Magazine Psicologia

Perchè aspettare?

Da Roby

Talvolta si sente dire: un giorno ti guarderai indietro e riderai di tutta questa storia.

Quello che mi chiedo io è: perchè aspettare?

Richard Bandler

Sembra strano ma quando ho letto parecchi anni fa questa nota di Richard Bandler, uno dei fondatori della PNL, Programmazione Neurolinguistica, mi sono messo proprio a ridere e mi sono detto: accidenti, è vero.

Poi, tra il sorridere tra me e me per un pensiero che sembra così ovvio, e realizzare dentro di me, cioè arrivare alla consapevolezza della verità di questo pensiero, ne è passato di tempo.

Uno degli aspetti più condizionanti e, consentimi, più difficili da superare per il nostro progredire e migliorare è il “bloccare” il tempo quando le cose sembrano andar male, quando c’è qualcosa che fa soffrire.

Cerco di spiegarmi meglio.

Ho alcuni amici che stanno vivendo situazioni non propriamente piacevoli; situazioni difficili finanziamente o sentimentalmente.

La tendenza delle persone, ma ricordo essere stata una tendenza anche mia per molto tempo, e’ quella di creare un circuito vizioso di pensieri “cattivi” che roteano continuamente senza fine.

E più si cerca di uscire da questo “girone dantesco” più si sprofonda in un cerchio che non lascia scampo.

E’ come se ci si convincesse che quel problema , quella situazione di disagio, di sofferenza interiore dovesse “permanere“ all’infinito.

E più si pensa a questo più si pensa che non possa mai passare e la situazione non possa mai cambiare.

Insomma hai capito di cosa parlo; alzi la mano chi non ha mai vissuto situazioni di questo tipo.

Penso la alzerebbero in pochi.

Cito questo passo del Dhammapada, il famoso testo del canone buddhista e comprenderai meglio:

Quando si comincia a osservare ciò,

con comprensione profonda e diretta esperienza,

allora ci si mantiene distaccati dalla sofferenza:

questo è il cammino della purificazione.

Dhammapada, XX (277)

Ogni cosa esistente è impermanente.

Tutto passa, tutto cambia, “tutto scorre” diceva Eraclito, il grande filosofo greco.

Facile leggerlo e facile capire cosa voglia dire, ma renderlo pratico, consapevole; qui il passaggio tende a complicarsi.

La frase di Bandler ci indica forse la strada più semplice, più leggera, più giocosa.

Già,  un giorno ti guarderai indietro e riderai di tutta questa storia.

Quello che mi chiedo io è: perchè aspettare?

Spetta a noi, a me e a  te, decidere quando vogliamo iniziare; quando vogliamo compiere il primo passo verso lo sviluppo, verso il miglioramento personale.


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