Autore: Donata Lenzi
Comincio con il ricordare che il Pd è un bene di tutti e che i congressi finiscono. Devono servire a chiarire le posizioni e poi si torna a lavorare insieme. Il 27 novembre il Senato voterà la decadenza di Berlusconi, ci presenteremo uniti e sarà un passaggio storico. Quanto accade acuisce e accelera la crisi della destra italiana, è aperto il tema del “cosa fare dopo Berlusconi” e più ripetono che lui è il leader più in realtà sanno che non è così. Scelta Civica praticamente non esiste più e tutto il quadro politico è in movimento. Sono convinta che chi rimane unito vince.
Eppur ci tocca contarci, affrontare il congresso, chiarirci sui contenuti e quindi oggi di questo scrivo anche se dovrei pure parlarvi di legge di stabilità, reddito minimo, pensioni.
Una premessa: stiamo scegliendo il segretario del Pd e NON il candidato leader alle elezioni. Non torno sulla discussione su questo punto, come la penso è noto, ma ricordavo in questi giorni che abbiamo vinto solo quando abbiamo candidato Prodi e non chi era in quel momento il segretario del partito. Forse non vale sempre, ma comunque è un fatto su cui riflettere.
Perché con Cuperlo.
Per coerenza. Per le stesse ragioni per cui votai Bersani, ragioni di merito.
Dice Naomi Klein [giornalista canadese pluripremiata. È autrice del famoso saggio “No Logo” che tratta delle pratiche aziendali delle multinazionali nei paesi in via di sviluppo, viene considerato il manifesto del movimento no-global e poi di “Shock economy” che prevedeva la crisi globale]: “Coloro che si oppongono al welfare state non sprecano mai una buona crisi”. Di fronte alla crisi, in tutti i paesi la ricetta di destra è il taglio del welfare (pensioni, sanità, assistenza); la sinistra sceglie di seguire Keynes e di investire, e in Italia deve lottare contro l’evasione e la corruzione, vere cause del debito, e contro la forza della burocrazia che tutto ha ingessato e rende impossibile qualsiasi investimento produttivo. Come ha detto Cuperlo: “Noi non siamo il volto buono della destra. Noi siamo la sinistra“.
E allora, se ho davanti a me un gestore di grandi fondi di investimento gli chiedo il perché della crisi che ha colpito l’economia globale dal 2008 ad oggi, se è possibile fermare la costruzione infinita di derivati, di contratti uno sopra l’altro come castelli di carta dove si scommette persino su quanto vivrà il pensionato che ti ha ceduto la nuda proprietà (come ci ha fatto vedere la Gabanelli nel programma tv Report). Gli chiedo se è possibile un’etica anche per la finanza. E se invece parla di pensioni come Davide Serra alla Leopolda, non posso fare a meno di pensare che gli interessi un sistema dove la pensione è la polizza assicurativa sulla quale si può costruire una torre di derivati.
E questa insistenza per intervenire sulle pensioni di bronzo (sei volte il minimo pari a 2.886 euro lordi e non quelle d’oro sulle quali la legge di stabilità prevede un contributo di equità), che mette i figli contro i padri per non far vedere loro chi veramente gli ha rubato il futuro, mi indigna.
I pensionati e i pensionandi hanno già dato con la riforma della Fornero, che ha permesso e permetterà fino a 80 miliardi di risparmi. Renzi ha detto da Santoro che si può togliere la pensione di reversibilità alle vedove. Cosa viene in tasca al nipote? Nulla se non un ulteriore carico di cura, perché è nelle famiglie la prima solidarietà tra generazioni.
Condivido con Cuperlo l’idea che il Pd sia un partito dove gli iscritti devono poter contare almeno quanto gli aderenti al blog di Grillo (avrete notato che il M5S interpella solo gli iscritti). E come la democrazia non si esaurisce il giorno del voto, così le scelte del Pd non possono esaurirsi con le primarie senza altre discussioni, senza studio, senza rapporti paritari e non succubi con le organizzazioni intermedie.
Riprendo dalla mozione di Cuperlo: “Noi sosteniamo Enrico Letta con lealtà e autonomia. Ma la nostra responsabilità è incalzare il governo sul lavoro, la lotta alle povertà, l’equità nello sviluppo. Altre elezioni politiche dall’esito nullo rischierebbero di delegittimare lo stesso edificio costituzionale. Sappiamo che il governo non continuerà a ogni costo e che il suo orizzonte temporale è la conclusione del semestre italiano di presidenza europea.
L’orizzonte politico del Pd non sono le larghe intese, né un neo‐centrismo, e neppure il sogno dell’autosufficienza. Lavoriamo per una moderna democrazia dell’alternanza, fondata su grandi partiti di tipo europeo. Obiettivo delle riforme è rafforzare la Costituzione, non certo indebolirla. La Costituzione va cambiata, come ho già scritto, per farla finita con due Camere che fanno la stessa cosa, ma rimango contraria a soluzioni presidenzialiste che rischiano di spingerci verso esiti populisti. La stessa proposta del sindaco d’Italia si inserisce nel solco di quel presidenzialismo che non è la risposta ai nostri problemi. Molti Paesi europei dimostrano come le forme di governo parlamentare non ostacolano governi forti e leadership autorevoli. La premessa irrinunciabile delle riforme è comunque una legge elettorale che cancelli la vergogna del Porcellum. Noi continueremo a batterci per il maggioritario a doppio turno di collegio. Ma con le vecchie regole non si deve più votare. L’ipotesi di una riforma che preveda il ballottaggio eventuale tra i due partiti, o coalizioni, meglio piazzati al primo turno è un buon terreno di lavoro, ma chi vuole votare con un’altra legge sa che ORA si deve trovare l’accordo con gli altri o al Senato ci mancheranno i numeri”.
Insomma ci sono molte coincidenze tra la proposta di Cuperlo e quanto io penso e dico da tempo. Aggiungo che considero la sua candidatura l’unica veramente alternativa a Renzi e mi auguro che trovi un largo consenso.
(Fonte: Donata Lenzi - l'Unità)
Anch'io voto Cuperlo