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Perché Berlino?

Creato il 10 settembre 2010 da Zarizin

Perché Berlino?“ Berlin, du bist so wunderbar, Berlin, du bist so wunderbar”. Nelle pubblicità televisive c’è sempre
un fondo di verità, quel poco che basta da farle sembrare realistiche. Questa volta però la Berliner, birra in cui ci si imbatte sicuramente anche se solo di passaggio nella capitale tedesca per il suo rapporto qualità-prezzo, ci ha proprio azzeccato.
Berlino è proprio “wunderbar”: città eccezionale, magnifica, prodigiosa.
Berlino bisogna viverla, in tutti i suoi aspetti e in tutte le sue stagioni; è vero che l’inverno a – 20°
non è proprio così piacevole, però poi quando torna a splendere il sole, lo si apprezza in un modo diverso, più intenso, e rende giornate apparentemente normali allegre solo alla visione di qualche suo raggio penetrare dalle grandi finestroni rigorosamente senza tapparelle o persiane (talvolta capita di avere una tenda).

Berlino è una città diversa, a sè, rispetto alla Germania, rispetto alle città d’arte, e anche rispetto alle grandi città europee. La storia ha segnato la città in modo evidente, e i risultati ottenuti sono ancora visibili quotidianamente, nelle persone che passeggiano spensierate per le strade, tedeschi, turchi, inglesi, spagnoli, bianchi, biondi, neri e gialli. La gente ha combattuto per fare cadere un muro e per ottenere tutte quelle libertà che, ormai scontate nei Paesi dell’Europa Occidentale, loro non avevano ancora ottenuto. Le persone sono scese in strada, ci han messo anima e corpo per far cadere qual muro, gridando all’unità di un popolo, e la libertà è stata raggiunta, quel muro è caduto ed è stato abbattuto dal popolo stesso.

Ecco da dove proviene quella libertà che segna la vita della città in ogni aspetto. Apertura di mente. Persone da tutto il Mondo. Convivenza. Scambi continui di idee. Creatività. Colori. Pace. Se dovessi riassumerla in poche parole Berlino la descriverei proprio così. E un cielo sopra la città di un azzurro intenso spesso segnato da nuvole che assumono colori mozzafiato.

A Berlino si è liberi, sempre nel rispetto delle altre persone. Il rispetto è fondamentale: a partire dal silenzio surreale che è una delle prime cose che si percepisce viaggiando con le ubahn (le nostre metro per intenderci) o semplicemente passeggiando per le strade. E’ surreale come in una città di 4 milioni di abitanti regni il silenzio e la tranquillità di un paesino per strada: poche macchine, molte bici e trasporti ottimi. La bicicletta è fondamentale: le piste ciclabili sono ovunque, con la bicicletta si vive la città in un altro modo, anche perdendosi e scoprendo nuove strade, nuovi quartieri, nuovi bar nascosti frequentati da persone interessanti, o imbattendosi in un muro di un palazzo con murales mai notati, che esprimono tutta la voglia di giovani artisti di criticare, ribellarsi o semplicemente testimoniare nuove esperienze. Berlino sprizza arte da tutti i pori: artisti di strada in ogni parco suonano, cantano e ballano rendendo la giornata migliore e piacevole, e contagiando i passanti in un cerchio di suoni, colori e immagini. I berlinesi apprezzano, e non criticano, sono curiosi di conoscere, e non rifiutano prima di sapere. Berlino è aperta a tutte le nuove esperienze, è una città sperimentale, basti ricordare che “Berlin bleibt nie Berlin” (“Berlino non rimane mai
Berlino”), slogan volto a sottolineare come il volto di questa città cambi continuamente.

I mercatini delle pulci la domenica: Mauerpark. Una distesa immensa di bancarelle piena zeppa di cose che ti fanno vivere per una giornata in un mondo parallelo: si passa da vestiti anni ’50-’60, a medagliette della U.R.S.S., a occhiali particolarmente vistosi, a giradischi datati, a musica di ogni genere e in ogni formato, a waffeln prelibati, a collane, orecchini e braccialetti afro,a magliette di paillettes luccicanti; insomma chi più ne ha più ne metta. Ognuno verrà soddisfatto. Certo lo spirito di adattamento non deve mancare, tutto è all’insegna dell’usato. Oltre le bancarelle il prato verde popolato da giocolieri scalzi, raccoglitori di “pfand” (bottiglie vuote che portate al supermercato ti permettono di ricevere buoni da utilizzare per fare la spesa), cantanti, musicisti, cani e ragazzi coloratissimi distesi su coperte che sembran essere usciti da film retrò. L’anfiteatro si trasforma in un vero e proprio muro di gente: la domenica è il giorno del karaoke.

Stessa situazione ma in miniatura a Boxhagenerplatz. Simon-Dach-Strasse: persone sorridenti che si godono la domenica pranzando nei tavolini soleggiati che popolano la via ornati da vasi con colorati fiori freschi di giornata.

A Berlino la gente si gode i parchi. Il verde che domina la città è vissuto, ogni giorno: dalla signora turca che attraversa per andare al mercato, al papà giovane alternativo che gioca scalzo col figlio nelle pozzanghere, dallo studente universitario che tenta di studiare prendendo i primi preziosi raggi di sole, all’africano che aspetta i clienti abituali, dal punk che vive stabile nella stessa parte di parco, al giocatore incallito di frisbee. C’è spazio per tutti. E tutti si prendono il proprio spazio vivendo attimi di tranquillità che rendono la grandezza di questa città quasi impercettibile.

Le biciclette, il fiume, i ponti, i bar, i fiori, i grandi palazzi antichi color pastello e i giovani.
Berlino e il Wochenende infinito, la città degli after. A Berlin si è liberi, i locali stan aperti, sempre.
Sei tu a decidere come, quando, con chi e come vestito andarci. I ragazzi gay e le ragazze lesbiche sono la normalità, non malvisti, discriminati nè screditati. “Belrin ist wo eine Familie nicht wie eine Familie aussehen muss” (“Berlino è dove una famiglia non appare per forza come la famiglia-intesa in senso classico-”), cartello pubblicitario sul Warschauerbruecke, mai più azzeccato, accompagnato da una coppia lesbica che balla durante un festival con in braccio un bambino munito di cuffie giganti per proteggerlo dalla musica troppo alta. Scena vista e rivista, con l’estate le feste all’aperto si moltiplicano, e la fantasia dei berlinesi le accompagna con abiti assurdi, body painting, brillantini, coriandoli e stelle filanti.

Berlino è colori, musica, arte, serenità e libertà di essere sè stessi, a patto di non invadere la libertà degli altri.

Se ci fosse anche i sole Berlino sarebbe perfetta, ma poi forse ci sarebbe un unico e lungo afer da
aprile a ottobre, quindi forse anche l’inverno ha un ruolo preciso, anche se ahimè è lungo (quasi
interminabile), ghiacciato e la neve non smette di scendere da novembre a aprile, sì, sei mesi
d’inverno,e mica da ridere.

Ma poi l’estate trasforma la città, la rende diversa, vivibile e te la fa amare tanto da non poter
allontanarsene, o almeno, non per molto.

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