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Perché è possibile amare i libri d’inchiostro elettronico

Creato il 22 agosto 2012 da Maria Grazia @MGraziaPiem

È meraviglioso notare quanto stupore riesca a destare un Kindle. In spiaggia qualcuno ha pensato fosse un micro pc, tanto che, non contento di sentire le mie spiegazioni del caso, quel qualcuno – mio zio – mi ha chiamata chiedendo ulteriori informazioni, come si conviene accada per la più ambita delle novità tecnologiche; qualcun altro, in treno, ha creduto fino all’ultimo di trovarsi di fronte a un piccolo iPad. No: è un Kindle, un e-book reader, un supporto semplice, leggero ed essenziale per leggere i libri in formato elettronico.

Fermo restando che i due “scopritori di nuovi mondi” non sono ovviamente avvezzi né alla tecnologia né alla lettura (ahimè), questi incontri penso meritino una riflessione, accentuata anche dalla lettura di un articolo su La Stampa.

Sì, lo so, dirai che non sono la prima a parlarne e bla bla bla, ok, la differenza tra me e gli altri è che, semplicemente, io non ho ancora detto la mia a riguardo, e mi va di farlo adesso

;)
Se stai proseguendo nella lettura, sappi che voglio soffermarmi sulla percezione del libro come oggetto materiale e come ricchezza intellettuale. Come avrai letto nella sezione eccomi di questo blog (l’hai letta, vero?) ho una formazione umanistica, e aver studiato latino e greco al liceo e poi Lettere all’Università, per molte persone vuol dire ancora essere destinati a fare l’insegnante, avere repulsione per tutto ciò che è tecnologico, scrivere biglietti d’auguri per ogni circostanza, e soprattutto amare i libri.
Perché è possibile amare i libri d’inchiostro elettronico

Ecco il punto dolente: amare i libri non è uguale ad amare la carta. Amare il libro vuol dire avere rispetto per la storia che narra, per le informazioni di cui ci arricchirà, per le mille e più verità che potremo custodire una volta terminata la lettura. Un tempo il libro era un ornamento elegante e intonso da esibire nella libreria del salotto buono per impressionare gli ospiti; per alcuni lo è ancora oggi, ma un lettore vero, secondo me, bada più al contenuto che al contenitore.
Pensa alle ultime ferie, magari hai portato con te tre o quattro libri per un peso complessivo di quanto, più o meno due chili? Beh, io ne ho presi ben sei al modico peso di circa qualche grammo. Perché dovrei rinunciarvi? Semmai il vero problema degli e-book dovrebbe essere il prezzo troppo basso per consentire il giusto guadagno a tutte le figure professionali dell’editoria, ma non certo la svalutazione del libro in quanto patrimonio intellettuale. O sbaglio?

Abbi un attimo di pazienza, vorrei fare un ultimo appunto su un derby casalingo, diciamo così: il mio ragazzo è un feticista ossessivo dell’oggetto libro, lo vuole perfetto, sempre e comunque; a me piace la carta vissuta, stropicciata, ricca di appunti, post-it e con tanto di data di inizio e fine della lettura (poi trascrivo tutto sulla mia libreria aNobii e apposito Moleskine). Per mettere pace a questa querelle ho fatto creare dei copri libri e tutti siamo contenti, ma seriamente: non credi che il libro vada vissuto come una storia, anche fisicamente? In fondo ci si innamora dei difetti, come di orecchiette e stropiccii della carta. E a ben pensarci, anche in questo caso l’e-book mette tutti d’amore e d’accordo. Tu cosa ne pensi?


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