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Perché gli uomini mentono?

Da Colorefiore @AmoreeDintorni


coppia e bugia 

La bugia nella comunicazione di coppia: ne abbiamo parlato con la scrittrice Susanna SchimpernaGiornalista e scrittrice, direttrice di periodici, autrice e conduttrice di programmi per Radio 2 e La 7, Susanna Schimperna è un vulcano di donna, un autentico fiume in piena. L’abbiamo incontrata per parlare con lei del rapporto tra uomini e donne, visto che è l’autrice di un contestato libro, “Perché gli uomini mentono”, che parla delle bugie raccontate da lui a lei. Per un’analisi della comunicazione all’interno della coppia. “Perché gli uomini mentono” è un libro maschilista? «No, anche se mi sono attirata un sacco di polemiche da parte degli uomini, che mi accusavano di aver scritto un libro che aggredisce il sesso maschile. Non è così. Tra l’altro, il titolo non l’ho scelto io. Il libro, in realtà, tratta più ampiamente delle bugie in genere, sia degli uomini che delle donne; tuttavia, andando avanti ho sentito la necessità di circoscrivere il raggio d’azione».Tutta la nostra società si fonda sulle bugie?«Se non ci fosse qualcuno che altera la verità, non ci sarebbero le fiction, i film, i romanzi. Anche dove non c’è necessità di mentire, si mente: con le esagerazioni, con le omissioni, con le manipolazioni. Si dice non più del 30% della verità. Del resto, la storia ci insegna che la menzogna è sempre stata un basamento. Truffault, Rossellini, Fellini erano grandi artisti, ma anche grandi bugiardi. Machiavelli diceva: “Menti e manterrai il potere”, e Strauss sosteneva che il debole si difende dal potere con le menzogne. Nel libro ci sono anche storie vere che a volte ho rimaneggiato per non renderle riconoscibili in una conversazione normale. Mi sono soffermata sulla coppia: gli uomini mentono per motivazioni diverse dalla donna. Le donne anticamente erano in condizione di inferiorità: per questo mentivano. Ma l’uomo perché mente? E quanti maschi accettano di fare gli amanti fedeli? Le femmine possono fare le amanti anche per tutta la vita: ci sono molti casi di donne che restano per decenni nell’ombra anche se l’uomo non lascia la moglie». Ma perché anticamente la società era molto maschilista?«Perché si credeva che la donna fosse pericolosa e fosse incapace di capire l’uomo. L’uomo, secondo me, non si è mai sentito capito dalla donna». È possibile, per un uomo, essere amico di una donna? «Essere totalmente amici delle donne è impossibile: porta alla rovina. Le donne vanno tenute lontane dal mondo interiore dell’uomo. Di fronte alla possibilità di un’amicizia uomo-donna, l’uomo si tira indietro». L’uomo è talmente bugiardo che nega l’evidenza? «Sì. La parola d’ordine è dire sempre di no, non entrare in competizione con la donna. La donna l’ha sempre vinta. Se un uomo dice la verità, inizialmente viene apprezzato dalla donna, ma poi quella verità gli viene rinfacciata per tutta la vita. E allora si ha paura di dire come stanno realmente le cose. C’è, insomma, un discorso di sentirsi giustificati a mentire».Come percepisce l’uomo una donna che mente?«Ne è deluso. Quando la scopre cade in un buco nero, gli crolla un mito. Ad un certo punto la donna, come diceva Sordi, diventa la mamma. Allora l’uomo va dall’amante, che fa le veci della moglie. La donna dev’essere un porto sicuro, di cui fidarsi. Il ragionamento dell’uomo è: “Se non mi fido di te, non faccio figli con te, non costruisco una famiglia”. L’uomo ha bisogno, cioè, di una donna con cui condividere le cose». Qual è la differenza tra il bugiardo “situazionista” e il bugiardo “mimetico”? «Il bugiardo situazionista è colui che mente per il gusto di mentire. La nostra vita è mediocre? E noi la riscattiamo. Mio padre, ad esempio, era un bugiardo situazionista: il suo caso non c’entra con bugie e tradimenti, ma con altre cose. Il bugiardo mimetico, invece, è un imbroglione che inganna in primis se stesso: è convinto che riuscirà a fare ciò che non può fare e ha bisogno di una “musa ispiratrice”. Non racconta bugie, racconta di sé. È così debole che basta sia scoperta una minima cosa e crolla tutto l’edificio, perché lui si è costruito non una realtà parallela, ma una realtà che non esiste». C’è anche l’adulto anaffettivo: qual è il suo percorso? «Non credo che l’anaffettivo si renda conto di esserlo. Io sono arrivata ad invidiarlo perché vive di sensazioni, non di affetti. La sua vita è molto più ricca: ha un equilibrio che non viene scalfito. È un tipo freddo ma generosissimo, non nutre rancore, e alla fine viene accettato anche da chi lo aveva scansato. È un grande fascinatore, e sessualmente non è dipendente dalle emozioni».

Massimo Giuliano 


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