. la classica figura di Rubin: un vaso e due profili umani). Il contorno appartiene alla figura che delimita e non allo sfondo; la figura (che è più vicina) ha un'estensione definita, lo sfondo (che è lontano) si estende senza limiti; la figura attira di più, si ricorda meglio, e ha un colore di superficie; tutti gli elementi di una figura hanno qualcosa in comune tra loro e di diverso dallo sfondo, e viceversa.

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