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Perchè dicono no Strada e Gabanelli

Creato il 17 aprile 2013 da Silvanascricci @silvanascricci

Gabanelli-Strada

Il no di Milena Gabanelli

“Mi rivolgo ai tanti cittadini che hanno visto in me una professionista sopra le parti e quindi adeguata a rappresentare l’inizio di un cambiamento nel Paese. Sono giornalista da 30 anni e ho cercato sempre, in buona fede, di fare il mio mestiere al meglio; il riconoscimento che in questi giorni ho ricevuto mi commuove, e mi imbarazza.
Certamente non mi sono mai trovata in una situazione dove sottrarsi è un tradimento e dichiararsi disponibile un segno di vanità. Forse non si sta parlando di me, ma dell’urgenza di dare un volto a un’aspettativa troppo a lungo tradita.
Che io non avessi le competenze per aspirare alla Presidenza della Repubblica mi era chiaro sin da ieri, ma ho comunque ritenuto che la questione meritasse qualche ora di riflessione. E non è stata una riflessione serena.
Quello che mi ha messo più in difficoltà in questa scelta è stato il timore di sembrare una che volta le spalle, che spinge gli altri a cambiare le cose ma che poi quando tocca a lei se ne lava le mani. Il mio mestiere è quello di presentare i fatti, far riflettere i cittadini e spronarli anche ad agire in prima persona. Ma quell’agire in prima persona è tanto più efficace quanto più si realizza attraverso le cose che ognuno di noi sa fare al meglio.
Io sono una giornalista, e solo attraverso il mio lavoro – che amo profondamente – provo a cambiare le cose, ad agire in prima persona, appunto.

E quello di Gino Strada

“A proposito della candidatura al Colle, credo che il mio nome, avanzato dal M5S, sia un grande segno di apprezzamento per il lavoro di Emergency, e di questo sono grato e orgoglioso. Emergency non si tira indietro quando c’è bisogno: lo dimostriamo da vent’anni nei paesi vittime della guerra e della povertà, lo dimostriamo tutti i giorni con il nostro lavoro in Italia, per assistere italiani e stranieri che oggi si trovano in difficoltà perché lo Stato non garantisce a tutti il diritto alla cura come pure è sancito dalla Costituzione.
Il mio lavoro, il lavoro di Emergency, è questo. E penso che il modo in cui possiamo essere più utili a questo Paese, oggi, sia continuare a farlo, continuare a curare chi ha bisogno, continuare a cercare e proporre soluzioni per correggere il sistema e diventare finalmente inutili, perché è grave che nel 2013, in Italia, ci sia bisogno dei medici di Emergency. Magari potremo anche raccontare al prossimo governo, se ci vorrà ascoltare, la nostra esperienza ventennale di medicina di qualità, gratuita, e aperta a tutti, una medicina basata sui diritti umani, una medicina che vorremmo vedere anche qui.
Credo anche che questo Paese abbia urgente bisogno di cambiare rotta: a partire dal lavoro, la sanità, la scuola, che sono i pilastri della nostra società. Credo che ci sia bisogno di ripartire dalla Costituzione Italiana, la più bella del mondo, per ricostruire diritti. E per questo motivo, personalmente sono convinto che ci sia la grande occasione, oggi, di portare al Colle una persona che crede, rispetta e difende la Costituzione come Stefano Rodotà. Lo conosco, e so che con lui i diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione potrebbero tornare ad essere il centro della vita pubblica di questo Paese.
Il lavoro, la sanità gratuita per tutti, la scuola pubblica, l’uguaglianza e il rispetto dei diritti umani, il ripudio della guerra tornerebbero ad essere i mattoni su cui si costruisce una società sana e bella da vivere. Per questi motivi credo sia meglio continuare con Emergency a fare il mio lavoro, che è quello di curare persone, e faccio tanti auguri a Stefano Rodotà”.


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